Da Estancia a Portolano. Pellegrinaggi di Antonio Antony de Witt all’insegna della Croce del Sud – Pinacoteca Servolini – Collesalvetti

Si inaugura giovedì 3 marzo 2022, ore 17,00, alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini (Collesalvetti, via Umberto I, n. 63), la 1° Puntata del Calendario Culturale 2022, “Viandanti d’Europa.
Miti apuani nella Toscana di Pascoli e d’Annunzio”, promosso dal Comune di Collesalvetti, ideato e curato da Francesca Cagianelli, in occasione della mostra Lorenzo Viani. L’incubo del segno (fino al 7 aprile 2022, tutti i giovedì, ore 15.30-18,30 e su prenotazione per piccoli gruppi al numero: 392-6025703).
Concepita come puntata “ponte” tra la Livorno primonovecentesca più cosmopolitica e la Versilia dominata dalle sorti del cosiddetto Manipolo dell’Apua, costituito intorno al 1910 dal poeta Ceccardo Roccatagliata Ceccardi (Genova, 6 gennaio 1871 – Genova, 3 agosto 1919), la conferenza di Francesca Cagianelli, conservatrice della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, dal titolo Da Estancia a Portolano. Pellegrinaggi di Antonio Antony de Witt all’insegna della Croce del Sud, intende ripercorrere l’ancora troppo misconosciuta carriera del livornese Antonio Antony de Witt, celebrato per l’ultima volta nella prestigiosa monografica accolta nel 1998 alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, ma mai più ricordato sul nostro territorio, eppure personaggio di assoluta eccezione, forse il più colto e internazionale, nell’ambito della temperie artistica e culturale del primo Novecento labronico.
Selezionato come evento inaugurale del Calendario Colligiano, il focus dedicato ad Antony de Witt punta a tratteggiare il mito del viandante, ripercorrendone le numerose linfe poetiche che ne alimentano il corso nella Toscana primonovecentesca, prima tra tutte quella dannunziana, fino ad attingere una vera e propria codificazione nel cenacolo apuano di inizio Novecento.
Ecco dunque la necessità di riproporre al grande pubblico alcuni episodi sommersi della complessa e raffinata produzione letteraria del livornese, a partire dal romanzo intitolato Estancia, dove la tematica del viandante è adombrata nelle ultime pagine, dedicate alla conclusione del soggiorno argentino e all’inizio delle peregrinazioni oceaniche (narrate poi in Portolano II, datato In Oceano, l’anno 1924), in una plateale allusione alla temperie delle Laudi dannunziane, destinate a costituire una sorta di catalizzatore per quel che riguarda la definizione del mito dell’ulisside.