A Villa Carcina le “Storie” di Gianfranco MAscelli e la collettiva “Extra large”
Gianfranco Mascelli
“STORIE”
L’artista Gianfranco Mascelli ha ritenuto di intitolare questa mostra “STORIE” che diversamente da fatti storia, qui vuole esporre fatti accaduti ma principalmente vissuti.
“STORIE” sottende allo spirito che guida ormai da decenni a ricerca di Mascelli, una visione dell vita filtrata attraverso la propria emotività, il proprio concetto di vita attraverso la propria cultura, e ancora, attraverso la modalità gestuale, il modo di agire.
Tutta la componente psico-fisica si mette in gioco per elaborare “reale”.
Con “STORIE” Mascelli mostra le sue opere fatte in tanti anni non con una sequenza temporale tipica di una mostra antologica, egli raggruppa ed espone le sue opere in insiemi di significato.
Scopriamo così delle narrazioni, possiamo rivivere ricordì anche nostri e capire attraverso l’opera come ha vissuto le esperienze l’autore. Si spera che nasca un dialogo tra soggettività dell’autore e quella del fruitore, scopriamo insieme come egli trasforma i fatti in poesia.
Alla base del suo operato vediamo la sperimentazione, l’espressionismo, lo strutturalismo, l’arte materica.
Sono esperienze vissute durante la sua formazione e le ritroviamo come unico linguaggio.
Già dal 1960 esordisce con opere legate all’espressionismo tedesco, dal 1976 con Viria Donadei firma il manifesto dello strutturalismo, le due esperienze le riporta applicandosi nell’arte polimaterica.
Dell’espressionismo conserva la visione intima, dello struturalismo il valore dell’essenziale. La materia è ll mezzo con cui fa percepire lo spirituale, togliendo l’apparente e il superfluo. Mascelli con l’uso di materiali diversi e la regola degli opposti e del contrappunto crea armonie, percepisce la dualità nell’uno, il bene e il male, il tutto e il nulla.
Dal 1982 pur utilizzando materiali diversi porta avanti il discorso delle forze centripete opposte alle forze centrifughe. Noterete qui esposte oltre alle opere materiche anche sculture, in ogni caso la struttura compositiva sarà un cerchio che esplode, un quadrato che contiene e limita, una linea che taglia in due: la destra e la sinistra, il sopra e il sotto. In questa gabbia classica Mascelli ci sorprende con la sua intesi narrativa che accosta spesso l’opera all’arte concettuale.
Per la sua ricerca continua si può considerare vulcanico ma mai caotico, al contrario egli è rigoroso, ogni cambiamento è nella regola come in un fenomeno della natura.
Pur prendendo in esame la struttura, non tralascia il valore estetico che al dramma toglie peso, sublimandolo a narrazione, a ricordo, a simbolo.
Armando Profumi
Critico darte