LE DOMENICHE DEL CENTRO CAGIANELLI PER IL ‘900 – Futurismi versus Metafisica
LE DOMENICHE DEL CENTRO CAGIANELLI PER IL ‘900
Calendario Culturale promosso dal Centro Cagianelli per il ‘900
in collaborazione con Fondazione Pisa e Fondazione Palazzo Blu, MEDIA PARTNER
e con gli Amici dei Musei e dei Monumenti Pisani, ideato e curato da Francesca Cagianelli
Centro Cagianelli per il ‘900, Pisa, viale delle Cascine, n. 8
4° DOMENICA: 16 aprile 2023, ore 11.00
Futurismi versus Metafisica
Ruggero Alfredo Michahelles aeropittore e scenografo
conversazione tenuta da Alessandra Scappini
storica e critica dell’arte contemporanea
Presidente di SINCRESIS, Associazione culturale per le Arti Contemporanee
coordinata da Dario Matteoni
storico dell’arte, direttore dell’Accademia di Belle Arti “Alma Artis”, Pisa
introdotta da Pierpaolo Magnani
Assessore alla Cultura del Comune di Pisa
Seguirà cocktail
In programma domenica 16 aprile 2023, ore 11.00, la 4° e ultima Puntata straordinaria del Calendario Culturale dal titolo “Le Domeniche del Centro Cagianelli per il ‘900”, promosso dal Centro Cagianelli per il ‘900 (Pisa, viale delle Cascine, n. 8), in collaborazione con Fondazione Pisa e Fondazione Palazzo Blu, MEDIA PARTNER, e con gli Amici dei Musei e dei Monumenti Pisani, ideato e curato da Francesca Cagianelli.
In linea con la mission di promuovere la cultura figurativa del Novecento toscano, italiano ed europeo, il Centro Cagianelli per il ‘900, incluso recentemente nella rete museale cittadina, “Pisa Percorsi Museali”, punta i riflettori su alcuni highlights della propria raccolta.
Il 16 aprile 2023 è la volta della 4° e ultima Domenica del Centro Cagianelli per il ‘900 (Sala dei Bucciotti, Centro Cagianelli per il ‘900), dal titolo “Futurismi versus Metafisica: Ruggero Alfredo Michahelles aeropittore e scenografo”, conversazione tenuta da Alessandra Scappini, storica e critica dell’arte contemporanea, Presidente di SINCRESIS, Associazione culturale per le Arti Contemporanee, conversazione, coordinata da Dario Matteoni, storico dell’arte, direttore dell’Accademia di Belle Arti “Alma Artis”, Pisa, e introdotta da Pierpaolo Magnani, Assessore alla Cultura del Comune di Pisa.
Incentrato sull’indagine dei dipinti “Metafisica” (1935 ca.) e “Intermezzo” (1949) e delle tecniche miste “Saltimbanchi” (1949 ca.) e “Antonia” (1961 ca.) di Ruggero Alfredo Michahelles, l’evento, a 90 anni dalla data cruciale della partecipazione all’Esposizione di Arte Sacra Futurista allestita alla Galleria di Palazzo Ferroni di Firenze nel 1933 , punta a ritessere le ragioni della carriera futurista dell’artista toscano, contaminata da una pluralità di suggestioni, mode, tecniche e movimenti, fino a imboccare il magico traguardo della Metafisica.
Sotto i riflettori di Alessandra Scappini l’evoluzione stilistica di Ruggero Alfredo Michahelles (RAM) (Firenze, 30 maggio 1898 – Firenze, 14 marzo 1976), tra Futurismo e Metafisica, a partire dagli anni Venti, ovvero dal coronamento del sodalizio creativo con il fratello Ernesto Michahelles (Thayaht), coincidente con la collaborazione all’invenzione della TuTa, abito futurista concepito a forma di T e celebrato come icona di modernità in opposizione alla moda borghese del tempo, destinato a riscuotere immediatamente una vastissima rilevanza mediatica, visto che il quotidiano “La Nazione” inserirà una copia del cartamodello in coincidenza dell’uscita del quotidiano in data 17 giugno 1920.
Non mancherà un focus sul Michahelles scenografo, incentrato sul capitolo dell’exploit nel 1921, al fianco del fratello Thayaht, al Concorso Nazionale “Premio Nazionale dell’Italica” per il nuovo allestimento scenico dell’Aida, stagione quest’ultima di particolare interesse rispetto alla multiforme carriera dell’artista in quanto perfettamente parallela all’adesione al “Gruppo Toscano Futurista”, così come alle più prestigiose rassegne futuriste.
L’adozione di stilemi metafisici subentrata nell’iter espressivo di RAM a seguito del soggiorno parigino del 1927 e indotta dalla frequentazione dell’entourage di Alberto Magnelli, Giorgio De Chirico, Giorgio Morandi, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Marino Marini, Othon Friesz, Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Alberto Savinio, Renato Paresce, procederà nel corso degli anni Trenta in assoluta sincronia con l’affermazione nell’ambito dei più significativi appuntamenti espositivi di intendimenti futuristi, quali in particolare la Mostra Futurista di Aeropittura e di Scenografia alla Galleria Pesaro di Milano del 1931.
In quest’ottica l’opera conservata al Centro Cagianelli per il ‘900, “Metafisica” (1935 ca.), porge lo spunto per l’approfondimento della produzione parigina del quarto decennio del Novecento, coincidente con la formulazione di un frasario “neometafisico” di gradimento dechirichiano: è il caso della mostra personale di RAM realizzata alla Gallerie d’Art Le Niveau di Parigi nel 1936 e introdotta in catalogo proprio da Giorgio De Chirico.
Alcuni dipinti presentati in quest’occasione, “in cui la consistenza plastica della figura s’andava decantando risolutamente e alleggerendo d’una ponderalità d’allusione di fisicità, sino ad un limite di lievitazione quasi fantomatica”, confermano il registro surreale di “un’avventura verso lidi di neometafisica”.
Esiti, questi ultimi, di una vocazione internazionale destinati tuttavia alla pressochè totale dispersione a seguito del trasferimento dell’artista a Firenze all’inizio degli anni Quaranta e quindi dei bombardamenti dello studio di Borgo San Jacopo nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Ed ecco che l’altra opera conservata al Centro Cagianelli per il ‘900, “Intermezzo” (1949), segna l’estrema fase di riconciliazione tra il RAM scenografo e una più dilatata riflessione neometafisica, che attinge rarità tematiche e sapidezze iconografiche proprio dall’universo teatrale.
Sono gli anni in cui l’artista affronta nuovi appuntamenti espositivi, quali, nel 1946, la mostra personale alla Galleria Moos di Ginevra e, a Losanna, presso gli spazi della Galleria Moser, seguite, l’anno successivo, da un’altra mostra personale presso la Galleria d’Arte Sandri di Venezia, presentata da Gianni Vagnetti.
Sarà Piero Scarpa, in due capisaldi critici, ancora scarsamente noti in sede storiografica, coincidenti con le recensioni firmate in margine ai saltimbanchi di RAM presentati in due diverse esposizioni romane, rispettivamente del 1950 e 1952, a inaugurare un nuovo capitolo di una possibile rilettura critica.
In particolare tra le righe dell’articolo del 1952, apparso sulle pagine de “Il Messaggero”, Scarpa circoscriveva le fasi biografiche della gestazione del ciclo dei saltimbanchi in una ritrovata e sorgiva ispirazione dal vero, risolta sempre e comunque con esiti metafisici.
Alessandra Scappini ha insegnato presso il Politecnico di Milano e presso l’Università degli Studi di Firenze. Ha svolto ricerca presso l’Università di Murcia in Spagna. Tra le sue pubblicazioni: i cataloghi di mostre Il disegno in Toscana. Dal 1900 al 1945 e Dal secondo dopoguerra ad oggi, Firenze-Siena, 1998-1999, il saggio Pietro Selvatico, Camillo Boito e la pittura storica a Firenze alla metà dell’Ottocento in La cultura architettonica nell’età della Restaurazione, Mimesis, Milano, 2002, la monografia Thayaht. Vita, scritti e carteggi, Skira, Milano, 2005, l’excursus Macchina e macchinismo nell’arte contemporanea, Mimesis, Milano, 2010, il volume Il paesaggio totemico tra reale e immaginario nell’universo femminile di Leonora Carrington, Leonor Fini, Kay Sage, Dorothea Tanning, Remedios Varo, Mimesis, Milano, 2017 (ristampa 2022).
Al termine delle Domeniche del Centro Cagianelli per il ‘900 è previsto un cocktail per i Soci ordinari dell’Associazione.
L’accesso è consentito su prenotazione (tel. 392 6025703) e dietro sottoscrizione della tessera gratuita di Socio Ordinario del Centro Cagianelli per il ‘900.