Courage to Change – a cura di Michela Goretti e Agnese Donati
Courage to Change
a cura di Michela Goretti e Agnese Donati
In Iran le donne hanno finalmente la possibilità di prendersi cura del proprio corpo, frequentando le palestre femminili che ricalcano e richiamano l’atmosfera della cultura tipicamente occidentale.
Cosa provano queste donne, riappropriandosi del proprio corpo nel tempo e nello spazio?
Come inseriscono nella loro vita fino ad ora celata dietro ad un velo, questa nuova attività che rompe totalmente gli schemi del pudore e del dimostrarsi il meno attraenti possibile?
Sono Michela Goretti artista e fotografa professionista di Firenze, insieme ad Agnese Donati giornalista e sportiva di grande successo, svolgeremo un’indagine in questo paese, aperto alla modernità e alle nuove tendenze pur rispettando le tradizioni millenarie. Vogliamo capire cosa ha spinto i proprietari di palestre a lanciarsi in questo business sicuramente redditizio, ma al contempo delicato da gestire. Parlare con i responsabili delle strutture per confrontare la loro realtà con la nostra concezione occidentale di palestra e capire cosa ci accomuna. Se le nostre esigenze di donne sono le stesse anche a chilometri di distanza e soprattutto in contesti culturali così diametralmente opposti.
Saremo sul posto per circa due settimane con una agenda già ricca di appuntamenti. Cercheremo di capire come vive una donna a Teheran e come ha reagito sapendo di potersi dedicare finalmente a sé stessa.
Il reportage che prenderà corpo attraverso foto, articoli, e testimonianze di chi vive questa realtà, ha l’intento di far apprezzare e capire il tema fondamentale ed il senso del messaggio che vogliamo trasmettere: il coraggio di cambiare la realtà che ci circonda.
Per noi accedere ad una palestra è senza dubbio attività semplicissima, ma cosa rappresenta un passo come questo per delle donne che fino a qualche tempo fa non potevano neppure guidare, in un secolo in cui il progresso è alla base della vita di tutti i giorni?
Certi cambiamenti devono essere visti in un’ottima molto più ampia e più profonda di quella apparente.
Spesso parole come “società, mondo, umanità, pianeta” possono facilmente divenire elementi confusivi del pensiero, per nulla utili ad agire concretamente per migliorare le nostre e le altrui vite. Quando pensiamo a cose vaste e impalpabili come la società o l’umanità facilmente cadiamo nello sconforto, nel cinismo o in un fare aggressivo e coercitivo. Ma perché accade questo?
La società esiste unicamente come tessuto di relazioni fatte da singoli individui. Tante singole persone messe assieme formano una società, ma l’idea astratta di società, percepita come una sorta di totalità più o meno omogenea a cui diamo una forma e un colore è un’interpretazione della nostra mente, nei fatti non esiste. È vero che da una serie di accadimenti possiamo determinare la bontà o gravità di una condizione sociale, ma l’idea che strutturiamo nella nostra mente come “totalità” è falsa perché della totalità non potremo mai avere una percezione mentale. La società è un essere vivo, immenso, dinamico, in perenne mutamento e movimento che sempre sfugge ad ogni tentativo di controllo e gestione di singoli individui o gruppi di potere e governi. È vero che le masse possono essere plasmate dall’esterno, ma mai totalmente e durevolmente. La storia lo dimostra.
La società reale è fatta da tanti singoli individui che pensano, sognano e desiderano cose diverse soggette all’influenza di infiniti fattori di potenziale cambiamento: clima, scoperte scientifiche, psicologiche, emersione di nuovi usi e costumi. Pertanto nessuna ideologia può risolvere i nostri conflitti, anzi, ne è la causa prima perché tenta di gestire i molteplici piani dell’animo umano e l’infinita poliedricità delle nostre relazioni partendo dal livello più superficiale, quello del pensiero organizzativo e coercitivo.
L’unica vera rivoluzione possibile inizia con il risveglio della coscienza dei singoli individui per poi passare attraverso tutti coloro che conoscono la profondità più libera e sana dell’animo umano e che da lì partono per ascoltare e curare i veri bisogni dell’uomo.
Detto questo l’apertura delle palestre femminili è il baluardo della conquista di una grande forma di libertà e deve essere l’esempio concreto che molti altri importanti cambiamenti come questo possono accadere.
Per questo progetto sarà creata una vera e propria rassegna fotografica, la quale avrà la missione di cogliere il cuore del nostro viaggio: la donna mediorientale e la nuova percezione di sé stessa.
Michela Goretti
Agnese Donati