Chiara Bettazzi | A Tutti gli Effetti – Villa Romana

In occasione dell’ inaugurazione, alle ore 18.30, si terrà un incontro tra il filosofo Rocco Ronchi e Alessandro Sarri attorno all’effetto di pareidolia nell’arte e in specifico sul lavoro di Chiara Bettazzi
Ingresso limitato alla mostra con mascherina e secondo le norme di sicurezza.
Venerdì 4 giugno 2021
Orario di apertura: dal martedì al venerdì dalle ore 14 alle ore 18 e su appuntamento.
“La domanda più insidiosa, la domanda a cui non si può rispondere proprio perché qualcosa accade, qualcosa chiede conto attendendo una decodificazione, un senso che peraltro si è già manifestato pena la sua impossibilità di venire in presenza. Infatti in cosa consiste una cosiddetta presenza? Cosa appare quando appare qualcosa? L’angoscia di riconoscimento potrebbe mai far apparire qualcosa senza essere già stato riconosciuto addirittura prima della sua stessa apparizione? E questa identificazione è necessariamente correlata ad una somiglianza? Allora, a cosa somiglia una pareidolia? Per cosa nasce la pareidolia? A cosa serve?
Questa serie di domande è alla base del concetto costitutivamente virtuale di questa ambigua matassa visiva che questa personale dell’artista toscana Chiara Bettazzi cercherà di dispiegare attraverso un articolazione immersiva e organica che s’infiltrera’ negli spazi di Villa Romana.
Ci saranno progetti creati appositamente per l’occasione che andranno a fondersi con lavori pregressi i cui germogli, come prescrive da sempre la pratica intimamente processuale (non meramente ricombinatoria che semmai appare e si configura proprio come suo rammendo percettivo) di Bettazzi, non cessano di cambiare pelle innescando, attraverso video, foto e installazioni, la modulazione incessante di una concrescenza indecifrabile e celibataria che sta per qualcosa che non si dà proprio attraverso la propria manifestazione. Si potrebbe dunque pensare che la pareidolia attiene ad una sorta di referenza assoluta, una referenza che rimane referenza senza indirizzarsi verso una latenza o una transizionalita’ referenziale di qualcosa o, detto altrimenti, verso un principio inesausto di ritrovamento e disoccultamento.
Stratagemmi che assicurino la capacità di soddisfare, nella convinzione che ogni apparizione sia in quanto sempre disponibile alla ‘strategia del contorno’, inquadrata e metabolizzata mediante la ricerca di un movente individuabile che immunizzi e circoscriva, attraverso l’allestimento di un quinta associativa, un qualsiasi reperimento ipotizzabile e potenziale insomma, l’atto in atto senza necessità della potenza anonima della pareidolia. Infatti, il dispositivo pareidolico di Bettazzi – né somiglianza né dissomiglianza, né copia né modello – lungi da incarnare il lutto di una forma a venire e da prevenire, si rivela essere l’infinita proliferazione, impersonale e atopica, di una piega prototipica di un atto immanente che non cessa di dispiegarsi nello sciame brachilogico di una catastrofe mimetica; “la mostruosa spontaneità”, come direbbe Jean-Paul Sartre, di un apparizione pura e impassibile, senza inizio, senza fine e senza fini che infesta ogni apparenza senza esserne e divenirne parte.”
Alessandro Sarri