Luciano Maciotta – Energy is in the air – MACIST – Biella
Luciano Maciotta
Energy is in the air
a cura di Mark Bertazzoli
Vernissage: sabato 30 aprile 2022, ore 17.00.
In occasione dell’inaugurazione della mostra personale l’artista donerà l’opera «Black Hole Orange» (2020) alla Fondazione Edo ed Elvo Tempia Valenta per la lotta contro i tumori, che entrerà così a far parte della collezione museale.
Luciano Maciotta, artista guidato dalla ragione e scienziato incline all’immaginazione, presenta al MACIST una serie di innovativi progetti estetico-ambientali. Il risultato è un’appassionata riflessione, logica ed ecosostenibile, sulle energie invisibili che si nascondono nell’atmosfera. Una visione illuminante sospesa tra arte e scienza.
La ricerca artistica di Luciano Maciotta prende inizio dai laboratori di ricerca, dove – come ingegnere – si occupava di luce e fenomeni elettrici. Dopo la fascinazione giovanile per le opere di Castellani e la realizzazione dei primi lavori pittorici, Maciotta si rende conto che servirsi dell’energia è per lui un’esigenza indispensabile. Energia intesa non solo come argomento di studio scientifico ma anche come soggetto di ricerca artistica personale. Il suo lavoro si trasforma così in una “rappresentazione”, a volte più vicina all’estetica a volte preminentemente concettuale, di fenomeni naturali e scientifici; ogni opera costituisce, infatti, un’integrazione, un tentativo di sviluppo nel dialogo intrinseco tra arte e scienza. Esemplare, in tal senso, era stato l’imponente lavoro Lightning Field, realizzato da Walter De Maria nel 1971 nel deserto del Nuovo Messico.
Dopo molteplici e affascinanti installazioni luminose a LED – come quella monumentale del 2010 presso la Rotonda della Besana, a Milano -, Maciotta si allontana gradualmente dall’elemento luminoso fine a sé stesso, così come si distacca anche dal concetto di quadro o scultura. Le sue opere diventano dei sistemi raffinati e ingegnosi, strumento utile per sensibilizzare il pubblico sul tema delle energie invisibili che governano il pianeta. Secondo l’artista, difatti, l’arte dovrebbe quasi sempre erigere un “ponte” verso la scienza, divenendo un mezzo per diffondere nuove conoscenze scientifiche e educare a sane e intelligenti nuove possibilità energetiche.
Le installazioni proposte da Luciano Maciotta si avvalgono, quindi, di appurate ricerche scientifiche, già note agli addetti ai lavori, ma le cui potenzialità devono tuttora essere riesaminate, alla luce dei profondi cambiamenti dello scenario globale. Questi dispositivi, che presentano in ogni caso anche una pregevole valenza estetica, stimolano particolarmente il fruitore e lo costringono a ragionare, per comprendere meglio gli stratagemmi che si nascondono – citando Lucio Fontana – nei «mezzi nuovi che la tecnica mette a disposizione». Il nuovo codice artistico proposto da Maciotta non è solamente visivo o concettuale, ma profondamente etico, nel suggerirci nuove vie che possiamo percorrere sulle energie, per un approccio più consapevole e ecosostenibile.
Il percorso espositivo ha inizio con la grande installazione Energia dall’atmosfera, che peraltro porge anche il titolo alla mostra. Si tratta di un’installazione prettamente teorica, seppur supportata da diversi anni di sperimentazione in laboratorio, e costituisce un’esemplificazione sul tema dell’energia atmosferica. Un’antenna di captazione, agganciata a un prototipo di pallone aerostatico, cattura l’energia presente nell’aria e la convoglia – attraverso un cavo di rame isolato – a un motore elettrostatico a “effetto corona”, che trascina a sua volta un generatore che produce energia elettrica. La corrente, generata a bassa tensione, alimenta i led nascosti all’interno di una singolare mappa celeste, composta da costellazioni, stelle e buchi neri. Per questa realizzazione Luciano Maciotta si è ispirato, concretamente, agli esperimenti con palloni aerostatici condotti da Hermann Plauson prima (alla fine degli anni venti del XX secolo) e dal professor Oleg Jefimenko successivamente (nel 1970). La possibilità, per gli esseri viventi, di trarre energia elettrica anche dall’atmosfera è meno utopistica di quanto possa sembrare.
Un’altra ragguardevole opera sul tema dell’energia “ambientale” è la suggestiva e colorata No wires: energia radiante. Cinque vivaci lampade al neon senza fili, disposte in diagonale su sfondo nero, sono alimentate dalle onde elettromagnetiche prodotte da una bobina di rame, posta nel retro. In questo caso l’idea proviene direttamente da quel genio visionario che per primo scrisse a proposito di un’energia “libera” e wireless: Nikola Tesla. Lo scienziato statunitense scrisse nel 1904: «É solo questione di tempo perché l’uomo abbia successo nella realizzazione del collegamento delle sue macchine al rotismo della natura».
La mostra si conclude con Black Hole Orange, un avvincente acrilico su tela che illustra una vorticosa e geometrica spirale dai toni arancioni. Al centro del gorgo, proprio all’interno di un esagono, è situato un seducente buco nero. In opposizione a quanto compiuto per decenni, attraverso un lungo processo di ricerca e interpretazione della luce, Luciano Maciotta si lascia ora attirare dagli agenti dell’universo e in particolare si abbandona ai buchi neri, assenza totale di ogni luce.
Mark Bertazzoli, marzo 2022
Luciano Maciotta
Luciano Maciotta è nato a Milano nel 1943; vive e lavora tra Monza e Villasanta.
Artista ed ingegnere, il suo progetto artistico è da sempre articolato su Arte e Scienza, lungo i percorsi dell’astrazione geometrica con inserimento di LED dietro la superficie dipinta o, nelle sculture, come proiezione nello spazio. Ha praticato a lungo lo spazialismo con l’inserzione di LED e batterie. La conoscenza dei fenomeni luminosi, dei LED e dei tessuti stretch, lo ha portato a far interagire la luce artificiale che filtra dal tessuto con la pittura “vera e propria” con cui ha realizzato in particolare le serie dei Veli, Spirali, Spazio Energia ecc. Dal primo decennio del nuovo secolo ha realizzato installazioni e opere concettuali di Environmental Art, basate su studi e ricerche condotte nel laboratorio-officina di Villasanta per produrre energia elettrica da Aria, Acqua di mare e frutti della Terra (limoni, ecc.). Da questi è possibile ricavare, a costi minimi, energia elettrica per migliorare la condizione in cui si trovano ancora oggi un miliardo di abitanti nel mondo senza accesso all’energia elettrica. Organizza e partecipa a dibattiti su Arte e Scienza e sulle FreeEnergy. Collabora con la rivista-contenitore dell’Associazione Viareggina BAU e con la Fondazione tedesca Plant for the Planet. È membro dell’Associazione AIAP (Association Internationale des Arts Plastiques).
Mark Bertazzoli
Mark Bertazzoli, storico e critico d’arte, nasce nel 1986 a Biella, dove vive e lavora. Nel 2011 si laurea in storia contemporanea presso l’Università degli studi di Milano con la tesi “Una collana storica nell’Italia fascista. I Libri verdi Mondadori tra storia e romanzo (1932-1941)”, che pubblica nel 2013 per Edizioni Unicopli. Appassionato di arte contemporanea, nel 2014 conosce Omar Ronda che lo sceglie come assistente e lo nomina curatore del MACIST (Museo d’Arte Contemporanea Internazionale Senza Tendenze) di Biella-Riva. Presso il MACIST organizza e cura importanti mostre dedicate ad artisti contemporanei italiani e internazionali, tra cui Robert Rauschenberg, Michelangelo Pistoletto, Ugo Nespolo, Bertozzi & Casoni, Umberto Mariani, Luca Alinari e Plinio Martelli. Nel 2017 cura la doppia personale di Francesco Capello e Omar Ronda dedicata al mito Ferrari presso il Museo Ferrari di Maranello e ARC Gallery (Monza). Nel 2018 cura al MACIST una grande mostra collettiva dedicata alla Vespa Piaggio con opere di trentasei fra i maggiori artisti italiani contemporanei. Come responsabile dell’Archivio storico Omar Ronda, è co-autore, insieme a Vittoria Coen, del Catalogo ragionato dell’artista biellese, pubblicato da Skira nel 2019. Nel 2020/21 organizza e cura le due personali di Danilo Marchi “Back to Life” (Galleria Marelia, Bergamo) ed “Electric Hexagons” (Biella); seguono “R.E.M.I.D.A. – The Gold factory” a Biella e “Gianni Depaoli – Hope”, presso il Palazzo della Regione Piemonte a Torino.
M.A.C.I.S.T. Museum
Via Costa di Riva 9, Biella (13900)
info@macist.it; museo@macist.it; +39 338 8772385
Il “Museo d’Arte Contemporanea Internazionale Senza Tendenze”, nasce da un’idea del maestro Omar Ronda, dalla sensibilità di alcuni collezionisti e molti artisti di fama internazionale che hanno deciso di donare e di mettere a disposizione le proprie opere con il fine di sostenere le attività di prevenzione, cura e ricerca della Fondazione Edo ed Elvo Tempia, da oltre 40 anni impegnata nella lotta contro i tumori.
Per questo motivo il MACIST – essendo stato realizzato a beneficio di un ente morale di eccellenza sul territorio – si definisce come museo “etico e democratico”. La sfida etica che si pone il MACIST è quella di valorizzare e far conoscere l’arte contemporanea mondiale, senza tendenze e nelle sue migliori espressioni qualitative, sostenendo al contempo le attività di ricerca oncologica. In tal senso i visitatori del Museo rivestono il ruolo di destinatari di cultura e allo stesso tempo di protagonisti attivi nella lotta contro il cancro. Il MACIST si definisce inoltre come realtà “democratica” per due motivazioni: innanzitutto l’accesso agli spazi museali è completamente libero e gratuito sia per le collezioni permanenti che temporanee; in secondo luogo poiché non è presente una tendenza artistica preponderante tra le opere della collezione permanente. La collezione permanente costituisce un’interessante selezione delle più importanti correnti artistiche contemporanee dagli anni sessanta a oggi: Pop Art, Noveau Réalisme, Avanguardie e Avanguardie storiche, Arte povera, Neoespressionismo, Minimalismo, Transavanguardia, Arte concettuale, Nuovo Futurismo, Iperrealismo, ecc.
Il MACIST è ubicato in una posizione strategica: a Biella, nel rione Riva, all’interno della cosiddetta “isola della creatività”, a due passi da via Italia, principale arteria del centro città. Lo spazio museale, inaugurato il 14 marzo 2015, è accessibile, liberamente e gratuitamente, nei giorni di sabato e domenica dalle ore 15 alle 19,15, esclusi luglio e agosto.
L’edificio che ospita il Museo, sapientemente restaurato, presenta una superficie superiore ai 700 m2 e si trova all’interno dell’antica “Fabbrica dell’Oro” (1901) di Giuseppe Gualino (padre del più noto Riccardo, grande imprenditore biellese e collezionista d’arte), esempio di archeologia industriale e importante punto di riferimento per quanto riguarda l’arte orafa nell’Italia dei primi del novecento. Gli spazi si compongono innanzitutto di un’esposizione permanente, che raccoglie
150 opere e installazioni di 120 artisti italiani e internazionali (questi ultimi provenienti da ben 23 paesi diversi).
Il Museo si compone inoltre di una sala per proiezioni video e di una parte destinata esclusivamente a mostre temporanee. Dall’apertura a oggi sono state realizzate numerose mostre, tutte di grande successo di critica e pubblico: “Andy Warhol & Company”; “Plastica italiana”; “Michelangelo Pistoletto. Opere storiche dal 1959”; “Umberto Mariani: Prima del Piombo. Opere storiche”; “Luca Alinari. Sconosciuti anni Settanta”; “Bertozzi & Casoni. Grandi Ceramiche”; “Omaggio a Plinio Martelli”; “Ugo Nespolo. Opere storiche”, “Robert Rauschenberg – XXXIV Tavole per l’Inferno di Dante”; “Arte Africana. Dal tradizionale al Contemporaneo”; “La Vespa nella Storia e nell’Arte”; “Omar Ronda. Osiris”; “Omar Ronda. Anthology”; “Gianni Depaoli – Hope”; “Danilo Marchi – Electric Hexagons”; “R.E.M.I.D.A. – The gold factory”.
La presidenza è affidata a Mariella Genova Ronda.
Il curatore del Museo è Mark Bertazzoli.
Informazioni pratiche:
Vernissage: sabato 30 aprile 2022, ore 17.00.
Orario: sabato e domenica ore 15.00-19.15
Biglietti: ingresso libero con offerta
Autori: Luciano Maciotta
Genere: Arte moderna e contemporanea, personale
Catalogo: in galleria (Tipolitografia Botalla, Gaglianico, Biella)
Curatori: Mark Bertazzoli