L’arte informale di Fulvio Gavinel – ARCHIVIO GALLERIA LAZZARO
L’arte informale di Fulvio Gavinel
dal 4 al 18 ottobre 2022
Inaugurazione
Martedì 4 ottobre, ore 17,00
Via Cenisio, 50 – Milano
ARCHIVIO GALLERIA LAZZARO by Corsi
Cocktail
Biografia di FULVIO GAVINEL
Fulvio Gavinel nasce a Bologna nell’ottobre del “47, e nella sua città natale vive e opera. Il padre di Fulvio, pur non avendo frequentato nessuna scuola d’arte, sapeva costruire le immagini seguendo i suoi impulsi più intimi e sensibili. Fu il padre che, vedendolo ammirare i suoi dipinti e i suoi disegni, si accorse del grande interesse del figlio per le sue opere e del suo amore per l’arte. Gli insegnò quindi a realizzare i primi disegni accompagnandolo inoltre a visitare diverse mostre per allargare le sue cognizioni artistiche e per permettergli di cogliere nelle opere analizzate palpiti di poesia, ideali o trasfigurazioni. Con il trascorrere degli anni il giovane Fulvio si interessa a numerose mostre di validi artisti trovando in essi lo spunto per disegnare paesaggi e nature morte. La sua vera e autentica attività artistica inizia nell’anno 1973 quando dal posto di lavoro, con amici interessati all’arte, si parlava delle suggestioni naturalistiche o delle ricerche dei maestri pittori. Decide allora, dopo profonda meditazione, di prendere in considerazione ciò che prima utilizzava (non osa dire creava) come attività ludica, e decide di frequentare “il Centro Mascarella d’Arte” diretto dal Maestro Alcide Fontanesi, nell’anno 1978. Da questo momento studia attentamente il valore e l’importanza dei colori, i loro accostamenti, la prospettiva, il punto di contatto tra emozione ed invenzione. Colori e forme del figurativo ad un certo momento non lo affascinano più. La scoperta per lui nuova dell’astrattismo (siamo nel 1984) acquista per lui un particolare rilievo.
Allorché Fulvio Gavinel facendo una ricerca dentro una realtà personale, un messaggio sospeso ai meandri della fantasia, dapprima usando colori a tempera e acrilico, in seguito su legno astratto come punto di riferimento.
È uno strappo formale, uno stimolo che lo spinge ben più addentro alle cose. Egli giunge alla conclusione che l’arte vera è sintetica, e che non vi è sintesi senza sobrietà, generalità e concretezza. Il desiderio di Fulvio Gavinel è quello di rimanere a stretto contatto con la natura e con l’arte popolare: entrambi inalterabili e lontane dalla speculazione; entrambe ricche di una bellezza che non ha niente che fare con le manipolazioni del mondo dell’arte. Ma ciò che indica soprattutto la fecondità e l’originalità delle sue ricerche è il nuovo modo di concepire tutto ciò che lo circonda, con commozione e fantasia che riunisce in sé vari elementi di bellezza sentimento e poesia. Opere non circoscritte da un confine, non limitate da una necessità decorativa. Le macchie, le strisce cromatiche o i graffi suggeriscono una maggiore vastità di orizzonti, uno spazio infinito oltre il finito delle forme.
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