Francesca Candito e Veronique Pozzi Painé – 1620- 2020 Cosa rimane? – CAST – Sondrio
Inaugurazione della Mostra bipersonale di Arte Contemporanea con Francesca Candito e Veronique Pozzi Painé, organizzata da Progetto Alfa OdV, con il patrocinio del Comune di Sondrio e la collaborazione di Italia Nostra onlus, sezione di Sondrio, Hotel della Posta ed Eliografia Rigamonti.
“1620- 2020 Cosa rimane?”
Dal 4 Settembre al 4 Ottobre al CAST, CAstello delle STorie di montagna di Sondrio
Nella giornata del 4 settembre 2020 è in programma l‘inaugurazione della Mostra bipersonale di Arte Contemporanea “1620- 2020 Cosa rimane?” con le opere di Francesca Candito e Veronique Pozzi Painé : avrà luogo al CAST alle ore 17.30,.
La Mostra è ispirata a un fatto storico, definito da Cesare Cantù come “ Sacro Macello” , accaduto nel territorio Valtellinese nel 1620 nel corso della guerra dei trent’anni, che ha contrapposto politicamente e religiosamente i protestanti con i cattolici, catapultando la questione valtellinese in un problema che poteva destabilizzare l’intera Europa.
Durante la mostra saranno esposti dipinti su tela, sculture in creta e gesso, ricami su carta, installazione site-specific e libri d’artista.
La ricerca di Francesca Candito si è concentrata sull’azione di “riportare in superficie” [in questo caso su tela, su carta e attraverso libri d’artista] ciò che è accaduto in quei pochi giorni di luglio di quattrocento anni fa, che hanno portato sulla terra una linea di dolore e violenza da sanare. “Quando noi riportiamo in superfice un fatto traumatico in quell’esatto momento portiamo guarigione; molto spesso la prima cosa da fare è saper vedere, poi l’alchimia dell’arte agisce il suo percorso di correzione della deviazione” spiega Candito. In mostra ci saranno anche delle sculture, volti che il pubblico avrà la possibilità di toccare ascoltando le sensazioni che il proprio corpo rilascia.
Veronique Pozzi Painé si focalizza innanzitutto sulla drammaticità di quanto accaduto con riferimento esplicito alla distruzione, confusione, al dolore e al tradimento vissuto. In mostra diversi lavori bidimensionali con cuciture e ricami in filo rosso, a segnare comunque una continuità, con disarmonie e contraddizioni, tra memoria storica e situazione presente. Tra i materiali utilizzati invece per l’installazione site-specific l’osso di seppia, visto come “morte dimenticata” (in analogia con chi è perito nel Sacro Macello), restituita alla memoria dal respiro del mare. Riecheggia nel suo biancore lunare il pulsare di una vita lontana e libera: è una forma senza impronta la sua, scheletro indecifrabile che chiede conoscenza per non dimenticare…
L’apertura della mostra avverrà con una performance dell’artista Francesca Candito dal titolo “Chiusura del cerchio” trasmessa in diretta Facebook.
A seguire vi sarà la possibilità di cenare con le artiste al ristorante Posta (per la cena è necessaria la prenotazione).
La Mostra, ad ingresso libero, dopo l’inaugurazione del 4 Settembre resterà aperta sino al 4 Ottobre, presso il Museo Cast, in Via Dè Capitani di Masegra 5 a Sondrio, con i seguenti orari: da giovedì a domenica: h.10.30/18.00
Per informazioni e contatti:
Ufficio Stampa Associazione Progetto Alfa
Tel: 0342 185 6563 mail: segreteriaprogettoalfaodv@gmail.com www.progettoalfa.com
Francesca Candito (1975) è un artista di origini Valtellinesi. È laureata in Urbanistica alla Facoltà di Architettura e ha proseguito i suoi studi all’Accademia di Brera; da anni si dedica esclusivamente alla ricerca e alla produzione artistica. Nel 2014 è stata segnalata tra i 40 migliori artisti della sezione italiana di Saatchi Art nel 2016 è finalista del Premio Basilio Cascella e nel 2017 vince il Premio Basilio Cascella – Finalista al premio internazionale Don Sante – Finalista del Premio Arte Cairo Mondadori. Ha esposto in diverse collettive e personali, a Palazzo Reale di Milano fino ad arrivare a portare la sua arte in varie parti d’Europa. Ad oggi collabora con la Galleria Gilda Contemporary Art di Milano che tra non molto pubblicherà una monografia interamente dedicata alla ricerca dell’artista.
Scrive di lei Luigi Marsiglia – Critico e Storico dell’Arte che da diversi anni segue assiduamente il suo lavoro di ricerca:
“Le opere di Càndito si leggono sia come frammento lirico a sé stante, sia come segmento di un discorso completo, di una trama più fitta che si realizza nell’insieme del racconto, quadro dopo quadro, immagine dopo immagine, in maniera spezzettata e al contempo esauriente e sintetico. Particelle di realtà tratte dal nostro universo e inserite in quest’altra dimensione dipinta e parallela“
Veronique Pozzi Paine’ (1975) è un’artista italiana, attualmente vive e lavora tra Milano e Berlino. Dopo il Liceo Artistico si e’ diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha frequentato il S.Martin College of Art&Design (Londra) e si e’ laureata in Ricerca Psicologico Sociale, Facolta’ di Psicologia, compiendo lunghe ricerche artistico/antropologiche in Asia. La sua ricerca artistica si focalizza soprattutto su temi quali le contraddizioni e la disarmonia del contemporaneo, l’impermanenza, l’identita’e le situazioni borderline. I lavori realizzati non si sono mai espressi in una forma unica, declinandosi in forme sempre differenti: dal dipinto all’ installazione site-specific, dalla fotografia al libro d’artista. Artista poliedrica, volutamente rifugge a classificazioni e ci invita ad esplorare un mondo dove il caos trova una sensata organizzazione. La ricerca -in un continuo wanderlust tra Occidente e Oriente- approfondisce anche il tema del limite, pensandolo come opportunità di cambiamento, visto come generatore di “possibilità altra”; in particolare è approfondito il concetto di limite tra realtà e utopia, casualità e causalità. Ha esposto in numerose esposizioni collettive e personali in Italia e all’estero, dove ha vissuto anche come artist-in-residence.
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