Claudio Di Carlo – Vertigini all’imbrunire – Musei Civici – Palazzo Mosca – Pesaro

Claudio Di Carlo
Vertigini all’imbrunire

A cura di Lorenzo Canova e Francesca Pietracci

Inaugurazione 2 novembre 2024 ore 18.00

Musei Civici – Palazzo Mosca
Piazza Mosca 29 – Pesaro

Fino all’8 dicembre 2024

Musei Civici di Pesaro sono lieti di presentare la mostra personale di Claudio Di Carlo, Vertigini all’imbrunirea cura di Lorenzo Canova e Francesca Pietracci, promossa dal Comune di Pesaro e dalla Fondazione Pescheria – Centro Arti Visive, in collaborazione con Pesaro Musei, che inaugurerà sabato 2 novembre 2024 alle ore 18.00 nella Project Room di Palazzo Mosca – Musei Civici.

La mostra è inserita nel programma di Pesaro Capitale italiana della cultura 2024.

Vertigini all’imbrunire propone una sintesi del racconto pittorico e della produzione pittorica dal 2007 al 2024 dell’artista – che vive e lavora tra Amburgo, Pescara e Roma – segnato dalla presenza di donne e uomini, corpi e dettagli immersi in un’atmosfera indefinita.

Con questo progetto, Claudio Di Carlo torna a Pesaro dopo aver realizzato e donato, nel 2018, un’opera dedicata a Rossini per la casa natale del compositore: e sarà proprio questo lavoro, intitolato Già la luna è in mezzo al mare, ad aprire il percorso composto da altre 9 opere realizzate ad olio e foglia d’oro su tela dal 2007 al 2024. Si tratta di una panoramica che rappresenta i vari capitoli del suo racconto pittorico, scanditi dalla presenza di donne e di uomini, di corpi, di dettagli e situazioni catturate dai media o provenienti da sue foto, in ogni caso sempre rielaborati e dipinti. Il motivo costante che li lega è l’atmosfera indefinita che si crea all’imbrunire e che procura una sorta di vertigine, stupore e spaesamento, così come le scene improbabili che Di Carlo ricostruisce e che si trovano in bilico tra realtà e finzione. Ogni opera contiene una metafora, un senso da scoprire a vari livelli. Di Carlo affronta tematiche politiche, sociali, psicologiche ed emotive, tutto ciò che può destare piacere o allarme, con impegno e glamour, con realismo e raffinatezza.

In questa mostra, Claudio Di Carlo attraversa dunque i diversi momenti del suo lavoro, in una visione quasi circolare in cui il principio e la fine coincidono in un vero e proprio viaggio nelle fasi e nell’immaginario che danno vita alla sua opera. Si può notare infatti come le figure dipinte nel 2007 si rispecchino in quelle del 2024, in quadri attraversati dal senso misterioso di un eros che si nasconde nei corpi e nelle cose, spesso nel contrasto esplicito con la miseria del mondo e la banalità della vita quotidiana. Grazie a un’intensa qualità di definizione iconica, Di Carlo costruisce così dei meccanismi ambigui che uniscono momenti e luoghi differenti nella sincronicità dello spazio pittorico, incroci iconici e storie silenziose che, nel loro tempo sospeso, ci raccontano di enigmi affascinanti e di narrazioni indecifrabili nascoste nel flusso originario della pittura.
 

Claudio Di Carlo nasce a Pescara. Pittore, produttore, art director, vive e lavora tra Amburgo, Pescara e Roma. La sua vita d’artista, di natura poliedrica, inizia a Pescara, negli anni ’70, e si dirama fra La comune di Ovada e le strade d’Europa. Arte, politica e poetica sono le sue linee guida. Punto di riferimento artistico, la galleria “Convergenze” a Pescara diretta da Peppino D’Emilio. Ha sempre posto il proprio sguardo sulle forme dello sconfinamento: è un artista proteiforme che ha attraversato la pluralità delle esperienze controculturali e artistiche degli anni Settanta e Ottanta. Cresciuto nell’humus dell’anarchismo etico-politico, si è occupato di musica underground e di teatro di ricerca. Ha progettato spazi culturali, creato gruppi di intervento artistici, spettacoli multimediali, prodotto gruppi rap/rock, inventato e organizzato Festival, happening e performance, si occupa di musica elettronica. Un moto centrifugo che ha assunto la funzione necessaria della propria creatività. Un crescente sentimento di vocazioni plurime – quasi l’immagine di un io che si fa moltitudine – significativamente sconnesse ai vincoli autoritari o mediatori con cui la nostra società regolamenta la propria eccitazione e repressione. Nei suoi risoluti ingressi nell’“altro”, ha varcato soglie date per serrate in una spirale tanto intensa quanto estesa. In questo, Claudio Di Carlo sembra incarnare la personalità multi-identitaria e nomade del mondo post-moderno, quanto mai radicata tra le frontiere sensoriali dei linguaggi somatici ed esperienziali. Un continuo lavoro di “ricombinazione”, il suo, che ha sempre solcato le forme estetiche della vita quotidiana, le culture spettacolari dei consumi diffusi, per approdare alla concentrazione e al contenimento di una forma, all’integrità di una specifica esperienza sensibile. Non banalmente, per esprimere ciò che si è o essere ciò che si esprime, ma, fedele alla propria natura, per “diventare ciò che si è”. La sua è una pittura postmoderna, lui riattualizza nelle tecniche di costruzione delle immagini e nei temi, ma è pur sempre “pittura pittura” realizzata nel lento costruire, fare e disfare delle forme, dei toni, dei timbri e delle luci. Pensata per l’occhio. Dalla fondazione dei gruppi Punk-rock Koma e R.A.F. (Frazione Armata Rock) nel 1977 al suo recente ‘Omaggio a Rossini – Già la luna è in mezzo al mare’, lavoro esposto a Pesaro in Casa Rossini. Si è occupato di esecuzione e produzione, dal punk-rock sperimentale degli inizi, 77/80 ” Rock Armee Fraktion” e “Koma” , alla musica elettronica del suo attuale gruppo “Hypervectorial System”, con il compositore Gabriel Maldonado. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo, diversi sono i critici che seguono il suo lavoro. Dopo l’esperienza romana dell’Ice Badile Studio 11 anni condivisi con gli artisti Claire Longo, Daniela Papadia, Emilio Leofreddi, Andrea Orsini, Ivan Barlafante, chiuso nel 2011, torna a sperimentare la sopravvivenza dell’essere senza uno studio, fino al 2020 quando apre il kKstudio per 2 anni. Nel 2023 insieme ai due giovani artisti Andrea Starinieri e Barbara Pinda, apre l’AltomareArtStudios nella vecchia Pescara