IRONIKONIRICA – La conTAMinAzione artistica di Vania Elettra Tam – Castel Baradello (CO)

IRONIKONIRICA

La conTAMinAzione artistica di Vania Elettra Tam – Castel Baradello (CO)
dal 10 giugno al 03 settembre 2023

Baradello Art Lab, Parco Spina Verde, Slow Lake Como e Slow Moon hanno il piacere di annunciare la prossima esposizione di arte contemporanea, terzo appuntamento della stagione 2023. Dopo i successi delle prime due mostre «di aria, di acqua, di terre» di Vittoria Monico e Giuseppina Martines e «Black Wave» di Carlo Pozzoni e Francesca Gamba, è ora la volta di «IRONIKONIRICA» di Vania Elettra Tam che inaugura il mese dedicato alla bellezza.

Nata e cresciuta a Como, dove ha tenuto tra l’altro la sua prima mostra, Vania torna ad esporvi a distanza di quasi vent’anni, vissuti prevalentemente a Milano. La mostra presenta una miscellanea di opere scelte che si rifanno a temi medioevali e rinascimentali, in linea con gli spazi e lo stile architettonico del castello.

Vernissage venerdì 09 giugno dalle ore 18:00 alle ore 22:00 con visita notturna alla terrazza della torre del Castel Baradello. – vernissage a ingresso libero.

titolo: Ironikonirica
artista: Vania Elettra Tam
categoria: personale
curatela: Carlo Micheli
durata: 9 giugno – 3 settembre 2023
inaugurazione: venerdì 9 giugno dalle ore 18:00 alle ore 22:00
sede: Castel Baradello
indirizzo: Via Castel Baradello 5 – 22100 Como
organizzazione: Baradello Art Lab, Parco Spina Verde, Slow Lake Como e Slow Moon
realizzazioni grafiche: FAB Fabrizio Bellanca

orari di visita secondo calendario del sito archeologico e della galleria, sabato, domenica e festivi dalle ore 09:30 alle ore 18:00 (ingresso 7,00 €, riduzione 5,00 € e convenzioni)

informazioni e prenotazioni: +39 392 027 9675
info@slowlakecomo.com | slowlakecomo.com | castelbaradello.com

Così il critico Carlo Micheli:

ConTAMinAzione è un termine che si adatta all’intera produzione di Vania Elettra Tam, ma in particolare alle opere qui esposte, vere e proprie scorribande nel mondo dell’enigmistica, della psicanalisi, del fumetto, della satira, dell’arte antica, condotte sempre con eleganza e misurata ironia.

Piace pensare che la parola si spezzi a formare una frase: «con Tam in azione», un’esortazione a mettere in moto le cellule grigie, per godere non solo visivamente del-le preziosità di Vania, delle sue qualità artistiche, ma anche del suo sense of humor, della sua corrosiva leggerezza, della sua soave crudeltà… La contaminazione si estende alle opere leonardesche nelle quali, trasformatasi in una sorta di “reporter atemporale” in vena di scoop, l’artista ha immaginato di trovarsi nell’atelier del maestro, mentre i personaggi dei suoi quadri si apprestano a posare per lui, circondati da un esercito di sarti, parrucchiere, manicure che ne curano maniacalmente il look.

In Kanon-regole ferree l’artista rielabora ritratti di epoca rinascimentale sovrapponendo ai loro volti nuovi marchingegni di ferro atti a correggere eventuali loro difetti: labbra troppo sottili, nasi un po’ adunchi, occhi troppo piccoli, fronti o menti troppo sporgenti. Il canone di bellezza, di classica memoria, ancora una volta intende porre ordine in una natura che sembra rassegnata a subire qualsiasi artificio. Il tutto filtrato sempre attraverso il variegato universo femminile che nell’intera opera di Vania Elettra Tam è protagonista assoluto di un immaginario al tempo stesso reale e irreale, ironico e onirico. Da qui il titolo di questa mostra, IRONIKONIRICA, un neologismo inteso a sottolineare l’avvento di una nuova complessa iconografia, che trae spunto tanto dal sogno quanto dall’ironia, in un percorso concettualmente tortuoso che giunge, infine, ad un’insospettabile sintesi, ad una immediatezza da slogan pubblicitario, una frecciata che sa sempre cogliere il centro del bersaglio.

Negli Origami Clitoridei (e il titolo è tutto un programma) le figure femminili hanno il capo avvolto da un soggolo bianco, copricapo utilizzato dalle nobildonne dell’alto medioevo, che nelle singole opere, assume forme inconsuete, che riportano alla mente atmosfere felliniane, taglienti e surreali.

Vania Elettra Tam si cala nel contemporaneo armata di seduzione e sagacia e nelle sue opere nulla è scontato e prevedibile, perché essere artisti significa saper rendere visibile l’invisibile.

Vania Elettra Tam (da openartelier):

L’ironia e la seduzione delle sue sceneggiature si sovrappongono ad una velata critica sociale ma dallo sguardo sempre lieve, divertito e surreale. Lo spettatore è invitato a giocare con le unità di tempo, di luogo e di spazio, con la consapevolezza che niente è come sembra.

Vania Elettra Tam nasce a Como, dove si diploma al Liceo Artistico “Giuseppe Terragni”. Dopo gli studi alla NABA e alla Scuola di Grafica Pubblicitaria del Castello Sforzesco di Milano, lavora come designer nel settore tessile comasco, che in seguito abbandona per dedicarsi esclusivamente all’arte. La sua scelta viene presto premiata dal Comune di Como, che nel 2005 le organizza, al Chiostrino di Sant’Eufemia, la prima mostra personale curata da Carlo Ghielmetti. Un inizio promettente che induce Vania a trasferirsi a Milano, dove entra a far parte della Wannaby Gallery prima come artista e, in seguito, come assistente. Dopo una breve parentesi come curatrice della pagina dell’arte su Playboy Italia, Inizia la collaborazione col web magazine “FRATTURA SCOMPOSTA”. Numerose le mostre realizzate nel “periodo milanese” in Gallerie d’Arte e in luoghi istituzionali, tra le più importanti va ricordata la sua partecipazione alla 54° Biennale di Venezia – Padiglione Italia diffuso di Sgarbi al Palazzo Te di Mantova. Sempre nel 2011 viene invitata da Edoardo di Mauro alla selezionatissima collettiva «Un’altra storia. Arte italiana dagli anni Ottanta agli anni Zero» a San Carpoforo a Milano. L’anno successivo le sue opere volano oltre oceano raggiungendo Cuba alla mostra «Perturbaciones» al Museo Nacional de Bellas Artes a L’Habana. Nel 2013 Ferdinando Creta la invita come esponente della migliore arte al femminile a «Iside Contemporanea» al Museo Arcos di Benevento. Nel 2016 Franca Marri cura la sua personale «Kanon Regole Ferree» a Trieste, mostra pre-sentata dal critico di fama internazionale Edward Lucie-Smith. Nel 2016 il Šibenik City Mu-seum le dedica una personale come special guest dell’International Children’s Festival Croato. Nel 2017 al Palazzo della Ragione il Comune di Mantova realizza la sua antologica «ConTAMinAzione» a cura di Carlo Micheli. Ha partecipato alle edizioni 2016 e 2017 di Wopart – Works on Paper Art Fair a Lugano per Frattura Scomposta. Nel 2019 «ConTAMinAzione» viene presentata a Palazzo Ducale di Genova a cura di Virginia Monteverde. Sempre a cura della Monteverde partecipa a «Leonardesca» nelle prestigiose sedi del Museo di Sant’Agostino di Genova e poi del Castello dei Duchi di Pomerania di Stettino in Polonia. Ha realizzato lo stendardo per il Palio di Montagnana del 2019, esposto a Ca-stel San Zeno. Nel 2020 si trasferisce a Mantova, dove vive e lavora. Nel 2021 espone in Olanda alla Biennale “Le latitudini dell’arte – water and light”, organizzata da Virginia Monteverde, al Pulchri Studio di Aia e in Grecia alla collettiva “Canone Doppio” a cura di Francesco Piazza presso The Project Gallery di Atene, poi riallestita a Palazzo Riso di Palermo. Contemporaneamente in Sicilia si tiene anche la bipersonale con Evita Andùjar, curata da Giuseppe Carli, a Palazzo Nicolaci di Noto. Nel 2022 partecipa alla mostre collettive curate da Francesco Piazza “The Matilda Effect” tenutasi a Palermo a La Piana Arte Contemporanea e al “The rules of Chaos” presso la Cube Gallery nella città greca di Patrasso. Inoltre realizza due mostre personali curate da Carlo Micheli la prima presso il castello di Fontanellato intitolata “Ironikonirica”, la seconda “Fluttuazioni” alla Galleria Mossini di Mantova. Quindi partecipa ad EXIT, seconda edizione di “Figurabilia” al Menomale di Bologna. Nel 2023 partecipa ad AGAIN, terza edizione di “Figurabilia”.

Sue opere fanno parte della collezione del Museo Parisi Valle di Maccagno (VA), del Museo di Palazzo Te di Mantova, della Direzione nazionale Cgil di Roma e della collezione CAB Art Gallery di Amman in Giordania.