Conferenza di Enrico Dei  – PINACOTECA CARLO SERVOLINI – Collesalvetti

Dai gueux de La Ruche ai Vageri: il miserabilismo di Lorenzo Viani

Conferenza di Enrico Dei 

cocuratore della mostra e titolare dell’Archivio dell’Opera Completa di Lorenzo Viani

Giovedì 24 marzo 2022, ore 17.00

4° Puntata del CALENDARIO CULTURALE 2022

 VIANDANTI D’EUROPA

Miti apuani nella Toscana di Pascoli e d’Annunzio

 

promosso da

Comune di Collesalvetti

 ideato e curato da

Francesca Cagianelli

 

in collaborazione con

ARCHIVIO DELL’OPERA COMPLETA

DI LORENZO VIANI A CURA DI ENRICO DEI

 

in occasione della mostra

LORENZO VIANI

L’incubo del segno

3 febbraio – 7 aprile 2022

 

PINACOTECA COMUNALE CARLO SERVOLINI

via Umberto I, n. 63 – Collesalvetti

 

Al via, giovedì 24 marzo 2022, ore 17.00, alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, la 4° Puntata del Calendario Culturale 2022, “Viandanti d’Europa. Miti apuani nella Toscana di Pascoli e d’Annunzio”, promosso dal Comune di Collesalvetti, ideato e curato da Francesca Cagianelli, in occasione della mostra “Lorenzo Viani. L’incubo del segno”, a cura di Francesca Cagianelli e Enrico Dei (fino al 7 aprile 2022, tutti i giovedì, ore 15.30-18,30 e su prenotazione per piccoli gruppi al numero: 392-6025703).

Si intitola “Dai gueux de La Ruche ai Vageri: il miserabilismo di Lorenzo Viani”, la conferenza di Enrico Dei, cocuratore della mostra e titolare dell’Archivio dell’Opera Completa di Lorenzo Viani, un’occasione fortemente voluta nell’ambito del Calendario Culturale colligiano con l’obiettivo di rilanciare, sulla scia delle ancora attualissime valutazioni critiche relative al Viani inteso come “campione dell’espressionismo nostrano” (R. Barilli, 2006-2007), l’urgenza di un’operazione decisamente più trasversale, di cui ci auguriamo possano beneficiare anche alcuni esponenti della compagine labronica, se è vero che nuove prospettive storiografiche attendono un’intera frangia della cultura figurativa primonovecentesca, ormai da decenni in attesa di riscatto, in altri termini di un più corretto inquadramento nel quadro di un ampio panorama europeo. 

Nell’ottica storiografica cioè di assecondare un itinerario tra le fila di possibili candidati a tale riscatto storiografico, all’elencazione di personalità quali Constant Permeke, Georges Rouault, Oscar Kokoschka, Egon Schiele, e in sede italiana, Gino Rossi, Arturo Martini, Tullio Garbari, Alberto Magri, e appunto Lorenzo Viani, si dovranno d’ora in avanti conteggiare personalità drammaticamente rimosse quali, in area livornese, gli outsider Gastone Razzaguta e Gabriele Gabrielli. 

Non sarà infatti difficile ripercorrerne la produzione con riferimento a quella galleria di sagome allampanate, oblunghe, difformi, che ovunque campeggiano sovrane, allusive a un degrado psichico scaturito da una ancora più tragica sofferenza sociale, e sempre più platealmente sovrapponibili a mendichi e viandanti, quando fantocci scheletrici, quando addirittura silhoeuttes di mutilati, in un affresco europeo votato a quel “miserabilismo” impugnato da Viani negli anni di Parigi.

Non si può quindi non consentire con Giovanni Papini che nel Numero Speciale dedicato a Lorenzo Viani, “I Vàgeri”, a cura del Centro Versiliese delle Arti, pubblicato nel 1953 sotto l’egida di Cristoforo Mercati (Krimer), celebrava l’estrazione cristiana della sua vocazione artistica, ma soprattutto merita citare l’affilata definizione del Vagero di genesi vianesca, coniata in quest’occasione da Leonida Baroni: “Vagero non è entrato nel vocabolario e non figura nell’enciclopedia. C’è solo una remota possibilità che col tempo possa fare il suo salto nella lingua ufficiale, vincendo la diffidenza della glossa togata e accademica e vincendo l’abisso concettuale in cui sprofonda il suo stesso significato, dai contorni imprecisi come lo schiaffo di una libecciata (…)”.

Seguirà, giovedì 31 marzo 2022, ore 17.00, la 5° Puntata del Calendario, coincidente con la conferenza dal titolo “Da Steinlen a Laermans: il dialogo di Lorenzo Viani con la cultura figurativa franco-belga”, curata da Fabrizio Pizzanelli (incisore), vero e proprio affondo relativo alla fortuna delle riviste illustrate nell’Europa del primo decennio del Novecento sul nostro territorio.