Begoña Zubero – NEEEV. Non è esotico, è vitale – Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte, San Giovanni La Punta – Catania
Begoña Zubero
NEEEV. Non è esotico, è vitale
a cura di Giorgio Agnisola
Inaugurazione
25 giugno 2022 ore 18.45
Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte, San Giovanni La Punta – Catania
25 giugno – 6 novembre 2022
Dal 25 giugno al 6 novembre 2022 la Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte ospita la mostra “NEEEV. Non è esotico, è vitale” di Begoña Zubero, a cura di Giorgio Agnisola, promossa e ideata dal presidente della Fondazione Alfredo La Malfa e da Dario Cunsolo, con il patrocinio del Comune di San Giovanni La Punta (CT).
Originaria di Bilbao, Begoña Zubero in questa sua personale presenta diciotto fotografie di grande formato, che ne attestano non soltanto il grande talento, gratificato negli anni da una lunga serie di pregevolissimi eventi espositivi, ma costituiscono l’ultima tappa di un percorso artistico che, fin dagli esordi, l’ha vista definire ed approfondire una fotografia a tesi, contraddistinta da una tecnica, formale ed estetica, ineccepibile in cui la documentazione e la ricerca hanno consentito di dare vita a rappresentazioni di grande intensità intellettuale.
Begoña Zubero, durante la sua carriera, ha operato in ambiti differenti, dal realismo fotografico degli spazi urbani e le nature morte fino alla sperimentazione con l’astrazione della fotografia soggettiva.
I lavori oggetto dell’esposizione sono stati realizzati nel dicembre 2018 e ritraggono la città di Mosul, in Iraq, nel momento della ricostruzione, pochi mesi dopo il terribile attacco che ha portato alla resa dello Stato Islamico. Il momento in cui la città ritorna, sorprendentemente, ad una vita quotidiana che immaginiamo impossibile, ma che risorge tra le crepe della distruzione, grazie alla capacità dell’essere umano di sopravvivere in condizioni avverse.
«Quando arrivi in una zona di conflitto per la prima volta, con un progetto aperto, oltre a una grande incertezza, sei accompagnato da notizie e immagini di quella realtà costantemente generate dai media. Ti accompagna anche il dubbio su quali potranno essere la tua reazione e la tua risposta nei confronti di un contesto che fino a quel momento hai percepito in maniera piuttosto distante e distorta», spiega la stessa Zubero.
«NEEEV non è un progetto prettamente documentaristico, benché in parte si basi saldamente su questo registro; non si tratta nemmeno di fotogiornalismo, sebbene non avessi mai lavorato con un materiale così vicino a zone di conflitto. Questo lavoro vuole essere un’interpretazione plastica di una realtà della quale ci arrivano, costantemente, infinite informazioni, ma che di fatto è avvolta in una continua distorsione. Un caleidoscopio, dal grandangolo al teleobiettivo, per avvicinare lo spettatore alla sensazione di incertezza e di dualismo di un presente avviluppato in una perversa ripetizione storica», sottolinea l’artista basca.
L’idea di allestire questa nuova esposizione nasce innanzitutto dalla convinzione che mostrare ad un pubblico più ampio possibile gli scatti della Zubero possa rappresentare un contributo importante che, in questo angosciante momento storico, l’arte può portare per costruire una cultura profonda a favore della pace.
A tal proposito Alfredo La Malfa, presidente della Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte, aggiunge: «Penso che nell’attuale periodo di smarrimento che stiamo vivendo una mostra come NEEEV sia tra le più indicate. Non solo perché ci ricorda gli orrori della guerra e dunque la ineludibile necessità di scelte di pace e di non violenza, di dialogo e fraternità fra i popoli. Ma, soprattutto, perché ci ricorda che nel cuore degli umani non c’è un’assenza ma una presenza: le sue opere ritraggono nel più completo silenzio scene di tragedie avvenute, ma in queste devastazioni traluce un senso di vita, un’incancellabile nostalgia di senso, di una presenza di Luce che, nonostante queste infinite tragedie, perdura negli umani».
Illuminanti nel descrivere il contenuto e le emozioni che promanano dalle opere della Zubero sono le parole del curatore Giorgio Agnisola che così asserisce: «Le immagini di Begoña, per quanto inquietanti, non sono drammatiche, le poche presenze umane paiono testimoni di un principio piuttosto che di una fine. Sicché gli scatti oscillano tra presenza e assenza. Begoña non si è lasciata emozionalmente implicare, si è tenuta sul crinale di uno sguardo osservatore e meditativo, implicando sì il proprio registro d’anima, ma come orizzonte, fuga verso l’alto e l’oltre, con frequenti ampie vedute e margini di cielo, seppure plumbeo, lontano da ogni estemporaneo e contingente riflesso psicologico. Ella non si nasconde, né nasconde il dramma, ma non racconta la commossa partecipazione, bensì una presenza tenace e indagatrice».
Lo stesso critico d’arte campano evidenzia poi come «Begoña non legge la cronaca ma la storia. Ella si attarda a registrare gli scorci di una costruzione diruta, traguardandone silenziosamente gli archi, i vani, i cortili: vede in profondità, nel tempo. Begoña ha un registro visivo insieme rigoroso e sensibilissimo, che non è tuttavia espansivo, invasivo; piuttosto ella chiude in sé, quasi nasconde. È come se ella volesse isolare il suo sguardo, e trattenerlo, per poi consegnarlo direttamente alla storia dell’uomo. Deriva di qui quel senso di distanza che gli scatti paiono avere nei confronti dell’osservatore e insieme di intima, rara, contenutissima poesia».
In conclusione, “NEEEV. Non è esotico, è vitale”, per la Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte rappresenta non solamente un’interessante proposta artistica, ma anche l’ennesima dimostrazione di quanto l’Arte possa essere fondamentale nel testimoniare la realtà sensibilizzando le coscienze.
“NEEEV. Non è esotico, è vitale” di Begoña Zubero rimarrà in permanenza fino al 6 novembre 2022 e sarà visitabile su prenotazione da giugno a novembre 2022 negli spazi della Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte, istituzione attiva nella valorizzazione dei quattro fondi patrimoniali di cui dispone (il Parco dell’Arte che fa parte del circuito di Grandi Giardini Italiani; la sezione di opere d’arte moderna e contemporanea; la collezione di abiti d’epoca e quella di libri antichi) e nella promozione artistica attraverso l’organizzazione di attività ed eventi culturali.
Per l’occasione è stato realizzato un catalogo che propone un testo critico di Giorgio Agnisola corredato dalle fotografie di Begoña Zubero.
Le immagini fornite insieme a questo comunicato possono essere utilizzate solo ed esclusivamente nell’ambito di recensioni o segnalazioni giornalistiche della mostra.
SCHEDA DELL’EVENTO
Titolo: NEEEV. Non è esotico, è vitale
Artista: Begoña Zubero
Ideazione: Alfredo La Malfa e Dario Cunsolo
Curatore: Giorgio Agnisola
Sede: Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte via Sottotenente Pietro Nicolosi, 29 – 95037 – San Giovanni La Punta (CT)
Date: 25 giugno – 6 novembre 2022
Orari: la mostra è visitabile su prenotazione e a pagamento (il biglietto d’ingresso consentirà l’accesso a tutti gli spazi espositivi della Fondazione)
Informazioni e prenotazioni: Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte
Tel. 0957178155 | +39 3385078352
info@fondazionelaverdelamalfa.com | www.fondazionelaverdelamalfa.com
https://www.facebook.com/FondazioneLaVerdeLaMalfa/
https://www.instagram.com/fondazionelaverdelamalfa/
Come raggiungerci: autobus da Catania
1) AST Catania – San Gregorio (fermata in via Madonnina delle Lacrime San Giovanni La Punta / Trappeto) orari dalle 06.00 alle 20.00
2) AMT n. 144 orari dalle 05.00 alle 24.00
Begoña Zubero (Bilbao, 1962)
Ha studiato Comunicazione Audiovisiva all’Universidad Complutense di Madrid. Si è formata come fotografa presso la SVA (School of Visual Arts) di New York.
Sin dai primi progetti ha sviluppato una fotografia a tesi dall’impeccabile fattura tecnica, formale ed estetica, nella quale la documentazione e la ricerca le hanno permesso di elaborare immagini di grande profondità intellettuale.
Nel corso della sua carriera si è mossa tra diversi generi, dal realismo fotografico degli spazi urbani e le nature morte fino alla sperimentazione con l’astrazione della fotografia soggettiva.
Affascinata dall’architettura del potere dei regimi totalitari europei del XX secolo, è arrivata a Roma nel 2002, punto di partenza del suo progetto Existenz (2002-2013). Questo progetto l’ha portata inoltre a Berlino, Varsavia, nei campi di concentramento di Auschwitz, Birkenau e Majdanek, nonché a Mosca ed Erevan.
Nel 2012 è tornata a Roma, come artista residente presso la Real Academia de España, dove ha proseguito la sua esplorazione riguardo l’importanza del concetto della memoria, partendo dall’uso ideologico degli spazi architettonici e urbani.
Successivamente al periodo in Italia, i suoi progetti degli ultimi anni hanno ruotato attorno a questioni direttamente collegate alla cultura e alla storia recente di questo paese.
Insieme all’architetto Ignacio González Galán ha partecipato alla XIV Biennale di Venezia di Architettura curata da Rem Koolhaas, con il progetto Cinecittà Occupata (2014), all’interno della sezione Monditalia nello spazio dell’Arsenale, con fotografie incentrate sull’importanza dello spazio architettonico e sociologico di Cinecittà.
Ha partecipato inoltre alla mostra Extraordinary Vision. L’Italia ci guarda (2016) al Museo MAXXI di Roma, realizzata per la commemorazione del 70° anniversario della Repubblica Italiana. Le fotografie selezionate per l’occasione fanno parte del suo progetto Gente del Po, nato sull’onda del suo interesse per le complesse relazioni tra cultura e ideologia durante il periodo fascista e più concretamente per la figura di Michelangelo Antonioni. Questo lavoro ha costituito un punto di svolta nella sua traiettoria, introducendo il paesaggio come oggetto di studio in quanto depositario di identità, memoria e immaginazione. Il progetto è stato presentato nella sua interezza presso la Sala Artegunea di Tabakalera a San Sebastián (2017) e successivamente al Centro Niemeyer di Avilés.
Nel 2019 ha partecipato agli eventi di Matera Capitale Europea della Cultura con la mostra La Cultura è Capitale.
Ha usufruito di residenze artistiche a Cosenza e sulle Dolomiti, sviluppando durante quest’ultima il progetto Villaggio Eni, esposto alla Altxerri Galería durante la prima Biennale di Architettura di San Sebastián e alla Galería de Arte Luis Burgos di Madrid nella cornice del festival PHotoESPAÑA 2018.
Recentemente si segnalano la mostra personale El principio es la mitad del todo alla Galería Carrasco a Madrid (2020), e quella collettiva El viaje a Roma al Centro Cultural AECID di Montevideo, Uruguay (2021) e la mostra Open Doors / Puertas Abiertas alla Fundacion Bilbao Arte a Bilbao (2021). Ha inoltre partecipato rispettivamente alle fiere Estampa a Madrid e FIG Bilbao (2021) rappresentata per la Galería Carrasco Art Madrid / Lisboa.
Alla fine del 2018 ha realizzato in Iraq una residenza artistica di due mesi con il patrocinio di Moving Artist Foundation, organizzazione che ha come obiettivo la connessione tra artisti plastici di zone di conflitto o post-conflitto e quelli dei Paesi Baschi. Tra i progetti lì svolti troviamo M/D (Mosul Demolición), che ha dato luogo alla mostra NEEEV. Non è esotico, è vitale (2020) presentata alla Fondazione Sant’Elia di Palermo e al Museo di Roma in Trastevere (nel 2022) e che ora viene entusiasticamente riproposta in forma rinnovata presso la Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte di San Giovanni La Punta (CT).
Attualmente vive e lavora tra l’Italia e Bilbao.
Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte
La Fondazione La Verde La Malfa – Parco dell’Arte nasce ufficialmente nel 2008 per forte volontà di Elena La Verde, artista ed appassionata d’arte.
L’intero sito, costituito da un ettaro di parco naturale e da una grande villa divisa in diversi piani, fu costruito dall’ingegnere Enzo La Malfa, marito della fondatrice, agli inizi degli anni Settanta, come abitazione per la propria famiglia.
Fu a partire dal 2000, reduce da una prolifera produzione artistica, che Elena La Verde, realizzando una serie di installazioni per il parco, sentì l’esigenza di trasformare la sua casa in un luogo di cultura, dove conservare e tutelare per sempre le proprie opere.
Con il passare degli anni la nascente fondazione si dotò di una prestigiosa collezione di arte contemporanea, di una raccolta di abiti e intimo d’epoca di fine Settecento e fine Ottocento e di un fondo documentario e librario con esemplari che risalgono anche alla prima metà del Cinquecento.
Nonostante vari e continui impedimenti e numerose difficoltà, dopo la morte del marito nel 2005, Elena La Verde continua il suo sogno inaugurando la Fondazione, che nel 2010 viene riconosciuta dalla Regione Siciliana quale persona giuridica privata senza scopo di lucro.
Nel maggio 2012 Elena La Verde viene a mancare, lasciando una grandissima produzione artistica e letteraria. La presidenza della Fondazione passa al figlio, Alfredo La Malfa, che decide di continuarne la mission.
È nel 2013 che difatti inaugura la sala espositiva “Elena La Verde”, oggi sede di numerose mostre e concerti. Successivamente nel 2014 aprirà al pubblico in maniera permanente due stanze d’arte dedicate ai temi della “Memoria” e della “Pace”.
Ancora oggi la Fondazione La Verde La Malfa continua il suo sviluppo e persegue, secondo il proprio statuto, le sue finalità di promozione e realizzazione di iniziative di studio e di ricerca nell’area delle arti visive, letterarie, dello spettacolo e quant’altro possa consentire la tutela del patrimonio artistico del territorio, sancendo un proprio ruolo culturale in ambito nazionale e internazionale.
Parco dell’Arte
Il percorso museale della Fondazione La Verde La Malfa inizia non appena si oltrepassa il cancello principale, andando incontro all’immenso e suggestivo Parco dell’Arte.
Considerato un vero e proprio “museo all’aperto”, il Parco ospita, tra la rigogliosa vegetazione, una serie di sculture e installazioni d’arte contemporanea.
Il Parco, in cui si possono ammirare svettanti cipressi, pini marittimi e cedri del Libano, oltre ad un vetusto esemplare di Araucaria, fa parte del network Grandi Giardini Italiani ed è anche sede di vari eventi come spettacoli teatrali, concerti, performance artistiche, percorsi didattici e tutte quelle manifestazioni che tendono a promuovere la cultura in vari aspetti.
Mostre realizzate
2020/2021 – Ettore Frani. Nel lucido buio
2019 – Giuseppe Agnello. Paludi.
2018 – Mimmo Germanà. Intimismo mitico.
2017 – Rosso Guttuso. Opere 1934 – 1984.
2016 – Attraverso parole. Fabio Mauri.
2015 – Tessiture contemporanee.
2014 – La giostra di Ismaele.
2014 – Segni di memoria e pace.
2013 – Elena La Verde – Opere 1974 / 2012.