CRESCEVANO SOGNI, FIORIVANO ESKIMI di Stefano C. Vecoli alla Società delle Belle Arti – Circolo degli artisti “Casa di Dante” – Firenze
“Gli anni “70, formidabili per alcuni, di piombo per altri.
Nella Versilia ruggente, dei mitici anni sessanta, un gruppo di ragazzi, di umili origini, cresce e diviene adolescente: sullo sfondo gli echi degli scontri al locale “La Bussola” e del caso Lavorini.
Si intrecciano intorno a loro figure nobili di donne dedite agli altri, militanti generosi, commercianti e popolani caratteristici, insomma una laboriosa e calda umanità; non mancano però politicanti cinici e arrivisti.
I ragazzi crescono e la scuola superiore viene vista come luogo di emancipazione e riscatto sociale. La tumultuosa passione politica di quegli anni si intreccerà con l’amore, le amicizie, e andrà a scontrarsi, tra forti emozioni e sogni di libertà e ribellione, con una realtà in cui si susseguono, in Italia, attentati e stragi, scontri ideologici e violenze fisiche.
Il liceo, i professori, le prime cotte, le assemblee infuocate, le occupazioni, gli scontri con la polizia e con i fascisti, il tutto mescolato alla vita di provincia: è questo il crogiuolo in cui crescono questi giovani sinceramente appassionati.
Mentre il protagonista matura la sua capacità critica verso le speranze e i sogni dell’adolescenza e di un mondo migliore si giunge ad un episodio drammatico: un’aggressione di un gruppo di sinistra, di cui il protagonista fa parte, al suo amico d’infanzia, politicamente schierato a destra. L’agonia e poi la morte di questi sconvolgerà la sua coscienza, in un crescendo di sensazioni e ricordi.”