Collica & Partner – Artissima 2022
Dal 3 al 6 novembre 2022 la Collica & Partners ha il piacere di presentare per Artissima 2022 Main Section: Corridoio: Light Blue – stand n. 1 / Corridoio Gray – stand n. 2
Gli artisti coinvolti sono:
Francesco Balsamo, Federico Baronello, Barbara Cammarata, Mauro Cappotto, Francesco Di Giovanni, Gummy Gue (Marco e Andrea Mangione), Francesco Lauretta, Carmelo Nicosia, Andrea Santarlasci, Michele Spadaro, Vito Stassi e Viola Yeşiltaç.
La crisi che sta attraversando l’Europa impone al mondo dell’arte nuove riflessioni sia sui contenuti sia sulle metodologie di lavoro da seguire. Un’instabilità perpetua che si propaga dai grandi centri alle periferie, la percezione di vivere realtà nebulose condizionate da informazioni contrastanti, nuove emergenze che incidono sulla nostra quotidianità, ad esempio limitando la mobilità a cui un tempo eravamo abituati. Questi sono alcuni tra i tanti segnali che ci hanno spinto a porre maggiore attenzione verso ciò che ci è più prossimo.
Questo stato delle cose potrebbe condurre ad abbandonare certi automatismi propri delle periferie, come l’abitudine di seguire se non imitare le tendenze espresse dai centri internazionali, e, invece, indurre il moltiplicarsi, a livello globale, di localismi operosi e virtuosi.
Così, rispetto al passato, diviene ancor più importante valorizzare il patrimonio culturale contemporaneo del proprio territorio. Rafforzare, in questo senso, l’identità di quella che un tempo era periferia e che ora, in una visione più attuale, orizzontale e multicentrica, si manifesta in contesti che affiorano con la loro genuinità in un’accresciuta visibilità, pronti a confrontarsi su standard qualitativi internazionali.
A questo proposito ci piace appellarci ad una specificità siciliana, declinata con ironia in Specialità, che propone e rilancia un dialogo, con il resto del mondo, fatto di scambi e confronti basati su una narrazione schietta e diretta.
Non un riferimento a un semplice gruppo di ottimi artisti, che opera secondo peculiari regole estetiche, ma ad un sistema complesso di soggetti che condividono i valori che sono alla base della loro stessa tipicità, in vari campi del settore pubblico e privato. Di questa specificità, gli artisti ne modellano la complessità, e, con atteggiamenti liberi da consuetudini e mode, conferiscono all’insieme ulteriore varietà di espressioni e offrono numerosi e attuali temi di confronto.
La mostra offre una lettura dell’arte secondo tempi e regole sovvertite, attraverso una selezione di opere e di artisti frutto di un lungo percorso di ricerca realizzato a partire dal 1996. L’allestimento prevede alcuni abbinamenti con opere di maestri siciliani del ‘900, rintracciate nel magazzino dei ricordi con lo stesso atteggiamento della famosa mostra di Andy Warhol Raid the Icebox I al RISD Museum di Road Island. A queste fanno eco i lavori di Andrea Santarlasci e Viola Yeşiltaç, autori “esogeni”, ma ai quali siamo molto legati e interessati, la cui presenza segnala la volontà di apertura e dialogo con differenti contesti che caratterizzano la ricerca della galleria.
La scelta è caduta su autori che esprimono una poetica basata su un approccio esperienziale e lirico, e propongono una narrazione capace di stimolare visioni soggettive, critiche e partecipate, figure che condividono con noi obiettivi e strategie utili alla diffusione della cultura contemporanea in Sicilia.
I siciliani sono un eterogeneo gruppo di autori il cui unico minimo denominatore comune è un carattere specifico eco di un genoma che difficilmente perde memoria di una terra ricca di cultura e ingegno, capace di generare fascinazione anche nelle forti contraddizioni che manifesta. Artisti che ereditano dalle precedenti generazioni il fardello di una marginalità cronica nel mercato dell’arte, paradossale visto il grande interesse da sempre espresso dalla critica nazionale nei loro riguardi. Oggi operano in sintonia con la sperimentazione più attuale, a confronto con i temi più urgenti e dibattuti della contemporaneità, senza tuttavia perdere quella singolarità espressiva che li rende diversi tra loro e lontani da qualsiasi brand internazionale.
L’abbinamento con Andrea Santarlasci è un atto dovuto visto che l’artista pisano è una delle figure più rappresentative di quella generazione che negli anni ’90 ha cambiato la prospettiva con cui guardare il mondo, attraverso una esperienza diretta piuttosto che contemplarlo dagli studi, una nuova pratica che ha consentito di scrivere le regole che a distanza di trenta anni rappresentano punti fermi dell’estetica contemporanea.
Così come la scelta di Viola Yeşiltaç è legata ad un’altra grande vicenda dell’Arte vissuta durante le grandi crisi che hanno caratterizzato l’inizio del nostro secolo. Artisti la cui poetica è stata in parte condizionata da uno status sociale faticoso e precario. Tali difficoltà hanno influito in modo rilevante sul modo di guardare alla vita e di pensare l’Arte suggerendo temi e regole che riflettono sul ruolo dell’artista nella società contemporanea.
Lo stand racconta un percorso affrontato con alcuni di essi fin dagli anni novanta, Federico Baronello, Mauro Cappotto, Carmelo Nicosia e Andrea Santarlasci, quando appunto l’artista attraversa le finestre dello studio per vivere una esperienza diretta nel mondo. Come se fossero poeti o scrittori, antropologi, sociologi, scienziati, in grado di utilizzare il linguaggio dell’arte per rappresentare, attraverso il filtro della memoria, l’emozione di valori più antichi su cui si fondono i principi del nostro vivere e nuovi argomenti critici.
Un viaggio che prosegue con Francesco Balsamo e Viola Yeşiltaç, appartenenti ad una generazione che, all’inizio del nuovo secolo, manifesta un’arte che si presta ad una lettura più intima e vicina alla storia della gente, un operare che dal sacro e impenetrabile white cube, sposta l’interesse verso una dimensione più domestica, fatta di esperienze semplici, ma ricche di significati.
Una esperienza di cui hanno fatto tesoro artisti più giovani come il collettivo Gummy Gue che in tempi più recenti, accogliendo le istanze di una società disillusa e triste, indirizza la propria ricerca su luoghi dove i più giovani consumano riti collettivi e quotidiani, scuole, campi da gioco, facciate anonime, innescando ulteriori processi di integrazione dallo spettro più ampio. E con artisti come Francesco Di Giovanni che affronta temi sociali e politici in presa diretta, attento a quell’umano rispetto spesso latitante nelle visioni più voyeuriste e scioccanti. E quindi Michele Spadaro, il più giovane artista proposto, che utilizzando tecnologie innovative nel campo del suono, evoca esperienze che catapultano il fruitore in contesti di grande suggestione, come nel cuore dell’Etna, accessibili solo attraverso esperienze metalinguistiche.
Un ulteriore percorso che prosegue con Barbara Cammarata, Francesco Lauretta e Vito Stassi, grazie ai quali affrontiamo la questione pittura attenti a quanto la tradizione italiana ha espresso ed esprime oggi nelle forme più attuali e presenti alla ricerca internazionale, che ha in Sicilia un esempio di rara unicità.
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