Emanuele Scuotto – Memorie Ipogee – Museo d’Arte Contemporanea Sannio
MEMORIE IPOGEE
emanuele scuotto
arcos – museo d’arte contemporanea sannio
a cura di
Azzurra Immediato
Opening sabato 1 aprile 2023 ore 16.00
Dal 1 aprile al 28 maggio 2023 Arcos – Museo d’Arte Contemporanea Sannio
Corso Garibaldi 1, Benevento
e con il patrocinio della Provincia di Benevento, del Comune di Benevento, dell’Università degli Studi del Sannio
in collaborazione con OFF Gallery
MEMORIE IPOGEE di Emanuele Scuotto, ideata per Arcos – Museo d’Arte Contemporanea Sannio, in collaborazione con OFF Gallery, affida al senso immaginifico la dimensione mnestica, in grado, attraverso la sostanziazione della materia, di farsi testimone di un presente apparentemente atemporale – ossimoricamente-. Le forme di memoria mutano al mutare del tempo per farsi tassello di quel che Yates chiamava ‘palazzo della memoria immaginario’ al quale Scuotto sta dando nuova personale architettura interiore. Una costruzione in cui Egli ci invita ad entrare, la cui trama è intrisa di commistioni antiche -che affondano le proprie radici nella tradizione classica e barocca partenopea – ma anche di slanci che pongono al centro di una nuova scena lo stravolgimento epifanico, in cui, tra passato e nuova contemporaneità, un velo d’antica trama è stato divelto. In tale disvelamento ecco che appaiono dei rimandi forti alla cultura multiforme, stratificata e preziosa di Benevento, città alla quale Scuotto lega uno dei simboli della propria ricerca: San Gennaro, che, in un certo senso, ‘torna a casa’, nella sua città natale.
Ma non solo; MEMORIE IPOGEE si pone quale sintetica retrospettiva o antologica dell’artista, che si avvale, però, di opere inedite, realizzate in visione site specific. Emanuele Scuotto, la cui carriera ha già all’attivo diverse collaborazioni internazionali, in questa occasione apre la strada e la prospettiva verso una sorta di mundusnovus la cui esplorazione è la scoperta, dapprima inconscia poi sempre più nitida nella sua emersione, di una inusitata e sorprendente nuova età della creazione, maieutica di un tempo che coincide con una singolarità ritrovata e riconosciuta secondo i prodromi di una bellezza della solitudine creativa. MEMORIE IPOGEE, entrando in commistione con i peculiari spazi museali di ARCOS ed in contatto con la sua origine architettonica che ricorda quelle Catacombe partenopee cui Scuotto si è ispirato per alcune sue narrazioni, dà vita all’origine di una memoria inattesa. In che modo, però, il visitatore potrà entrare in simbiosi con tale indagine? Se è vero che l’occhio principe di un artista sa guardare ben oltre il già noto, affrontando il percorso della dimensione incognita inanellando una sequenza tale da trasformarsi sia in codex semantico sia in prospettiva e proiezione di ricerca, ai fruitori del Museo ARCOS spetta il ruolo di attivi percorritori – e forse precorritori – di un legame finalmente tornato alla luce, in cui passato, presente, noto ed ignoto lavorano all’edificazione di una nodale relazione tra dimensione cultuale e culturale, in cui la sfera del divino e dell’immaginifico si tramutano in varco inconsueto e meraviglioso, ove, passo dopo passo, il pubblico potrà offrire il proprio determinante apporto.
Il catalogo sarà presentato in occasione del finissage della mostra, con una raccolta di testi multidisciplinari e immagini delle opere e dell’allestimento site specific ad ARCOS.
SCHEDA TECNICA
Emanuele Scuotto – MEMORIE IPOGEE
ARCOS – Museo D’arte Contemporanea Sannio
Corso Garibaldi 1, 82100 Benevento
Tel. 0824 312465
Opening sabato 1 aprile 2023, ore 16.00 – 19.00
Dal 1aprile al 28 maggio 2023
Orari di apertura della mostra
Lunedì Chiuso
Martedì 10:00 – 19:00
Mercoledì 10:00 – 19:00
Giovedì 10:00 – 19:00
Venerdì 10:00 – 19:00
Sabato 10:00 – 13:00 | 15:00 – 19:00
Domenica 10:00 – 13:00 | 15:00 – 19:00
Modalità di accesso: Gratuita
Presentazione del catalogo: in occasione della fine della mostra
Direzione artistica
Ferdinando Creta
Curatela
Azzurra Immediato
Responsabile della Comunicazione
Alba La Marra
Realizzazione grafica
Pablo Donadio
Supervisione tecnica e Allestimento
Domenico Pietrodangelo
Patrocini
Provincia di Benevento
Comune di Benevento
Università degli Studi del Sannio
In collaborazione con
OFF Gallery, di Beniamino Manferlotti, Napoli
Testi, apparato critico e approfondimento
Azzurra Immediato
Alba La Marra
Stefano De Matteis
Scarabattola con i fratelli Salvatore e Raffaele: tuttora è uno degli autori del gruppo. Nel corso di più di venti anni di attività, le mostre più importanti da ricordare sono: Mostro…il diavolo del 2003, Pulcinella rifavola del 2004 e Il mondo sospeso del 2005, tutte allestite presso la Chiesa di San Severo al Pendino di Napoli. Del 2008 è Personaggi di terrore, demoniaci e magico-religiosi della tradizione natalizia meridionale, in collaborazione con Roberto De Simone, inaugurata presso la Reggia di Caserta. Al 2009 risalgono SCU8 Maninarte, a cura di Luca Beatrice, ospitata nei locali di Castel dell’Ovo e Tradizione in Azione, allestita presso il complesso di San Lorenzo Maggiore (Na). Lo stesso luogo viene scelto per la suggestiva installazione Mondi del 2010. Al 2013 risale l’organizzazione e la partecipazione a Paleocontemporanea, collettiva articolata in un percorso tra antichità ed espressioni artistiche contemporanee, sviluppato tra il Museo Archeologico di Napoli, il Museo e l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte e le Catacombe di San Gennaro.Nello stesso anno gli Scuotto danno vita alla galleria ESSEARTE, orientata ad una riflessione sull’opera d’arte, in particolare sull’oggetto artistico, e alla promozione dei più giovani; nel 2016 la galleria ospita La terra in una stanza – una wunderkammer per i fratelli SCU8, mostra nata per raccontare i venti anni di attività del gruppo .Nel 2018 Emanuele e Salvatore, con un’opera a quattro mani, sono tra gli artisti partecipanti a Ceramicsnow! mostra allestita presso il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza in occasione del sessantesimo anniversario del prestigioso Premio Faenza. Con Terra mia (2019, Nabi Interior Design, Napoli), mostra che lo vede unico autore delle opere, Emanuele inaugura il suo percorso artistico personale che prosegue con Purgatorio, personale a cura di Azzurra Immediato (2021, Nabi Interior Design e OFF Gallery, Napoli) e con l’installazione Limen, progettata per la sezione Gli altari dell’Arte – a cura di Giuseppe Leone – nell’ambito della rassegna VinArte 2022 di Guardia Sanframondi (BN).
Emanuele Scuotto | MEMORIE IPOGEE
ARCOS – Museo di Arte Ccontemporanea del Sannio, Benevento
Azzurra Immediato
Silenzio! Coetaneo dell’Eternità,
tu c’eri quando la Natura
stessa cominciò a esistere.
Tutto era solo un vasto nulla,
e ogni cosa dormiva in te.
Alexander Pope, Early Poems, Sul Silenzio, vv1-5, 1700
È fuor di dubbio, da qualche decennio, che si pensi ad un museo quale luogo del rumore, ovvero, luogo d’allarme, inteso come area residuale della cultura attraverso cui raggiungere l’opinione pubblica al fine di scuoterne le coscienze o, quanto meno, l’attenzione. La spettacolarizzazione che sempre più abbonda determina, talvolta, un caos, spesso non casuale, in grado di generare non quel rumore atto alla sollecitazione dell’intelligenza emotiva quanto, purtroppo, il fulgido passaggio di eventi, incapaci di gemmare qualsivoglia riflessione.
E se tornassimo a pensare ad un museo – anche – quale luogo di silenzioso e laico dialogo con la realtà? Sarebbe così sconveniente? Se utilizzassimo le architetture museali per intrecciare fruttuose sinapsi con le opere e le visioni degli artisti? Non avremmo la percezione di esserci immersi, per poco, ma necessario tempo, in un solco lontano dal rutilante tourbillon di cui siamo incessantemente schiavi per afferrare, con la semplicità ancestrale che l’arte offre, modi sempre più profondi per comprendere il nostro essere qui, ora, vivi e facenti parte di una collettività immensa di cui, ammettiamolo, sappiamo ancora poco per poter giudicare senza riflettere? E se il museo si trasformasse in un luogo in cui, custodite le trame di un passato radicale e radicato, si offrisse spunto al visitatore per agguantare elementi di nuova interpretazione? Strumenti per una visione non più accecata ma finalmente libera? In verità, ogni museo è già tutto questo, solo che lo abbiamo dimenticato.
Ed ecco che i dettagli che affiorano, le reminiscenze che emergono debbono essere nuovi taccuini per riscrivere il presente, per ri_leggere il futuro. ARCOS – Museo d’Arte Contemporanea Sannio, nella sua duplice identità, ha dato vita ad un itinerario che, nel tempo, appare come un diario del territorio e un atlante prezioso, capace di trascrivere l’antropologia di uno spazio tramite il medium della coralità artistica, della pluridisciplinarietà. In una simile volontà – ispirata da Ferdinando Creta con tenacia – è nata la mostra MEMORIE IPOGEE di Emanuele Scuotto.
Cos’è il tempo? Cos’è la memoria? Come si comportano dinanzi ai labirinti esistenziali che si stratificano durante lo scorrere delle nostre vite? In tale alveo, l’Arte rappresenta, come sostiene Carlo Sini, ‘quella frequentazione dell’origine che contiene sempre in sé il risultato del futuro’ ed in cui la percezione sensoriale si traduce in capacità di fruizione della vita attraverso la vita stessa. Dunque, ogni traccia che giunge dagli abissi del ricordo è di fondante importanza: un passo indietro verso l’origine, un passo avanti verso un nuovo modo di pensare, verso un Mundus Novus in cui l’artista Emanuele Scuotto ci accompagnerà, seguendo la natura ipogea del Museo ARCOS.
MEMORIE IPOGEE, difatti, affida al senso immaginifico la dimensione mnestica, in grado, attraverso la sostanziazione della materia, di farsi testimone di un presente apparentemente atemporale – ossimoricamente –. Le forme di memoria mutano al mutare del tempo per farsi tassello di quel che la Yates chiamava ‘palazzo della memoria immaginario’ al quale Scuotto sta dando nuova personale architettura interiore. Una costruzione in cui Egli ci invita ad entrare, la cui trama è intrisa di commistioni antiche – che affondano le proprie radici nella tradizione classica e barocca partenopea – ma anche di slanci che pongono al centro di una nuova scena lo stravolgimento epifanico, in cui, tra passato e nuova contemporaneità, un velo d’antica trama è stato divelto. In tale disvelamento ecco che appaiono dei rimandi forti alla cultura multiforme, stratificata e preziosa di Benevento, città alla quale Scuotto lega uno dei simboli della propria ricerca: San Gennaro, che, in un certo senso, ‘torna a casa’, nella sua città natale. Ma non solo; MEMORIE IPOGEE si pone quale sintetica retrospettiva o antologica dell’artista, che si avvale, però, di opere inedite, realizzate in visione site specific, entrando in commistione con i peculiari spazi museali di ARCOS ed in contatto con la sua origine architettonica che ricorda quelle Catacombe partenopee cui Scuotto si è ispirato per alcune sue narrazioni, dando vita all’origine di una memoria inattesa. In che modo, però, il visitatore potrà entrare in simbiosi con tale indagine? Ai fruitori del Museo ARCOS spetta il ruolo di attivi percorritori – e forse precorritori – di un legame finalmente tornato alla luce, in cui passato, presente, noto ed ignoto lavorano all’edificazione di una nodale relazione tra dimensione cultuale e culturale, in cui la sfera del divino e dell’immaginifico si tramutano in varco inconsueto e meraviglioso, ove passo dopo passo, il pubblico potrà offrire il proprio determinante apporto.
È l’artista a suggerire:
‘Il passato e il presente convivono, dialogano e diventano un tutt’uno. Attraverso questa mostra, vorrei offrire l’immersione in uno spazio dove le sculture “modellano” ulteriormente il percorso del museo senza dare troppi punti di riferimento temporali, senza distinzioni tra ieri e oggi, tra opere contemporanee e del passato. L’intenzione è quella di far perdere, a chi osserva, il senso del tempo, della “catalogazione” delle opere ragionando secondo un “prima e dopo”.’
Ed ancora:
‘Il culto e la scultura come tramite tra la vita terrena e le dimensione divina sono il forte legame tra il mio lavoro e gli spazi del museo. La rappresentazione, in un certo senso, di come si siano trasformati nel tempo i simboli, le figure e le leggende dando vita a una stratificazione culturale e cultuale; stratificazione che può diventare metafora per leggere e interrogarsi sul presente: questi sono i cardini della mia ricerca e del progetto MEMORIE IPOGEE.’
In tal maniera, dunque, l’elemento tempo entra a far parte di questa mostra in foggia di filo conduttore di una trama narrativa che – come descritta da Alba La Marra – sostanzia il viaggio affrontato da Emanuele Scuotto attraverso le sue opere. Un tragitto complesso, che instaura una relazione altrettanto composita tra il terreno e l’ultramondo, tra il manifesto e l’incognito, tra Napoli, la sua Napoli e Benevento, la città del suo San Gennaro, tra il Mediterraneo della classicità e delle nostre radici e il Mediterraneo di oggi, che sembra dimenticato. La memoria profonda, pertanto, è àncora e fiocina al contempo, gli abissi del mare, della terra, delle architetture d’umana edificazione e della nostra più intima coscienza trovano riparo qui, nelle ipogee sale del museo ARCOS, nella città in cui il passato più lontano narra di simboli, miti e metafore, mai del tutto assopiti e superati. L’unione cui Scuotto dà forma, tra rivelazione e velamento, offre dunque nuove possibili ipotesi, di lettura delle opere, certamente, ma anche di lettura dell’hic et nunc. La scultura, linguaggio eletto da Scuotto quale propria grammatica, abita le sale di ARCOS portando in scena la docilità di ogni singola forma, la duttilità della materia che giunge dalla terra ma anche la sua mutevolezza, oseremmo dire filosofica, in grado di generare armonici contrappunti dettati da plurime necessità.
MEMORIE IPOGEE è allegoria di sopravvivenza; in un tempo in cui i simboli e la loro fenomenologia appaiono talvolta minacciosi, la scultura di Emanuele Scuotto giunge in soccorso, traducendo per noi idee, sensazioni, ricordi, storie, leggende e miti che hanno a che fare con il nostro quotidiano; tuttavia, a causa della loro nuova relazione con la minaccia dell’ignoto, abbiamo preferito disfare ogni legame. L’allegoria che l’artista partenopeo sceglie come compagna dialogica è commistione tra conscio ed inconscio, così come il labirinto architettonico di ARCOS è missaggio tra superficie e profondità. La nostra epoca, caratterizzandosi per una mancata continuità ed una intermittenza del tempo, come fosse un immenso caleidoscopio, sussiste di furtivi lampi inerenti al passato, al presente, al futuro. Come affermava George Kubler “Il presente è il faro spento tra due segnali luminosi; è l’istante tra i due movimenti della lancetta dell’orologio, è l’intervallo vuoto che scivola all’infinito nel tempo. Ma l’instante rappresenta tutto ciò che possiamo conoscere direttamente. Tutto il resto emerge sottoforma di segnali che arrivano a noi attraverso innumerevoli fasi. Questi segnali sono energia cinetica in attesa di essere scoperta”.
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