Franco Pisani – Velvet Topographies – Le Gallerie delle Arti di Emma Bardelli – Pistoia
Franco Pisani
Velvet Topographies
presso Le Gallerie delle Arti di Emma Bardelli – primo piano di Galleria Vittorio Emanuele, Pistoia
Inaugurazione giovedì 31 ottobre 2024, dalle 19:00.
Topografie di Velluto
Esiste un territorio tra il chiaro e lo scuro, tra il possibile e l’impossibile dove il desiderio può avvampare o soffocare. Questo territorio morbido e contorto, per me, è bordato di velluto. E’ dormiveglia, è dove il reale si mischia all’immaginario provocando mostri e delizie.
Svegliarsi per abbracciare la realtà o cercare di prendere sonno, di concedersi al riposo, all’avventura onirica sono tutti momenti di estrema complessità, potenzialmente traumatici, che avvengono immersi in questo paesaggio confortevole. Una topografia tessuta di onde e di risvolti su cui indugiare con le dita, che fa da paesaggio a transizioni di stato e di umore. Il risveglio che, salvifico, ci estrae dal baratro degli incubi più orrendi, talvolta, puo diventare esso stesso un incubo se, invece, il sogno ci ha condotto in territori di delizie e di emozioni appaganti.
Un momento di autoindulgenza, un’ulteriore esplorazione di quel panneggio soave, può diventare un atto di speranza e di resistenza, una richiesta di proroga di quell’esperienza di avvincente impossibilità.
Le Ore insonni, oppresse da pensieri neri, senza prospettive e speranze, la difficoltà a prendere sonno, a lasciarsi andare all’inconscio. I risvegli inaspettati e indesiderati, le battaglie per la Notte combattute sul bordo dell’Erebo, tutto questo avviene sulle colline del mio letto.
Una serie di pensieri disegnati dal vero ma ad occhi chiusi, senza riprova di fedeltà all’originale. Ripercorro con le matite colorate i sentieri percorsi dalle mani, guidate da polpastrelli avidi di indulgenza setosa, nell’attesa del sonno o per addolcire i risvegli più dolorosi.
Pieghe dolci, anfratti inesplorati, recessi in cui indugiare per smettere di pensare ed iniziare ad immaginare.
Una morbosa ricerca di un mondo immaginario, lontano dall’esperibile anche solo per dettagli secondari o per inversioni di logica e gravità.
Ho vissuto molte vite, diverse. Ho camminato in scarpe non mie. In sogno. Sono caduto rovinosamente, sono scivolato inesorabilmente verso il basso, sono stato schiacciato da pesi insostenibili, sono esploso e ho perso i miei cari insieme ai miei denti. In sogno ho baciato, e ho amato prima di amare. Ho tradito gli affetti piu cari e mi sono abbandonato alle voluttà più inconfessabili. Ho mosso i primi passi, ho provato l’equilibrio magico dell’andare in bici prima di riuscire a togliere le rotelline, ho navigato boline infinite senza aver idea di come si faccia. Sempre a letto, avvolto tra le mie coperte. Ho provato l’emozione mozzafiato del volo, senza aver mai volato, come un drone su paesaggi sconosciuti.
Ma poco prima o poco dopo, spesso e quando è possibile, anche d’estate, ho trovato conforto nella piacevole consistenza del bordo della mia coperta.
Questi disegni provano ad essere fermi immagine delle volute e degli arabeschi che compio instancabile tra pollice ed indice, al buio, sulle pieghe sinuose e voluttuose della mia coperta con i bordi di velluto, ormai consumata e lisa.
Franco Pisani non ama dare informazioni biografiche perchè -egli sostiene- non significano niente. Una cosa sappiamo per certa: è nato nel 1968 ad Empoli (FI).
Siamo anche a conoscenza del fatto che ha passato i primi venti anni della sua vita a Sanremo (IM), a quel punto si è trasferito a Firenze per studiare architettura.
Ha studiato regolarmente fino alla laurea, anche se in realtà non hai mai smesso completamente.
Dal 1997 viene regolarmente chiamato “Architetto”, e qualche volta “Professore”.