Dorothea Tanning – ABISSO – Un Fine Settimana – VISIONI ALTRE – Venezia

Sabato 5 settembre 2020 alle ore 19:00 nella sede della Galleria
VISIONI ALTRE
ABISSO – Un Fine Settimana di Dorothea Tanning
Campo del Ghetto Novo 2918, VENEZIA, sarà presentato il romanzo
ABISSO – Un Fine Settimana, dell’artista, poetessa e scrittrice
Dorothea Tanning
tradotto in Italiano da Alessandro Zanini e accompagnato dai disegni di Laura Spedicato.
Per comprendere l’opera dell’eclettica artista surrealista 13 artisti invitati dalla curatrice Adolfina de Stefani presenteranno al pubblico una eterogenea e ragionata selezione di lavori diversi per linguaggi e ricerche, per individuare pretesti d’indagine verso nuove significazioni della complessa opera di Dorothea Tanning.
Gli artisti invitati sono:
Mirta Caccaro, Barbara Cappello, Andrea Dal Broi/Nicolò Andreatta, Adolfina de Stefani, Barbara Furlan, Anna Laura Longo, Antonello Mantovani, Sabina Romanin, Rossella Ricci, Claudio Scaranari, Marilena Simionato, Moreno Ugo, Fanny Zava.
Durante la presentazione l’artista Antonio Irre darà vita a un’azione performativa tratta dal romanzo ABISSO – Un Fine Settimana di Dorothea Tanning.
Pittura, scultura, installazione, azione performativa invaderanno lo spazio espositivo senza soluzione di continuità, per sviluppare un complesso percorso espositivo.
TRAMA DEL TEMPO – Vite Incrociate lavoro/collage su nove tavole realizzate con tecnica mista, tra cui il frottage, unite tra loro per realizzare un grande “arazzo”, di Mirta Caccaro;
ILLUSIONI – trittico Barbara Cappello illustra sulla carta cotone scatti fotografici e altri elementi. L’illusione di essere e non essere come gioco perenne del destino. L’opera accompagnerà la performance White games, brani tratti dal romanzo;
Andrea Dal Broi/Nicolò Andreatta TRASFORMAZIONI un intreccio di immagini riconducibile alle vite nascoste dell’Autrice;
Adolfina de Stefani tenta di penetrare nel cuore del racconto, con la figura di DESTINA, attraverso il gioco degli scacchi. Gli oggetti rappresentati diventano il punto di partenza per un percorso catartico che nega il concetto del tempo e dello spazio;
Barbara Furlan espone una tela di grandi dimensioni dove rappresenta la tavola imbandita sulla quale il rosso sanguigno, colore dell’esaltazione, predomina: DEVI SOLO SEDERTI E MANGIARE QUESTA CENA invita i presenti a servirsi;
Anna Laura Longo fa un chiaro riferimento alle installazioni tessili di Dorothea Tanning in COLLO_SCULTURA, opera in ferro di ispirazione surrealista, con elementi oblunghi. C’è un rimando a una sartorialità concettuale, con una trasposizione dal tessuto al metallo;
MASCHILE e FEMMINILE si integrano e diventano complementari nell’opera scultorea di Antonello Mantovani e nell’immaginario si uniscono a strane mescolanze che concorrono al metamorfismo modificando il mondo fisico intese come incrocio e fusione di uomo e animale;
Sabina Romanin “LOOKING”propone un COLLAGE DI STOFFE in cui le immagini si mescolano con i colori di fondo;
Rossella Ricci ha creato un’ATMOSFERA, quella che si riscontra nel corso della lettura del romanzo di Tanning, come la presenza di simboli di fiori, animali e montagne aride, composti in un collage di carte ritagliate da riviste dell’epoca;
Claudio Scaranari, conMANIDIPOLVEREDILUNA, l’artista indaga il movimento delle MANI, elemento fisico necessario non solo all’esecuzione, ma anche per indicare presenze quotidiane o remote.
Moreno Ugo, in RITMO DEL SOGNO nell’aria immobile di un salotto, Il raccapriccio per la tragedia imminente, il segreto, il mistero distillato in gocce di oppio rosso. …… l’origine di quel ruolo si trovava difronte a lui, comico, patetico e a pezzi, ricordava il fondale malconcio di un teatro vuoto… cherubini.
L’artista Marilena Simionato ha cercato di dare forma alla vita di NADINE, a partire da quel passato trascorso continuamente in fuga. Nell’opera lo strappo sta a significare quella parte di esistenza che vuole cancellare. Poche immagini, che fanno riflettere, per trovare la sua vera essenza;

Fanny Zava nel suo disegno a matite colorate evidenzia l’ABITO DA BALLO della brama di dominio. Tema molto sentito nel mondo femminile.
Dorothea Tanning pubblicò il racconto Abyss in Zero: A Quarterly Review of Literature and Art, Nos. 3-4 tra l’autunno del 1949 e l’inverno del 1950 (pp. 138-150). Ne ampliò la trama per la pubblicazione nel 1977 e di nuovo nel 2004 per la versione definitiva del romanzo breve intitolato Chasm: A Weekend. Per oltre mezzo secolo l’Autrice intagliò le molte facce del gioiello che ruota e irradia la sua saggezza sopra a un arido deserto umano e culturale. La visione prende corpo nel corso delle epoche in questo modo.
Nel 1682 Destina Kirby sposa il marinaio Tray Thomas, primo ufficiale della nave Georgic (un possibile riferimento alle Georgiche di Virgilio, opera dedicata alle virtù del lavoro della terra), che affogherà in mare. Dieci anni dopo, nel 1692, Destina Kirby è ingiustamente condannata per stregoneria e bruciata sul rogo. Quando sua figlia, la seconda Destina, viene messa in salvo su un carro di straccioni di provenienza ignota ha solo sette anni. Così come la nostra contemporanea Destina Meridian. Acqua e fuoco. Il Re affogato e la Regina arsa.
Molto tempo dopo, ai nostri giorni, nel Windcote Ranch (Windcote: “Riparo dal vento”), situato nel più selvaggio e isolato deserto americano, il folle e deviato inventore Raoul Meridian intreccia trame di potere e amministra loschi affari con personaggi di alto profilo istituzionale nel corso di feste dal surreale dress code. Insieme alla giovane e disturbata governante Nelly, che ha chiamato a sé da una casa per giovani criminali, conduce inoltre, in evidente contrasto, una saltuaria parvenza di normalità con l’anziana e saggia baronessa e con Destina, oscura e sognante bambina di sette anni che sembra obbedire a leggi proprie.
Quando su invito del padrone di Windcote giungono ospiti del ranch la splendida modella hollywoodiana Nadine Coussay e il suo promesso sposo Albert Exodus, un pittore irrisolto, tutti i quattro elementi radicali della natura (rizòmata) -: Fuoco Zeus-Giove, Aria Era-Giunone, Acqua Nesti-Persefone, Terra Ade – sono finalmente presenti e i nodi del tempo possono essere sciolti. Trova il luogo e la formula, scrive André Breton in Arcano 17. Tanning trova entrambi a Windcote e la baudeleriana foresta di simboli ci parla qui nel deserto d’America.
La baronessa e il dodecaedro: il romanzo è strutturato in dodici capitoli preceduti da una introduzione (Cronologia) e sono dunque tredici. I personaggi umani che animano il romanzo sono dodici. A buon diritto è forse il puma (o leone di montagna) il tredicesimo personaggio. A meno che non lo sia il capostipite Tray Thomas. In tal caso, anche qui il cerchio si chiude. Tredici è il numero ideale di componenti di una congrega di streghe (coven): dodici streghe, maschi e femmine, e la guida della congrega: la Grande Sacerdotessa o il Grande Sacerdote. Tredici erano i poliedri archimedei o semiregolari. E Destina è effettivamente la Melusina dei surrealisti, movimento artistico al quale Dorothea Tanning appartenne già nella prima metà del Novecento, la magica figlia dell’amore in grado di visitare le profondità della terra e compiere l’Opera.
Alessandro Zanini
Il tempo, elemento sfuggente e dominante, segna, scandisce le vicende di più vite nell’opera di Dorothea Tanning. Tempus è una degli elementi da dominare per compire la Grande Opera degli alchimisti e sicuramente è la chiave che apre le porte dell’opera Chasm, A weekend, che già nel titolo pone al fruitore un limite, un inizio ed una fine.
Sette, sette, sette….questo numero ricorre come mantra come un gap nella linea temporale continua. Una nascita, una svolta, una cambiamento, come se al settimo di qualcosa si ricominciasse un nuovo ciclo lunare. La notte è il momento dell’azione, la cena, il ritrovo; il grigio argenteo, artemideo ed incerto quanto irto di pericoli tra luce flebile e ombra, è il colore che pervade le scene come una pellicola in bianco e nero con fili di rosso sottile che è ben diverso dal rosso-giallo diurno ed accecante del deserto e della roccia che emerge dalla terra e che, come uno specchio, luna diurna, restituisce i raggi del sole e il suo calore intenso, primo padre della dinastia di Destina.
Il tempo acquisisce una duplice parallela esistenza nel romanzo. Una esistenza decifrabile, scandita, chiara, un tempo profano entro cui personaggi frivoli e con poche esigenze si muovono senza risolvere la loro vita, ma esaurendola in modo superficiale o contorto, tagliato, in gabbia. Vi è poi l’altro tempo, quello che prende un unico infinito respiro, quello che è sospeso, quello astrale, quello in cui si muove l’imperatrice bambina in perfetta sintonia con creature evanescenti e in cui assorbe coloro che vivono vicino all’abisso, coloro che cercano l’ingresso della vera esistenza, che anelano alla verità profonda e che, seguendo quella piccola luce all’orizzonte, tra due colonne turrite come il rosone mediatore in una cattedrale gotica, attraverso la morte, il sacrificio estremo, vivono la loro resurrezione, la loro iniziazione.
Questo è il Deserto Ermetico, la linea sottile della matita sul foglio caldo, morbido, tutto nasce e muore entro il deserto, la cui unica fonte di vita è lontana o incerta, tutto si evolve o si determina entro la spirale di Windcote. Tutto si compie ai margini dell’Abisso, ma il primo passo è trovarlo.
Laura Spedicato
Parlare di questo romanzo è come aprire cento porte sul mistero della vita. L’autrice Dorothea Tanning in Chasm, A weekend (ABISSO – Un fine settimana), scandaglia e descrive nel suo immaginario non solo la vita a lei destinata, ma ricerca anche le vite che le sono appartenute, un percorso lungo, e realizza nel dettaglio un’opera surrealista e l’evolversi di un destino crudele. Un viaggio nel mondo dell’arte attraverso il mistero della psicoanalisi.
Tutti i personaggi che ne fanno parte sono descritti minuziosamente e si ritrovano insieme a trascorrere un fine settimana. Durante il “convivio” frugale le caratteristiche del bene e del male di ogni personaggio presente, sono messe a nudo attraverso giochi di parole.
Nel luogo impervio dove la struttura architettonica assai barocca assomiglia alla mente arzigogolata del suo costruttore Raul Meridian, rude padre di Destina, la fanciulla di sette anni, meravigliosa quanto misteriosa, che appare e scompare come un puma – DESTINA- dirige con il suo potere magico la sorte degli ospiti. Ospiti che rappresentano i personaggi e che, in qualche modo, hanno influito nella tormentata esistenza dell’Autrice. A ognuno la propria sorte.
La baronessa, protagonista al pari di Destina, conosce i misteri invisibili della mente, imperterrita suona il pianoforte nascosta dal suo cappello a larghe balze nell’angolo più buio del salone in cui ha luogo il convivio.
Destina è protagonista e artefice immaginaria e invisibile di ogni azione e ogni pensiero. Ed è proprio qui, in questo luogo che “non le appartiene”, che si appropria della sua identità, quell’identità inconscia ricercata fin dalla nascita, ispiratrice del suo percorso artistico nel mondo dell’irreale.
A questo si aggiungono le ragioni di scrivere, o forse ultimare, il suo ultimo scritto, alla fine della propria vita, durata 104 anni.
Tutta la narrazione, anche se surreale, si presenta con una rigidità quasi disumana. Affiorano le tensioni di coppia, la superficialità dell’essere umano, la gelosia, la violenza, l’ingordigia.
Un’opera sull’opera, nella quale la scrittura si sovrappone alla pittura.
Adolfina de Stefani
apertura e orari :
giovedì, venerdì, sabato, domenica
11:00 – 14:00 | 17:00 – 20:00
Lunedì martedì, mercoledì chiuso – Ingresso libero
www.visionialtre.com – infovisionialtre@gmail.com adolfinadestefani@gmail.com + 39 349 8682155
VISIONI ALTRE – Campo del Ghetto Novo 2918 – 30121 Venezia