L’EFFICACIA ESPRESSIVA DI CESARE UVA – mostra in occasione del bicentenario della nascita – Avellino
Bicentenario della nascita del pittore Cesare Uva
Mostra d’arte
L’EFFICACIA ESPRESSIVA DI CESARE UVA
Avellino 9-11 novembre 2024
Comunicato Stampa
La mostra L’efficacia espressiva di Cesare Uva esplorerà l’affascinante mondo artistico di Cesare Uva (1824-1886) attraverso i paesaggi e le scene di genere, che mostrano la sua adesione alla pittura romantica dell’Ottocento napoletano.
L’evento espositivo offrirà al pubblico un’opportunità unica di immergersi nell’arte di questo straordinario pittore avellinese.
Fra i lavori esibiti in questa prestigiosa mostra, spiccano per la loro eccezionale rarità e rilevanza opere di inestimabile valore artistico-culturale.
Tra queste, troviamo esposti alcuni capolavori:
· “Cucina del Convento dei Cappuccini” (1848), la più antica opera su tela pervenutaci di Cesare Uva, raffigura una scena di genere particolare ed inconsueta fra le opere del pittore;
· “Dal Promontorio di Posillipo” (1857), che cattura la suggestiva bellezza dei paesaggi campani con maestria senza pari;
· “Paesaggio sorrentino” (1860), un’opera su tela che trasporta lo spettatore in una dimensione di serenità e contemplazione grazie alla sua magistrale resa dell’entroterra della costa sorrentina;
· “Avellino la Valle dei mulini” (1864), che raffigura con vivida intensità il fascino rustico della campagna avellinese e la sua atmosfera fiabesca, si tratta di una delle tre opere autografe conosciute che raffigurano gli scorci della sua città di Avellino, le altre due raffigurano il Ponte della Ferriera, per la “Veduta di Piazza Libertà” non è un’opera di Cesare Uva!;
· “Veduta di Napoli” (1865), tecnica mista che illustra la città di Napoli vista dallo Scudillo;
· “Veduta della Penisola Sorrentina” (1870), una tecnica mista che decanta la Penisola Sorrentina dai Monti Lattari;
· “Ritorno dalla festa al tramonto” (1883), un dipinto intriso di luce e calore che evoca emozioni profonde e malinconiche in un’ambientazione laziale in stile impressionista;
· “Concerto su gondola al tramonto a Venezia” (1885), è una tecnica mista idonea a catturare l’essenza romantica della città di Venezia, in chiave impressionista;
· “Ricordi di Baviera” (1886), un’opera su tela che rivela la sensibilità dell’artista nel catturare gli scorci più suggestivi di questa terra lontana;
· “Eruzione secondaria del Vesuvio”, tecnica mista che testimonia un evento naturale particolare e curioso;
· e infine un ventaglio raffigurante “Palazzo Donn’Anna”, tecnica mista su seta che celebra il Golfo di Napoli da Posillipo.
Ognuna di queste opere rappresenta un tesoro artistico prezioso, capace di incantare e ispirare gli spettatori con la sua straordinaria bellezza e profondità emotiva.
Si invita il pubblico ad approfittare di questa straordinaria opportunità per esplorare l’eredità artistica di Cesare Uva, possono prenotare la visita mandando una mail a centrodiricerca.b.orga@gmail.com .
Dettagli della mostra:
Titolo: L’efficacia espressiva di Cesare Uva
Bicentenario della nascita del pittore Cesare Uva
Date: 09-10-11 novembre 2024
Orario: 10:00-13:00 e 17:00-20:00 lunedì 17:00-18:30
Luogo: Circolo della Stampa, Corso Vittorio Emanuele, 6 (Palazzo della Prefettura), Avellino
Guida alla mostra: Edizioni Omicron, Napoli
Ideatore e Curatore: Stefano Orga
Direttore Artistico: Michela Femina
Progetto dell’Allestimento: Fulvio Orga
Biografia del pittore irpino:
Cesare Uva, nacque ad Avellino l’undici novembre 1824 da Lucia D’Argenio (1800-1877) e Mariano (1794-1860), un pittore decoratore, che lo spronò ad interessarsi all’arte pittorica. La famiglia era di condizioni economiche modeste.
Esordì a livello locale presso la Mostra delle arte e manifatture del 1848, che si tenne ad Avellino, ove propose il dipinto Un Tronco di albero invecchiato (1848).
Ad Avellino il nostro pittore entrò in contatto con Enrico Capozzi (1820-1890), suo lontano parente paterno, che successivamente divenne un suo principale mecenate.
All’età di circa ventisei anni si trasferì a Napoli ove poté frequentare il Real Istituto di Belle Arti di Napoli, qui seguì le lezioni, prima di Costanzo Angelini (1760-1853), dal 1853 quelle di Giuseppe Mancinelli (1813-1875), ed in fine studiò con Gabriele Smargiassi (1798-1882), che lo influenzò notevolmente verso la Pittura romantica.
Fu invitato alla “Biennale Borbonica di Belle Arti” del 1855, presso il Museo, ove presentò il dipinto ad olio Veduta di Avellino con ponte.
Dopo gli studi partenopei ad Avellino aggiornò la bottega paterna verso le istanze della Pittura romantica, tanto da fondare la Scuola Romantica Avellinese, impartendo lezioni di disegno e di pittura.
Dal 1858 le sue opere furono molto apprezzate dall’aristocrazia napoletana, in quanto i suoi lavori furono molto graditi da Ferdinando II di Borbone (1810-1859).
La sua famiglia nei primi mesi del 1859 si trasferì definitivamente a Napoli. Partecipò anche alle esposizioni d’arte della “Promotrice di Belle Arti Salvator Rosa” di Napoli dal 1862 al 1885.
Nel 1878 restaurò, con il fratello Angelo, il sipario e le scenografie del Teatro comunale di Avellino.
Nella città partenopea sì sposò con Antonietta Andreani a Chiaia nel 1878.
Nel 1879 il pittore avellinese Giovanni Battista (1858-1925) iniziò a collaborare presso la sua bottega in Via Riviera di Chiaia al n° 266.
Negli anni ottanta del Diciannovesimo secolo ottenne la Croce di cavaliere della Santa Sede da Papa Leone XIII (1810-1903), per meriti artistici, grazie alla segnalazione dell’Abate di Montevergine Dom Guglielmo De Cesare (1812-1884).
All’“Esposizione Nazionale di Belle Arti” di Roma del 1883 inviò le tempere Ritorno dalla festa al tramonto e Foresta in primavera.
Si spense a Napoli, sua città adottiva il 16 febbraio 1886.
Contatti per la Stampa:
Per ulteriori informazioni, interviste o immagini ad alta risoluzione, contattare il curatore della mostra Orga Stefano: centrodiricerca.b.orga@gmail.com – 371 1478896