FRAMMENTI DI UNA VALLE – VINCENZO GIOVINE – GLORIA CIAPPONI – LUCA CONCA – manifiesto blanco – Milano
1987
FRAMMENTI DI UNA VALLE
VINCENZO GIOVINE – GLORIA CIAPPONI – LUCA CONCA
Mercoledì 6 Novembre 2019 ore 19.00
Un progetto nato da un’idea del geologo Vincenzo Giovine, con la partecipazione della scrittrice Gloria Ciapponi e del pittore Luca Conca.
Una serata per ricordare la tragedia dell’alluvione in Valtellina avvenuta nel Luglio del 1987 e fare il punto sulla situazione oggi, attraverso tre diversi contributi: quello tecnico-scientifico con una relazione di Vincenzo Giovine, quello letterario con un racconto inedito di Gloria Ciapponi e quello pittorico, con un grande dipinto di Luca Conca.
Tre voci per un ideale dialogo tra linguaggi, suggestioni e ricordi su un tema che non perde mai la sua drammatica attualità.
manifiesto blanco
via Benedetto Marcello 46 ▪ 20124 Milano
389 5693638
GLORIA CIAPPONI
7:23 28/07/1987 martedì Val Pola
La natura può essere amica o nemica dell’uomo in base a quanto possiamo sfruttare le sue risorse, goderne le bellezze o subirne la forza brutale che a volte distrugge e uccide. I valtellinesi che hanno vissuto l’alluvione del 1987 sapevano di aspettarsi un evento drammatico e nell’attesa hanno sperato e lavorato perché la drammaticità delle sue conseguenze fosse meno dolorosa possibile.
Ero una ragazzina quando il rumore dell’acqua, che scendeva e poi scorreva in quantità mai viste, è passata da un borbottio a un tuono, ricordi diretti e indiretti si accavallano nella mente e trovano conferma nella storia, ma ogni emozione di chi c’era è stata personale, ogni paura, ogni stupore e ogni dolore è segnato in modo intimo e diverso. Racconti di uomini, di famiglie, di paesi che vivevano problemi quotidiani legati a rapporti e sentimenti. E proprio in quei giorni mi è capitato di immaginare la tragedia immaginaria di una famiglia fra tante che poteva vivere ad Aquilone in quel 28 di luglio, una famiglia che credeva di poter scampare alla frana che stava per sommergere e spazzare via i paesi limitrofi già evacuati, persone che vivevano in un luogo con un nome così suggestivo, Aquilone, un velo che libra colorato nel cielo; una famiglia che magari aveva altri problemi di cui preoccuparsi, difficoltà apparentemente più importanti per ognuno dei suoi componenti.
Ho passato decenni a immaginare relazioni e reazioni di quel gruppo di sfortunati e oggi mi è stata data la possibilità di romanzare un’idea e dar loro dei nomi, ovviamente di fantasia. Erano uomini, erano donne e ciò che riesco solo ad augurarmi immaginando gli ultimi minuti della loro vita è che dormissero ignari.
Gloria Ciapponi è nata il 2 ottobre 1973 in provincia di Sondrio, in Italia, dove vive tuttora.
Oggi è editore e scrittrice. Ha esordito con il suo primo romanzo, “Riscatto”, nel 2005, con la casa editrice Il Filo. Nel 2006 ha partecipato a una selezione della ARPANet con “Il canto della Mantide” , vincendo la pubblicazione del
romanzo nella collana Concepts Arte. Nell’aprile del 2007 ha pubblicato una raccolta di racconti noir intitolata “Caino” e sempre nel 2007 è uscito il suo secondo romanzo, “Adelaide Prux”, pubblicato dalla casa editrice Robin Edizioni di Roma.
Dal 2010 a oggi è Editore e Direttore del periodico “Sei in Valle”, la rivista culturale delle valli alpine. Dal 2014 portale on-line con sede in Svizzera www.seiinvalle.ch Nel 2011 ha pubblicato “Le tribolazioni di una selezionatrice” in vendita su www.ilmiolibro.it. Nel 2017 ha pubblicato lo psico-noir “Il Marchio” con Eclissi Edizioni di Milano.
LUCA CONCA
La valle ferita
Immaginando il mio personale contributo non sono partito dalle immagini drammatiche di devastazione “in tempo reale”di quei terribili giorni che hanno segnato e anche cambiato un certo immaginario iconografico legato alla Valtellina, ma ho pensato a un momento successivo agli eventi della tragedia, quando la furia è passata. Da una parte lo straniamento di trovarsi davanti a un orizzonte irrimediabilmente cambiato e sfregiato, la bellezza di una natura quietata accanto alle sue rovine; dall’altra la paura di vedere nuovamente trasfigurarsi quella stessa natura.
L’acqua del fiume che attraversa la valle che si gonfia impetuosa sotto le prime piogge e che fa del ricordo un monito.
Realizzerò quindi un grande dipinto ad olio su tela di 200x200cm che avrà come soggetto questa suggestione e che avrà nella dimensione quadrata e di grande respiro la sua forza e la sua persistenza.
Biografia
Luca Conca nasce a Gravedona (CO) nel 1974. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera dove si diploma in Pittura nel 1998.
Vive e lavora a Morbegno (SO).
PRINCIPALI MOSTRE PERSONALI
2004 Personaggi e paesaggi – a cura di Alessandro Riva, Galleria Antonia Jannone, Milano / 2005 Luca Conca – a cura di Michele Tavola, con un testo di Andrea Vitali, Villa Sirtori, Olginate (LC) / 2007 Doppio sguardo – a cura di Rino Bertini, con testi di Marco Vallora e Armando Massarenti, Galleria Credito Valtellinese, Palazzo Sertoli, Sondrio / 2010 L’ombra bianca della montagna – a cura di Fernando Gianesini, con un testo di Elisabetta Sem, TECA, Chiesa Valmalenco (SO) / 2016 Il velo dipinto, a cura di Elisabetta Sem, Galleria Manifiesto Blanco, Milano / 2018 Il lungo addio – a cura di Marcello Abbiati Galleria Manifiesto Blanco , Milano
PRINCIPALI MOSTRE COLLETTIVE
2002 Premio Lissone – Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Lissone (MB) / 2004 Contemporanea Giovani 2 –
a cura di Flavio Arensi, Roberto Borghi, Carlo Ghielmetti, Emma Gravagnuolo, Spazio A-Shed/ex ticosa, Como / 2007 Premio Michetti – a cura di Maurizio Sciaccaluga, Palazzo San Domenico, Museo Michetti, Francavilla al Mare (CH) / Nuovi pittori della realtà a cura di Maurizio Sciaccaluga PAC, Milano / 2009 No landscape, la sparizione del paesaggio – a cura di Luca Beatrice, Fondazione Bandera per l’Arte, Busto Arsizio (VA) / Biennale Giovani Monza 30 artisti per 5 critici – a cura di Daniele Astrologo Abadal, Valentina Gensini, Ivan Quaroni, Michele Tavola, Marco Tonelli, Serrone della Villa Reale, Monza / 2011 Nouvelle figuration italienne – a cura di Michele Tavola , Galleria Beckel Odille Boicos, Parigi / Padiglione Lombardia della 54° edizione della Biennale di Venezia – a cura di Vittorio Sgarbi, Palazzo Te, Mantova / 2015 Creval Contemporary Galleria Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline, Milano.
lucaconca
VINCENZO GIOVINE
La frana della Val Pola
Il distacco della frana avviene alle 7.23 del 28 luglio 1987.
Dal Monte Zandila (m. 3066 s.l.m.) a partire da una quota prossima ai 2300 una massa stimata in 34 milioni di metri cubi di roccia e terra si stacca e scivola verso valle.
L’enorme massa di materiale detritico raggiunge il fondovalle travolgendo i nuclei abitati del Comune di Valdisotto in particolare la frazione Sant’Antonio Morignone, la contrada Morignone, Piazza e, risalendo sul versante opposto per circa 300 m, San Martino di Serravalle.
Tutti questi centri erano stati preventivamente evacuati.
Viene distrutta anche Aquilone, altra piccola frazione del Comune di Valdisotto situata dalla parte opposta rispetto a Sant’Antonio Morignone, cancellata dalla violenta onda d’urto provocata dallo spostamento d’aria causato dalla frana.
Aquilone non era stata evacuata perchè ritenuta lontana e quindi al sicuro rispetto alla portata della frana. Complessivamente si contarono 29 vittime, 22 abitanti e 7 operai che stavano ripristinando la viabilità della Statale 38.
Il distacco della massa e la sua caduta verso valle sono avvenuti in soli 31 secondi.
La velocità con la quale la massa impatta il fondovalle varia da 275 a 390 km/h.
Il corso del fiume Adda viene completamente ostruito.
Nel fondovalle, nel periodo successivo all’evento, si genera un lago naturale della capacità di 20 milioni di metri cubi.
Ciò che meglio descrive questo epocale imponente fenomeno geologico che ha modificato la morfologia e il paesaggio di una valle sono i numeri che da soli costituiscono l’unico elemento oggettivo in grado di fornire, tramite la loro interpretazione tecnica, una spiegazione scientifica della tragedia avvenuta.
Le parole, invece, sono quelle dette dal padre della Protezione Civile l’onorevole Zamberletti “c’era una frazione, dalla parte opposta di Sant’Antonio Morignone si chiamava Aquilone, nome che non dimenticherò mai finché vivo”.
Vincenzo Giovine
Nato a Milano nel 1966, sposato con Marta, papà di Niccolò Maria.
Geologo libero professionista. Opera da oltre venticinque anni in ambito geologico, geotecnico e ambientale come consulente di amministrazioni pubbliche e società private.
Già Segretario e Presidente dell’Ordine dei Geologi della Lombardia dal 2015 è Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. E’ stato assessore alla Cultura presso il Comune di Casalzuigno in provincia di Varese.
Organizza convegni a tema geologico e ambientale.
Autore di articoli per riviste del settore tecnico. Partecipa a programmi televisivi come geologo.
Conosce la Valtellina per lavoro e la vive nel tempo libero