“PARADISO” – “FROM DIM TO CLEAR TO CURVE” Office Project Room – Milano

“PARADISO”

“FROM DIM TO CLEAR TO CURVE”

Office Project Room

Milano

24 settembre – 5 dicembre 2019

OPENING 24 September:
– “PARADISO” // Ettore Tripodi, Liza Ambrossio, Marta Roberti
– “FROM DIM TO CLEAR TO CURVE” // Simona Barbera, Ronny Faber Dahl
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(ITA version):

Paradiso // Ettore Tripodi, Liza Ambrossio, Marta Roberti
Opening 24 September 2019 – h: 18.30
On show till 5 December 2019

Office Project Room è lieta di presentare “PARADISO”, un esposizione collettiva che vede

Ettore Tripodi (Milano, 1985) Liza Ambrossio (Mexico City,1993) e Marta Roberti (Brescia, 1977) dialogare attorno al tema del paradiso.

Gli autori affrontano e declinano il soggetto secondo attitudini narrative differenti. L’approccio al tema da parte degli artisti coinvolti è molto distante, diverse pratiche espressivee diversi medium (disegno, pittura, scultura, fotografia) restituiscono la complessità di un soggetto che attraversa la storia dell’umanità in un allestimento eterogeneo, dove lesingole individualità si rafforzano nel confronto. Ettore Tripodi propone una narrazione per frammenti, una serie di dieci disegni alternano visioni del mito a frammenti di un paradiso quotidiano. Una pittura evocativa, eclettica, che accosta forme e stilemi della pittura antica a segni appartenenti ad altri immaginari. Lo stesso approccio ritroviamo nelle tre sculture di ceramica dipinta, dove la forma dell’oggetto scultura dialoga con quello che è dipinto sopra, innescando cortocircuiti e paradossi. Il lavoro proposto da Marta Roberti, (parte di una serie di quattordici opere aventi per soggetto lo stesso tema), guarda all’assetto storico e antropologico del medesimo soggetto, riproducendo, con un segno forte e caratterizzante in tutta la sua pratica, le mappe del mondo del commentario all’Apocalisse del monaco e teologo spagnolo Beato di Liebana, scritte nell’ottavo secolo e trascritte e illustrate tra il decimo e l’undicesimo secoli. Un approccio ancora differente è quello di Liza Ambrossio, nel cui lavoro il soggetto viene intercettato all’interno di una pratica fotografica che vede l’autrice impegnata in un racconto sempre oscillante fra simbolismo magico e narrativa biografica.

Ambientate in luoghi a lei familiari che decide di leggere e narrare attraverso una prospettiva disincantata, divertente e innaturale, l’artista si adopera nella costruzione di un immaginario per il quale psicologia, biologia e misticismo vengono curiosamente messi in gioco in funzione di un racconto ricco e stratificato.

Office Project Room

Via Altaguardia, 11, 20135 Milano

Ettore Tripodi nasce Milano il 23 settembre 1985, dopo gli studi in scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, sviluppa le sue ricerche concentrandosi inizialmente sul disegno su carta, per poi passare alla pittura.

Espone in spazi pubblici e privati, collabora con la Domenica del Sole 24 Ore.

È tra i fondatori di “MammaFotogramma” (www.mammafotogramma.com), un gruppo di artisti che si occupa principalmente di arti applicate (video, installazioni, percorsi multimediali, architettura). Uno degli ultimi lavori, tra i più rappresentativi realizzati dallo studio è il tavolo interattivo all’interno del padiglione del Vaticano ad expo 2015.

Liza Ambrossio (B. a Città del Messico, Messico, 1993) è un’artista messicano-spagnola che vive e produce a Madrid, in Spagna. Vincitore del primo premio nel Voies Off Award 2018 di The Photography Meetings ad Arles, in Francia (Les Rencontres de la Photographie), è anche la vincitrice del FNAC New Talent Award, 2018; Liza è la vincitrice della portfolio review del FotoFest di Houston 2018 e della sesta edizione del (TAI) Photography Talent Grant. Nel 2017 ha vinto la borsa di studio Discoveries del festival PHotoEspaña e La Fábrica. Nel 2018 apre la sua mostra personale “The rage of devotion” nella galleria Camara Oscura (Madrid, Spagna) allo stesso modo nel Photomeetings Luxembourg. Il suo corpus di opere mescola macabre fotografie d’archivio con dipinti criptici, performance, interventi, video, psicologia, incubi lucidi, fantascienza e stregoneria che si uniscono per libera associazione. Il lavoro di Liza è stato pubblicato sulla rete del Centro dell’immagine (Città del Messico). A Liza è stata assegnata una borsa di studio per le residenze di produzione in Islanda e negli Stati Uniti (2017). È stata selezionata per New Visions 2018 al festival Cortona On The Move, Italia Nel 2018 ha presentato il suo primo fotolibro ‘La ira de la devoción’ (La rabbia della devozione) edito da Desiertas Ediciones (Messico) e La Fabrica (Spagna) all’interno del Fotofest di Houston, Texas, Stati Uniti, selezionato anche per la mostra dei migliori fotolibri di Les Rencontres de la Photographie Arles nello stesso anno.

Marta Roberti (Brescia 1977) vive a Roma e dopo essersi laureata in Filosofia a Verona ha frequentato L’indirizzo di Cinema e Video presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Il disegno è il mezzo che predilige e declina in installazioni e video animazioni, che hanno partecipato a mostre e festival tra cui Something Else Biennal Off Cairo, Scarabocchio Kuandu Museum of Art Taipei, Portrait Portrait Taipei Contemporary Art Center, Regeneration Macro Roma, Carta Bianca Museo di Villa Croce a Genova. Ha vissuto alcuni anni in Asia, dove ha partecipato a numerose residenze in Cina e Taiwan, prediligendo Taipei. Nei suoi lavori indaga su come l’identità occidentale emerga da ciò che considera altro da sè: l’animale, la natura, l’esotico, l’oriente e la preistoria.
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From dim to clear to curve // Simona Barbera – Ronny Faber Dahl
Opening 24 September 2019 – h: 18.30
On show till September 2020

Office Project Room è lieta di presentare “From dim to clear to curve” progetto espositivo di

Simona Barbera e Ronny Faber Dahl.

“From dim to clear to curve” è una installazione creata da Simona Barbera e Ronny Faber Dahl per il giardino di Office Project Room. In questo spazio due strutture modulari di metallo costituiscono l’installazione principale assieme a tessuti tagliati in forme diverse, ed una serie di sculture impilate fatte di composito in acrilico, cemento e gomma. Osservando le diverse strutture di architetture spaziali all’interno della città, l’installazione affianca superfici di solito impiegate come sorta di deterrente per evitare il bighellonare o la sosta casuale nello spazio stesso. Superfici ostili che scorgiamo appena quali punte di ferro e margini seghettati su ringhiere, recinzioni, rampe di scale e panchine, che si trovano in luoghi quali banche, vie commerciali ed edifici istituzionali, sono diventati parte del passaggio urbano nel quale inibiscono qualsiasi uso non regolare, quale l’andare in skateboard o il sedersi a ridosso delle vetrine. Architetture che adottano un approccio minimalista assumono la stessa funzione prevaricatrice dei design urbani più aggressivi, come le panchine da appoggio verticale alle fermate dell’autobus. L’installazione utilizza gli stessi moduli e “set di dati” dei design incoerenti delle ringhiere e li neutralizza, dissipando la loro natura ostile, trasformandoli in sculture che in maniera quasi casuale-tanto è diretta-li riducono alla loro spoglia essenza la quale, a sua volta, si adatta al circondario del giardino recintato come struttura a sé stante. Un pezzo di tessuto cucito a mano è avvolto intorno alla ringhiera svelando un motivo creato da processi interrotti di grafiche di elaborazione dati su base algoritmica. Una gamma di sfumature delcolore dello smog che variano dai verdi, ai grigi, ai viola, assieme ai metalli dell’industria automatizzata, risuonano con la nostra memoria tattile del passaggio, mentre tutte le forme suggeriscono in definitiva una composizione generata in maniera digitale. Riconoscendo l’ambiguità fra pianificazione urbana pubblica e protezione delle proprietà privata, le forme alterate si interrogano sulla capacità del design nelle aree comuni di fungere da griglia strutturale in cui i corpi vengono bloccati o mossi. A seguito anche dell’intrinseco dualismo della presunta funzione/messaggio nella forma, questi design scompaiono poiché, nel momento stesso in cui qualcuno impulsivamente siede in cima al bordo di una panchina verticale, nessuna intenzione è davvero presente: come guardando oltre un’affissione pubblicitaria, spostando lo sguardo chiaro e definito e guardando in una lontananza che si tramuta in semplici colori e forme.

Simona Barbera e Ronny Faber Dahl vivono e lavorano a Genova e Oslo, in Norvegia. In collaborazione hanno condiviso diversi progetti, tra cui If I just laid down esposto al padiglione LYNX di Oslo, nel 2015 e Pavement Night Light, a Milano, all’interno di Spazi 2017, Edicola Radetzky. Dal 2012 hanno coordinato Space4235, uno spazio gestito da artisti con sede a Genova, mentre dal 2019 si occupano di un nuovo formato digitale che prende il nome di ISG. Entrambi hanno conseguito un Master presso l’Accademia di Belle Artidi di Oslo. Singolarmente hanno esposto numerosi progetti in gallerie e musei in Italia e all’estero.

Le attività espositive di Simona includono: Riss(e) Zentrum (2018), Varese; Fondazione La Fabbricadel Cioccolato (2018), Valle di Blenio, Svizzera; CurrentProject (2018) e Assab One (2017) a Milano; Podium (2016), Noplace (2016), RAM Gallery (2016) e Henie Onstad Art Center (2009), Høvikoddena Oslo; Helicotrema, Centrale Fies, (2016), Trento; Transart Festival (2015), Bolzano; CHAN Contemporary Art Association (2014), Genova; Litteraturfestival (2013), Moss, Norvegia; LozdBiennale (2010), Polonia; Su de Coucou (2010), Berlino, e Villa Romana (2010) a Firenze.

Le recenti mostre di Ronny includono LATO (2019), Prato; Fondazione La Fabbrica del Cioccolato (2018), Blenio Valley, Svizzera; Nowhere Gallery (2016), Dust Space (2017) e Current Project (2018) a Milano; Norwegian Sculpture Biennale (2017), Noplace (2016) e Akademirommet al KunstnernesHus (2014), Oslo; Surplace (2016), Varese, Quadriennale di scultura (2016), Riga e Galleri Fisk (2014) a Bergen.
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(ENG version):

Paradiso // Ettore Tripodi, Liza Ambrossio, Marta Roberti
Opening 24 September 2019 – h: 18.30
On show till 5 December 2019

Office Project Room is pleased to present “PARADISO”, a group exhibition that sees Ettore Tripodi (Milan, 1985) Liza Ambrossio (Mexico City, 1993) and Marta Roberti (Brescia, 1977) explore the themeof paradise. The authors address and inflect the subject with different narrative attitudes. The artists’ approach to the theme is very distant–diverse expressive practices together with different mediums (drawing, painting, sculpture, photography) restore the complexity of a subject that crosses the history of humanity in aheterogeneous setting, where singular individualities are strengthened through comparison. Ettore Tripodi proposes a narrative in fragments–a series of ten drawings alternating visions of the myth with fragments of a daily paradise; as well as an evocative, eclectic painting that combines forms andstyles of ancient painting with signs belonging to other imaginaries. The same approach is found in the three painted ceramic sculptures, where the shape of the sculpture object dialogues with what is painted above, triggering short circuits and paradoxes.The work proposed by Marta Roberti (part of a series of fourteen works revolving around the sametheme), looks at the historical and anthropological structure of the same subject. It reproduces–with thestrong and characterizing gesture that runs through the artist’s practice–maps of the world of the Commentary on the Apocalypse by the Spanish monk and theologian Saint Beatus of Liébana. The text was written in the eighth century and transcribed and illustrated between the tenth and eleventh centuries. Then there is the approach of Liza Ambrossio. In her work the subject is intercepted within aphotographic practice involving a story that is constantly oscillating between magical symbolism and biographical narrative. It is set in places that a familiar to the artist but read and narrated through a disenchanted, amusing and unnatural perspective. Ambrossio strives to construct an imaginary in which psychology, biology and mysticism are curiously brought into play as a function of a rich and stratified narrative.

Ettore Tripodi was born in Milan on september 23, 1985, he studied Stage Design at Accademia di Belle Arti in Milan while starting to exhibit in collective art shows organized by Studio D’arte Cannaviello. In this space, in 2010, he organized his first personal exhibition called: “Il falso quadrato”. In 2013 he had the first exhibition at Lissone’s MAC, a public museum where the research about “La città degli immortali” took place.

Ettore Tripodi is among the founders of MammaFotogramma Studio (www.mammafotogramma.com), a group of artists focusing on video, installations and multimedia exhibitions. One of the most representative work realized by the studio is the interactive table presented within the Expo 2016 for Holy See Pavilion.

Liza Ambrossio (B. in Mexico City, Mexico, 1993) is a Mexican-Spanish artist who lives and produces in Madrid, Spain. Winner of the first prize in the Voies Off Award 2018 of The Photography Meetings in Arles, France (Les Rencontres de la Photographie) also is the winner of the FNAC New Talent Award, 2018; Liza is the winner of the scholarship portfolio review in the FotoFest of Houston 2018 and the 6th Edition of the (TAI) Photography Talent Grant. In 2017 she won the Discoveries scholarship of the PHotoEspaña festival and La Fábrica.

In 2018 she opens her solo exhibition “The rage of devotion” in Camara Oscura gallery (Madrid, Spain) equally in the Photomeetings Luxembourg. Her body of work mixes macabre archive photographs with cryptic paintings, performance, intervention, videos, psychology, lucid nightmares, science fiction and witchcraft that unites by free association.

Liza’s work has been published on the network of Center of the image (Mexico City). Liza has been granted a scholarship to study production residences in Iceland and the United States (2017). She has been selected for New Visions 2018 in the Cortona On The Move festival, Italy In 2018 she presented her first photobook ‘La ira de la devoción’ (The rage of devotion) edited by Desiertas Ediciones (México) and La Fabrica (Spain) within the Fotofest of Houston, Texas, United States, also selected for the exhibition of the best photobooks in Les Rencontres de la photographie the same year.

Marta Roberti (Brescia 1977) lives in Rome. After graduating in Philosophy in Verona she attended the Cinema and Video course at the Brera Academy of Fine Arts. Drawing is her favorite medium, declined in installations and video animations, which have participated in exhibitions and festivals including Wall-Eyes, Looking at Italy and Africa, Keynes Art Mile, Johannesburg. 2019, Something Else Biennal Off Cairo 2019, Portrait Portrait Taipei Contemporary Art Center 2017, Regeneration Scarabocchio Kuandu Museum of Art Taipei 2015 , Macro Rome, Carta Bianca Museum of Villa Croce in Genoa 2012. She lived some years in Asia, where she participated in numerous residences between China and Taiwan, favoring Taipei as a base. In her works she investigates how western identity emerges from what it is considered ‘other’ from itself : such as animals, nature, the exotic, the east and prehistory.
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From dim to clear to curve // Simona Barbera – Ronny Faber Dahl
Opening 24 September 2019 – h: 18.30
On show till September 2020

Office Project Room is pleased to present “From dim to clear to curve” an installation project created by Simona Barbera and Ronny Faber Dahl for the garden of Office Project Room. In the garden, two modular metal structures make up the main installation, together with fabrics cut in different forms, and a series of stacked sculptures made of composite acrylic, cement, and rubber.

By looking at the shape of different spatial architectures within the city, the installation juxtaposes surfaces that are typically used as deterrents to prevent loitering or any unnecessary holdups in spaces. Barely noticeable hostile surfaces like iron tips and jagged edges on railings, fences, stair sets and benches in places such as banks, shopping streets and official buildings, have become parts of cities’ passageways where they inhibit any irregular usage like skateboarding or sitting by shop windows. Architectures that adopt a minimalist approach have the same infringing function as the more aggressive urban designs, like the vertical leaning benches at bus stops. The installation uses the same modules and “data-sets” of railing designs and further neutralizes them, dispelling their hostile nature by turning them into sculptures that offhandedly reduce them to their bare form which, in turn, blends in with the fenced-in urban garden surroundings as a free-standing scaffold. A hand-sewn piece of cloth is wrapped around the rail, uncovering a pattern made from algorithmic computing processes of interrupted graphics. An array of hues varying from smog-color greens, to grays and purples, along with automated industrial metals resonate with our tactile memory of passing through, while all shapes become ultimately suggestive of a digitally generated composition. By recognizing the ambiguity between public urban planning and private property protection, the altered forms question the ability of designs in the commons to function as a structural grid in which bodies are blocked or moved. Because of their intrinsic duality of supposed intended function/message-in-form, these given designs fade as, the moment someone impulsively sits on top of the edge of a leaning bench, no more intention is present. Like looking past an advertising display, shifting the clear gaze and staring into the distance, which becomes curved into only mere colors and shapes.

Simona Barbera and Ronny Faber Dahl live and work in Genoa and Oslo, Norway. As duo collaboration they have shared several projects, including “If I just laid down” exhibited at the LYNX pavilion in Oslo in 2015, and “Pavement, night, light” at Edicola Radetzky in Milan, as part of SPAZI 2017. Since 2012 they have coordinated Space4235, an artist-run space based in Genoa, while since 2019 they have been working on a new digital format called ISG. Both hold a Master from The Academy of Fine Art, Oslo. Individually, they have exhibited in numerous solo and group shows in galleries and museums in Italy and abroad.

Simona’s exhibitions include: Riss(e) Zentrum (2018), Varese; Fondazione La Fabbrica Del Cioccolato(2018), Blenio Valley, Switzerland; Current Project(2018) and Assab One(2017) in Milan; Podium(2016), Noplace(2016), RAM Gallery(2016) and Henie Onstad Art Center(2009), Høvikodden in Oslo; Helicotrema at Centrale Fies, (2016), Trento; Transart Festival (2015), Bolzano; CHAN Contemporary Art Association (2014), Genoa; Litteraturfestival (2013), Moss, Norway; Lozd Biennale (2010), Poland; Su de Coucou (2010), Berlin and Villa Romana (2010) in Florence.

Ronny’s recent exhibitions include LATO (2019), Prato; La Fabbrica Del Cioccolato (2018), Blenio Valley, Switzerland; Current Project (2018), Dust Space (2017) and Nowhere Gallery (2016) in Milan; Norwegian Sculpture Biennial (2017), Noplace (2016), and Akademirommet at Kunstnernes Hus (2014) in Oslo; Surplace (2016), Varese; Sculpture Quadrennial (2016), Riga and Galleri Fisk (2014) in Bergen.