ITALIAN TRAP – Mauro Andreani e Paolo Bottari – Dada Boom – Viareggio
Esserci senza esserci XII edizione – Officina Dada Boom
a cura di _guroga & enzo correnti
Viareggio, 28 settembre 2019 ore 21,00
ITALIAN TRAP
(l’infinito e la storia)
Mauro Andreani e Paolo Bottari
Nata negli Anni Novanta nel Sud degli Stati Uniti la TRAP è un genere musicale considerato variante o evoluzione del Rap; tale genere, i cui testi trattano tra l’altro di droga, alcool, sesso, soldi, emerge da contesti di disagio sociale urbano; è musicalmente sostenuto da basi elettroniche aggressive e suoni di ogni tipo; di particolare intensità visiva sono i video, visitatissimi, presenti su You Tube, con i quali vengono promosse e rappresentate le esibizioni dei trappers.
Il fenomeno ha da qualche anno dilagato anche nel nostro paese ove trappers italiani possono vantare elevatissimi indici di ascolto e riproduzione da parte di un pubblico formato prevalentemente da ragazzi e giovani di ambo i sessi, che spesso mutuano dai protagonisti del fenomeno atteggiamenti, comportamenti, foggia del vestiario, consumo di sostanze, segni sul corpo.
In quanto fenomeno capace di orientare un significativo spezzone della popolazione giovanile, la TRAP può ben dirsi un fatto “storico”, indicatore di prospettive e valori individuali e sociali sui quali all’osservatore attento e interessato è dato di riflettere.
Come già nelle precedenti edizioni de L’infinito e la storia – con le quali si offrivano al pubblico sequenze di immagini statiche e dinamiche sulla storia più o meno recente – gli autori dell’operazione visivo-comportamentale che viene presentata non intendono orientare il pubblico verso giudizi positivi o negativi circa il fenomeno TRAP che qui viene mostrato per sintetiche citazioni tratte dalla rete. Gli autori intendono, piuttosto, dare conto dei rapporti che intercorrono tra un fenomeno socio-culturale come quello in esame ed il sentire – e l’operare – artistico individuale che da ogni sommovimento della storia può e non può, vuole e non vuole prescindere, inteso com’è a misurarsi, anche, con problematiche metastoriche quando non addirittura filosofiche.
L’operazione consta dunque di un racconto a più voci, il quale si materializza nelle immagini, nei gesti, nei ritmi, nei suoni, nei rumori, negli oggetti e nei comportamenti che compongono la “rappresentazione” multimediale offerta.
Il VIDEO che fa da sfondo alle azioni – il quale inizia e termina con un’immagine dinamica che allude all’infinito scorrere del tempo cosmico – riproduce una serie di brevissime citazioni di esibizioni di trappers italiani o comunque operanti in Italia. Contemporaneamente ed in rapporto con il video Andreani e Bottari svolgono proprie operazioni comportamentali, consistenti nell’attuazione di azioni e situazioni tendenti a rappresentare l’attuale fase della loro personale ricerca in ambito artistico.
In particolare:
MAURO ANDREANI s’interroga sulle differenze, sulle contraddizioni che caratterizzano il rapporto tra il reale e il virtuale, tra il vero e il falso, tra ciò che è vivo, vitale, tangibile e ciò che di tale vitalità e tangibilità è mera apparenza. Dall’osservazione delle cose della vita e del mondo emerge un quadro sconcertante, dal quale l’uomo è incapace di trarre certezze; eppure la verità esiste, si annida forse all’interno delle cose stesse e l’arte, con i suoi strani mezzi e procedimenti, ne esperisce la ricerca.
PAOLO BOTTARI conduce la performance verso quella che egli ritiene essere la sua più estrema propaggine: la prova, mediante atti minimali e ripetitivi, ma intensamente vissuti, di una esistenza umana e degli scostamenti, magari appena percettibili, che quest’ultima è in grado di produrre rispetto a quanto ad essa è dato per default.