La BEATA RIVA – finissage giovedì 16 febbraio 2023 alle ore 18.00, nei locali di Fondazione Livorno
Giovedì 16 febbraio 2023 alle ore 18.00, nei locali di Fondazione Livorno
Piazza Grande 23
finissage
della mostra
La BEATA RIVA
Gino Romiti e lo spiritualismo a Livorno
Protagonisti e Cenacoli
tra la Scuola di Guglielmo Micheli
il Caffè Bardi e Bottega d’Arte
Gino Romiti, la nipote e gli altri
reading di
Riccardo De Francesca Emanuele Gamba
Eleonora Zacchi
Interverranno:
Luciano Barsotti Presidente Fondazione Livorno
Adriana Ciurli Assessore alla Cultura Comune di Collesalvetti
Marcello Murziani Vicepresidente Fondazione Livorno – Arte e Cultura
Francesca Cagianelli Curatrice
INFO: Fondazione Livorno 0586 826133
www.fondazionelivorno.it
Ancora pochi giorni per visitare la mostra La Beata Riva. Gino Romiti e lo spiritualismo a Livorno. Protagonisti e Cenacoli tra la Scuola di Guglielmo Micheli, il Caffè Bardi e Bottega d’Arte.
Promossa da Fondazione Livorno, Fondazione Livorno – Arte e Cultura e Comune di Collesalvetti è curata da Francesca Cagianelli e allestita contemporaneamente in due sedi: nelle sale espositive della Fondazione e presso la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini di Collesalvetti.
Giovedì 16 febbraio sarà l’ultimo giorno di esposizione e la mostra chiuderà i battenti con un finissage d’eccezione. Nella Sala Cappiello di Fondazione Livorno, Riccardo De Francesca, Emanuele Gamba e Eleonora Zacchi metteranno in scena un reading site-specific dedicato a Gino Romiti. Il testo, di Stefania Fraddanni, rielabora stralci di lettere, documenti, articoli e interviste che aiutano a comprendere la personalità e la vita dell’artista.
Il profilo che ne emerge è quello di un pittore cresciuto in una famiglia molto povera, allievo di Fattori e Micheli, che lavora duramente per realizzare il sogno di dipingere. Incontrerà artisti e intellettuali di primo piano e anche la regina Elena, diventerà amico di Mascagni, coltiverà una grande passione per la musica e per la spiritualità ed anche una fede inossidabile. Ma soprattutto conoscerà perfettamente il panorama artistico europeo ed elaborerà una sua teoria filosofica sulla funzione dell’arte, assimilando alla follia certe espressioni “distruttive” della pittura contemporanea.
Come uomo, sarà molto apprezzato per la sua generosità e umanità.
La mostra ha ottenuto un grande successo di pubblico nelle due sedi espositive ed è stata accompagnata da conferenze dedicate, a cura di Francesca Cagianelli, Gianni Schiavon, Emanuele Bardazzi e Massimo Introvigne. Nel suo percorso, la rassegna ha tracciato l’evoluzione stilistica dell’artista livornese maturata grazie all’incontro con il belga Charles Doudelet e alla devozione tributata fin dal 1906 a Vittore Grubicy De Dragon, sullo sfondo dell’ondata spiritualistica che travolge i circuiti artistici cittadini, tra la Scuola di Micheli, il Caffè Bardi e Bottega d’Arte. In una Livorno attraversata dai miti dannunziani e dalle teorie estetiche di Angelo Conti, oltre che dall’eco horror dei racconti fantastici di Edgar Allan Poe filtrata dalle traduzioni firmate da Charles Baudelaire, fondi marini e antichi giardini diventano teatri di visioni spirituali. Lo confermano le sirene fluttuanti tra la flora e la fauna degli abissi vagheggiati da Gino Romiti, così come i suoi parchi e angoli d’orto che si trasformano in misteriosi labirinti dove resta possibile intraprendere un percorso iniziatico. Sono proprio alcune testimonianze pittoriche e grafiche emerse dalla perlustrazione dell’Archivio Romiti ad aver consentito l’indagine approfondita di un capitolo completamente inedito nell’ambito della pluriennale carriera stilistica di Gino Romiti, quello cioè riconducibile al sodalizio instauratosi nella Livorno primonovecentesca intorno alla carismatica personalità del letterato ragusano Enrico Cavacchioli (Pozzallo, 15 marzo 1885 – Milano, 4 gennaio 1954). Proprio nella ricorrenza del 160° dalla nascita di Gabriele d’Annunzio ((Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1° marzo 1938), questa mostra ha costituito un’occasione unica per assaporare una stagione culturale estremamente importante per la Livorno primonovecentesca, pervasa dalla diffusione del verbo di Gabriele d’Annunzio e dall’estetica dello scrittore e filosofo Angelo Conti (Roma, 21 giugno 1860 – Napoli, 8 luglio 1930).
Gli attori:
Riccardo De Francesca
Attore. Consegue la laurea in Giurisprudenza e successivamente l’abilitazione alla professione di Avvocato.
Fondatore della Compagnia Teatrale Contrada Badessa, si è formato presso La Scuola Teatro dei Colli di Bologna. Ha preso parte a numerosi laboratori e seminari. Doppiatore e voce narrante per diversi radiodrammi e documentari. Collabora dal 2007 con il Teatro Belli di Roma, diretto da Antonio Salines, con il quale ha messo in scena numerosi lavori, fra i quali citiamo “Il Martirio del Pastore”, per la regia di Maurizio Scaparro, “Luci della Ribalta”, per la regia di Giuseppe Emiliani, “Neurotandem”, per la regia di Antonio Salines. Ha recitato, fra gli altri, con Antonio Salines, Vittorio Viviani, Edoardo Siravo, Gianni De Feo, Francesca Bianco, Guglielmo Guidi. È stato diretto, fra gli altri, da Maurizio Scaparro, Antonio Salines, Carlo Emilio Lerici, Giuseppe Emiliani.
Emanuele Gamba
Regista di opera, prosa e musical, da anni collabora con Francesco Niccolini, Daniele Abbado, Michele Guardi, Arca Azzurra e la Prod. Todomodo per la quale firma le regie di “Spring awakening” e “Musica Ribelle”.
Dalla collaborazione con la Maison Pierre Cardin nasce lo spettacolo “Dorian Gray” (tour nazionale ed internazionale).
Dirige due monologhi prodotti dal Teatro Nazionale della Toscana: “Truman Capote. Questa cosa chiamata amore” di Massimo Sgorbani con Gianluca Ferrato e “Emily Dickinson. Vertigine in altezza” di Valeria Moretti con Daniela Poggi.
Dal 2008 insegna Arte scenica in vari Conservatori italiani.
Sue ultime regie di prosa “Viktor und Viktoria” con Veronica Pivetti e “Bartleby, lo scrivano” con Leo Gullotta. Nel gennaio 2022 firma la regia di “Casanova – opera pop” di Red Canzian (tour nazionale ed internazionale).
Eleonora Zacchi
Attrice, regista e drammaturga. Nel 1993 consegue il diploma presso l’Istituto d’Arte Drammatica di Lucca. Successivamente amplia la propria formazione artistica partecipando a numerosi laboratori di perfezionamento quali per citarne alcuni: “perfezionamento dell’attore” organizzato dallo Teatro Stabile delle Marche, il laboratorio dei Magazzini Criminali di Firenze con Narcisa Bonati. Consegue la laurea in Giurisprudenza e successivamente l’abilitazione alla professione di Avvocato
Dal 2015 è Direttrice Artistica del Teatro Centro Artistico il Grattacielo di Livorno.
Ha lavorato in teatro con Antonio Salines, Maurizio Scaparro, Carlo Emilio Lerici, Marco Messeri, Marco Giorgetti, Edoardo Siravo. Nel cinema, diretta da Francesca Archibugi, Paolo Virzì, Emanuele Barresi, Lino Capolicchio. Scrive e riadatta per il teatro diversi testi tra i quali “Luci della Ribalta” di Charlie Chaplin, il “Martirio del Pastore” di Rovinsky.