Evelina Schatz – Sostare Andando – Quintocortile Airoldi – Milano
Evelina Schatz
Sostare Andando
Milano
17- 20 dicembre 2019 e 8-16 gennaio 2020
a cura di Carmelo Strano
inaugurazione martedì 17 dicembre ore 18,30
orario: da martedì a venerdì ore 17-19
“Quando i rifiuti, tragedia delle amministrazioni pubbliche, diventano Arte“.
Eugenio Zanon
“Le opere d’arte di Evelina Schatz sono consanguinee ai suoi compulsivi e concreti voli nella poesia. Libera fantasia e utopia nel terreno della pulsione e di una inventiva che nello stesso tempo vibra e scava nel racconto.”
Carmelo Strano
“Siedi, nello studio di Evelina Schatz, su una poltrona di pelle rossa, sicura di te e delle tue convinzioni, inizi la narrazione del più, ma soprattutto dei meno e scatta il principio, la circolazione dei pensieri, la variazione delle parole. L’italiano che diventa russo, la biografia che parla di castelli con torri spigliate al cielo e t’immergi in mondi nomadi che hai sempre taciuto e che finalmente saltellano, prendono vocabolo e spiazzo.”
Donatella Airoldi
”Percorsi inusuali può seguire il cammino di una artista formata fra Odessa e Mosca nell’Unione Sovietica. Non c’è da stupirsi se agli studi accademici di storia e critica dell’arte segue una professione di poeta che si documenta lungo i decenni in tante raccolte, dapprima in prevalenza di lingua italiana; o se alcune di queste raccolte, con o senza le opere di artisti amici, si atteggiano a libro d’arte o sono poesia visiva oppure opere d’arte, quanto un codice medievale di miniature dove il foglio scritto e dipinto si carica di foglie d’oro e si chiude nella legatura complessa di molte arti”.
Giorgio Taborelli
“Ma la fonte … di questa trasformazione-corruzione di parole in pensiero risale a Odessa, alle rive del Mar Nero, là dove il vento mediterraneo arriva trasportando la polvere dei secoli insieme a parole italiane e greche, ebraiche e arabe, francesi e tedesche.”
Evgenij Golubovskij
!Il poeta e artista Evelina Schatz, nel suo moto creativo, dispone costantemente lungo la strada dei fari orfici, i quali indicano la direzione ai vascelli della cultura che le vanno dietro. Osserva il mondo da un’angolazione poetica, lo trapassa con i raggi X dei propri versi, porta alla luce la bellezza nascosta delle cose e trova un impiego artistico per qualsiasi oggetto vada a finire nel suo campo energetico: un chiodo arrugginito, una pietruzza al margine della strada, il barattolo dove stava il caviale nero, una piccola conchiglia di fiume”.
Michail Pogarskij
Quintocortil