Alessandra Puntoni – Fructidor 2024 – Melograno Art Gallery – Livorno

Alessandra Puntoni

FRUCTIDOR 2024

dodicesima edizione

29 agosto – 10 settembre 2024

Melograno Art Gallery

Vernissage sabato 31 agosto ore 18

estrazione a sorte durante il vernissage

 

Un cavallo emerge dal quadro di Alessandra Puntoni, delineato da colori dorati e pastosi che plasmano la sua forma con una delicatezza sorprendente. Questa figura, maestosa e sinuosa, taglia in due la composizione, creando un contrasto netto e affascinante tra il dorato caldo e l’azzurro profondo. L’artista, con grande maestria, costruisce un’immagine che non è solo un ritratto, ma una vera e propria evocazione di qualcosa di antico e mitico, come se il cavallo appartenesse a un’epoca medievale o addirittura ancestrale.

Il colore, applicato con sapienza, guida l’occhio lungo diagonali perfette che attraversano la tela. Il collo del cavallo, disegnato con un semicerchio elegante e fluido, crea una linea che potrebbe quasi ingannare l’osservatore da lontano, suggerendo forme altre rispetto alla sua identità equina. Questo gioco visivo aggiunge un livello di profondità e mistero, facendo sì che il quadro non sia solo un’immagine, ma una porta verso molteplici interpretazioni.

La texture dorata, ricca e materica, rende tangibile la fisicità dell’animale. Si percepisce il calore della sua massa, la potenza della muscolatura e la morbidezza vellutata del suo pelo. Questa sensazione di presenza fisica è ulteriormente accentuata dal modo in cui il colore crea una profondità quasi tridimensionale, che ci invita a esplorare la superficie del quadro come se fosse una scultura dipinta. Il risultato è un’opera che sembra quasi un affresco, con una qualità che trascende la bidimensionalità della tela.

L’artista dimostra una padronanza tecnica straordinaria, fondendo tradizione e innovazione in un’opera che richiama alla mente antichi affreschi e storie leggendarie, ma che allo stesso tempo vibra di un’energia contemporanea. Questo cavallo non è solo un soggetto, ma un simbolo, un richiamo a qualcosa di profondo e radicato nell’immaginario collettivo, un’icona che ci parla di forza, nobiltà e mistero.

In questo incontro tra l’oro e l’azzurro, tra il fisico e il metafisico, l’artista ci offre un’immagine che è al contempo familiare e nuova, un’opera che cattura l’essenza di un tempo lontano e la porta nel presente, con una freschezza e una vitalità che rendono questo cavallo eterno e sempre attuale.

“Ho avuto una formazione artistica (presso il liceo Gentileschi di Carrara), seguita da un corso di restauro. Cosa porta poi una restauratrice a dipingere? Il passaggio è stato graduale ed è stato filtrato dalla decorazione di interni.
Dopo il liceo abbandonai matite e pennelli, il restauro assorbe tutte le energie e non lascia spazio alla creatività.
Un lavoro faticoso, sempre in giro per l’Italia, ed in realtà molto distante da quelle fantasie che ci vogliono angeli ìn camice bianco, con bisturi e pennellino. Personalmente vivevo in ogni caso una situazione di privilegio, avendo in affidamento il lavoro di restauro degli affreschi del Camposanto di Pisa. Negli anni della formazione a “bottega” avevo partecipato alla sperimentazione di qualcosa di unico nel suo genere, e aperta un’impresa per mio conto, lavorai a questo progetto fino al 2005. Anni impegnativi, ricchi di collaborazioni scientifiche, ma anche di parecchi “guai”. Con la pazienza messa a dura prova da conflitti di vario genere, cominciai a pensare a un’alternativa che mi permettesse di aprire al mercato dei privati; l’occasione arrivò con la proposta di decorare una villa pucciniana, nel parco di S. Rossore. Avevo già sperimentato qualcosa in alcuni lavori minori, dove il tipo di intervento richiesto non era cosi “scientifico” come invece impegni più blasonati imponevano. Imparai a realizzare finte architetture, cieli, prospettive, finti marmi, avendo cura che ben si sposassero con gli ambienti novecenteschi. Scartati i colori già pronti, utilizzai pigmenti in polvere uniti a resine acriliche testate, annotando percentuali e diluizioni con lo stesso approccio utilizzato nel mio lavoro originario, dove poco è lasciato al caso, poiché tutto viene annotato per essere riproducibile e modificabile con precisione. Per i bozzetti usai grandi pannelli trattati con tempera murale e fissativi, in modo che il risultato successivo in parete fosse identico. Chi è del settore sa che le cartelle colore portano fuori strada e che, complici luci, dimensioni e assorbimento del legante, il risultato in parete è sempre diverso. Le difficoltà furono parecchie e spesso legate al fatto che i miei collaboratori consideravano la professione del decoratore svilente. Io, invece, mi divertivo: per me era come restaurare un’atmosfera e l’unico rischio era che il lavoro non piacesse. Proseguii da sola, anche perché quel tipo di attività stava diventando di moda ed il gusto che voleva appartamenti con pareti candide stava lasciando il posto a fantasiosi decori e superfici sgargianti. Certo, la fatica era aumentata e così pure le risorse da me investite, ma avevo ottenuto commissioni in bellissimi palazzi.
Oggi, con emozione, al Palazzo delle Esposizioni presento la mia personale, frutto del passaggio dalle esperienze di restauro e decorazione alla pittura, con molte opere inedite.”

(dal testo di presentazione della mostra “Sguardi” , 28 gennaio . 26 febbraio 2023, Palazzo delle Esposizioni, Lucca)

Melograno Art Gallery

Livorno, via Marradi 62/68

Orario: 10/12.30 e 17/20

Tutti i giorni, domeniche comprese

Saremo chiusi soltanto il lunedì mattina

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