Scaturite da un incontro con il demone ingegnere Barbatus o Barbus, apparso all’artista in un albergo romano, queste immagini, figure e studi elaborano formule matematiche, rapporti architettonici e piani poetici attraverso i quali Prini interviene sulle dimensioni dello spazio, del tempo e dell’esistenza. Variabili, insiemi, zone, incognite, infinitesimi, equivalenti e adiacenti, cicli, binari, scarti, valori e parziali sono solo alcuni dei fattori oggetto di studio e speculazione.
I disegni sono accompagnati da nuovi pannelli in betulla – “standard” per Prini – esempi di produzione seriale e industriale, e superfici “non standard” in formica, sezionate secondo il rapporto 2:7 investigato nei disegni, che rivelano le interazioni tra conformità e discordanza, sottrazione e creazione.
L’artista, il più enigmatico esponente dell’Arte Povera, si serve dei concetti di “standard” e “non standard” come paradigmi per esibire modelli e sovvertire regole, dedicandosi alla ricerca di evidenze estetiche non casuali attraverso una strategia dello spiazzamento e del paradosso.
Conclude la mostra la Formula ST/NS che racchiude il codice per gli sviluppi standard e non standard. Dalla sua prima versione del 1969 viene progressivamente arricchita ed elaborata per trovare la sua forma definitiva nel 1979.
L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con Timotea Austoni Prini.