…ecco il segreto del “Bollettino di Bottega d’Arte” Livorno – Pinacoteca Comunale Carlo Servolini
Tra maioliche e vetri, presenze internazionali e donne artiste, architetti-pittori e artisti esoteristi
ecco il segreto del “Bollettino di Bottega d’Arte” Livorno
Giovedì 26 agosto
Percorso sprint ideato e curato da Francesca Cagianelli
Conservatrice della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini
L’originalità del “Bollettino di Bottega d’Arte”
comunicare il desiderio del bello
Al via, giovedì 26 agosto, ore 15.30-18.30, alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, l’appuntamento straordinario previsto nell’ambito del Calendario Culturale Estate 2021 in Pinacoteca, “Bottega d’Arte, la promozione del gusto tra arte, editoria e critica”, (1 LUGLIO-23 SETTEMBRE 2021), varato in occasione della mostra “Umberto Vittorini: come il mago della favola” (24 giugno – 23 settembre 2021, tutti i giovedì, ore 15.30-18.30), promossa dal Comune di Collesalvetti, ideata e curata da Francesca Cagianelli con Cristian Tognarelli (curatore Collezione Vittorini, Barga), in collaborazione con Fondazione Ricci onlus, Barga, con la partecipazione di Nicola Micieli.
L’evento coincide con il Percorso sprint ideato e curato da Francesca Cagianelli, dal titolo “L’originalità del Bollettino di Bottega d’Arte: comunicare il desiderio del bello”, messo in campo con l’ambizione di veicolare sul nostro territorio il potenziale assolutamente strategico dell’universo grafico nella Livorno primonovecentesca.
Vera e propria vetta sul fronte didattico e promozionale conseguita dall’azienda tipografica, editoriale e libraria Belforte, il “Bollettino di Bottega d’Arte Livorno”, impreziosito da copertine firmate dai protagonisti del rinnovamento grafico del Novecento, così come dagli artisti della scuderia cozzaniana nell’ambito della rivista “L’Eroica”, costituì indubitabilmente un eccezionale veicolo di novità artistiche.
Addirittura stupefacente risulta rinvenire, tra le pagine del “Bollettino di Bottega d’Arte” dedicato alla VI Mostra d’Arte del Gruppo Labronico, allestita nel 1923 nelle sale del Regio Museo Niccolini, tracce della presenza di una giovanissima xilografa labronica di vocazione internazionale quale Irma Pavone Grotta; l’esoterista fiorentino Raoul Dal Molin Ferenzona, artefice dell’AÔB (Enchiridion notturno), sottotitolato “Misteri rosacrociani – Opera N. 2”, apparso non a caso presso le stesse Edizioni di “Bottega d’Arte”; l’architetto comasco Luigi Zumkeller, autore tra la fine degli anni Dieci e la fine degli anni Venti della Chiesa dell’Immacolata di Livorno, ideata in stile romanico-bizantino, ma presente in quell’occasione con notturni di ispirazione simbolista; e, ancora, il letterato, illustratore ed ex-librista Gino Mazzanti, ripetutamente celebrato in Pinacoteca proprio in quanto partecipe all’alba del Novecento del sodalizio spirituale comprendente Carlo Servolini e Cafiero Filippelli.
E se queste novità non apparissero sufficienti per ritenere qualsiasi attuale o trascorsa storia dell’arte livornese un affascinante incompiuto, basta consultare il “Bollettino di Bottega d’Arte Livorno del 1924, dedicato alla VII Mostra d’Arte del Gruppo Labronico per verificare altri due esplosivi capitoli di una ancora pressochè misconosciuta storiografia labronica, intitolati alle vicende di due outsider afferenti al Caffè Bardi, prematuramente scomparsi, Mario Pieri-Nerli, simbolista di inclinazione occultista, e Gabriele Gabrielli, vera e propria tempra di macabro ad oltranza, entrambi consacrati in quell’occasione da due fatidiche personali.
Senza voler anticipare troppo delle vicende relative a quelle numerose meteore trascorse nel firmamento di “Bottega d’Arte” Livorno, merita accennare in chiusura ad almeno due fenomeni di rilevanza assolutamente nazionale, promossi con ricorrente impegno nelle sale della storica galleria labronica, ovvero da una parte la fioritura delle arti decorative, tra maioliche, vetri e tessuti, dall’altra una incalzante militanza artistica tutta al femminile, valga per tutti il caso della marchigiana Maria Marino, presente all’Esposizione livornese “Arte del Cuoio” del 1924, e di lì a poco assurta a rilevanza nazionale grazie all’articolo dedicatole dal museologo Luigi Serra sulle pagine di “Emporium”.