Claudio Ballestracci – “Sonoro Interno”- 20/05 – 09/09

Claudio Ballestracci

“Sonoro Interno”

“Casa sul Piave Goffredo Parise”

20 maggio – 9 settembre 2017

Sabato 20 maggio ore 17.00

Claudio Ballestracci presenterà “Sonoro Interno” l’installazione permanente realizzata per “Casa sul Piave Goffredo Parise” e commissionata appositamente dagli attuali proprietari.
L’opera esposta all’interno della casa sarà visibile per tutta la durata di “Poesia sotto i gelsi” che si svolgerà dal 20 maggio al 9 settembre 2017.

Sonoro interno di Claudio Ballestracci

L’opera, realizzata appositamente per la “Casa sul Piave G. Parise” di Salgareda, raccoglie entro tre vetrine “sonore” altrettanti frammenti parietali che appartengono al primo intonaco della casa, quello voluto dallo stesso Parise nel 1970. Recuperati di recente durante un lavoro di ristrutturazione, essi recano ancora tracce della primitiva decorazione a motivi floreali, mentre le mappe impresse nel vetro raccontano i luoghi amati dallo scrittore e il sonoro ci riporta tra i ghiaioni e le pozze del fiume.
La porosità, invisibile ma evocata dal sonoro, racchiude la memoria celata. Memoria di convivenza con il fiume, memoria di drammatiche esondazioni ma anche di estrema meraviglia per questo isolato Eden “profumato di sambuco”, dove si percepisce nel mutare delle stagioni la “precarietà della vita”.
Scrive Goffredo Parise: “Mi dà fastidio che ci sia l’immortalità di qualche cosa… invidio l’immortalità della materia. Ma poi… credo che la bellezza delle cose è proprio la loro mortalità”.

Il 4 novembre 1966, l’acqua del Piave o, più correttamente, della Piave rompe gli argini di contenimento riversandosi sui territori circostanti. L’evento, a tutt’oggi il più drammatico dal dopoguerra, ha impresso una sorta di confine nella memoria di chi lo ha vissuto. La casa di Salgareda fu sommersa fino al tetto e quindi lasciata dalla famiglia che l’occupava. Quattro anni più tardi, Goffredo Parise l’acquistò in stato di completo abbandono.

A cinquant’anni di distanza, l’opera di Ballestracci sembra oggi dilatare la memoria di quel tragico evento, rendendo omaggio alla casa di uno scrittore fra i più grandi del Novecento italiano – scomparso trent’anni or sono – e valorizzando nel contempo l’intero territorio.

Moreno Vidotto
Salgareda, novembre 2016

Se questi muri potessero parlare – frase ascoltata tante volte nel corso del tempo – che cosa potrebbero rilasciare? Troppo, forse, un vissuto senza cesure, senza tagli, senza filtri. Quanti gesti e respiri, canti e movenze, balli e parole, sonni e cibo nei tegami sul fuoco, docce e fruscio delle setole tra i denti, quanta vita dentro questi lacerti d’intonaco staccato, caduto dalle pareti della casa di Salgareda – lacerti decodificati senza il consenso dell’autore. Sono memorie di cui per ora non si ha riproduttore per leggerle, né macchina per decriptarle. Queste pareti assorbenti e azzurre, fiorate di una lieve trama scarlatta, hanno vibrato per anni della voce di chi le ha abitate.

Poi, come a salvare l’intimità di un disvelamento non autorizzato, è giunto il Piave a staccare, a interrompere, a riportare il muro che parla al silenzio, al mistero ¬– o, meglio, a restituire la memoria all’acqua.

Tre teche contengono tre pezzi di intonaco, distaccati dalle pareti interne della casa di Goffredo Parise a Salgareda e salvati dopo il restauro del 2012 a seguito delle esondazioni del Piave succedutesi dall’anno di costruzione della casa.

Ogni porzione di muro è accompagnata da un commento acquatico. Tre suoni distinti, provenienti da tre corsi d’acqua attigui alla casa.

Il primo, un fosso che, dopo un campionario di cascatelle tra foglie e pezzi di legno marciti, ciottoli muschiati e pozze poco più ampie di un catino, si riversa quasi silenziosamente nel Piave.

Il secondo, una sosta più profonda dell’acqua, tra le radici di un albero, che si manifesta a mo’ di sgocciolio e gorgoglii attutiti dalla terra molle e scivolosa fra insetti e piume d’uccello.

Il terzo, il fiume impetuoso che scorre tra i sassi scavalcando un albero sradicato, già consumato dai flutti, con le radici a vista e quel che resta della chioma a creare bolle sotto il verde smeraldino del Piave.

Claudio Ballestracci
Montilgallo, settembre 2016

 

“Casa sul Piave Goffredo Parise”

Via Argine Piave, 31040 Salgareda TV, Italia