La Fondazione Magnani-Rocca è aperta per tutto il weekend lungo del 25 aprile e anche il 1° maggio.
Chi ama l’arte non è mai solo. È invitato a palazzo mentre Goya dipinge l’Infante di Spagna e la sua giovane moglie, se allunga l’orecchio può sentire perfettamente i pettegolezzi di corte.
E’ sul palcoscenico e trema di paura con Gertrude e Amleto davanti al fantasma di Laerte dipinto da Füssli. È con Giorgio De Chirico in una piazza italiana in cui le ombre non sono mai quello che sembrano. È con Monet sulla scogliera di Pourville e guarda nascere il sole, tutto si colora di rosa come il primo mattino del mondo.
Chi ama l’arte non vive mai solo, così era per Luigi Magnani, in un continuo dialogo quasi amoroso con i Capolavori della sua Collezione nella Villa di Mamiano, così come lo ricorda Vittorio Sgarbi.
Anche il 25 aprile e il 1° maggio la Fondazione Magnani-Rocca è aperta a tutti gli amanti dell’arte. Sono giorni di festa, ideali per sperimentare quella sensazione irripetibile che Umberto Eco chiamava “un’immortalità all’indietro” con i Capolavori della collezione permanente, la grande mostra Lucio Fontana. Autoritratto e la mostra focus su Pasolini.
Visite guidate — Anche in occasione del Ponte del 25 Aprile – 1 Maggio è possibile visitare la mostra su FONTANA accompagnati da una guida specializzata. Sabato alle 16.30, Domenica 24, lunedi 25 Aprile e 1 Maggio alle 11.30, 16.00 e 17.00.
Per partecipare basta inviare una mail a segreteria@magnanirocca.it, oppure presentarsi all’ingresso del museo, fino a esaurimento posti, costo €17 (ingresso e guida).
LUCIO FONTANA / LE OPERE
Con quel braccio alzato e una specie di punteruolo sospeso nel gesto di bucare una tela immaginaria, il Fiocinatore è un autoritratto inconsapevole
Nella incredibile sala dei metalli, vicino al rame abbagliante di New York 10 e al bronzo oscuro della “Nature” c’è un uomo immobile, intento nell’atto di colpire qualcosa con un lungo attrezzo che sembra un punteruolo o una fiocina.
Destinata inizialmente ad un mercato del pesce di Milano, è un’opera di un giovane Lucio Fontana realizzata negli anni 1933-34.
Fontana è ritornato in Italia dall’Argentina da pochi anni, si è diplomato all’Accademia di Brera dove ha avuto come maestro il grande Adolfo Wildt. Vuole imparare le tecniche e l’arte tradizionale, ma ha già intenzione di allontanarsene per sperimentare una nuova dimensione creativa. In questa statua si può vedere l’impostazione classica dei suoi studi, come ad esempio il richiamo alla statuaria ellenistica, ma si intuisce già una volontà di staccarsi dalla figura, andare oltre, inventare linguaggi nuovi.
Le forme umane sono abbozzate, sfuggenti, e tutta la figura di gesso è dipinta con una patina d’oro che cerca di annullare completamente ogni pretesa di rappresentazione realistica come già era successo con l’Uomo nero, opera oggi andata perduta. Il Fiocinatore con quel braccio alzato e una specie di punteruolo è diventato ora quasi un involontario autoritratto di Fontana, sospeso nel gesto di bucare una tela immaginaria.
Puoi vederlo dal vero alla Villa dei Capolavori nella mostra Lucio Fontana Autoritratto.
L’esperienza della mostra dedicata a Lucio Fontana continua tra le pagine del catalogo ufficiale edito da Silvana editoriale. Un prezioso volume con grandi immagini a colori che riproducono tutte le opere in mostra alla Villa dei Capolavori.
E ancora saggi di importanti studiosi che raccontano la vicenda creativa di un genio rivoluzionario dell’Arte del Novecento.
Fondazione Magnani-Rocca
Il Fiocinatore (o pescatore) 1933 – 1934 CSAC, Università di Parma
“Il Fiocinatore è un’autoritratto inconsapevole” scritto da Matteo Martignoni