Il furto della Gioconda. Un falso al Louvre?
UN FALSO AL LOUVRE, LA GIOCONDA E’ IN VAL VEDDASCA
LA VERITA’ DI GRAZIANO BALLINARI
Milano, 20 Agosto 2019
Sono passati 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci ma la sua Monna Lisa non smette di stupire. Il celebre dipinto è stato, infatti, oggetto delle attenzioni di studiosi, scrittori, intellettuali, curiosi e appassionati e ha nutrito la stampa di tutto il mondo.
Domani 21 agosto ricorre l’anniversario del furto più controverso della storia dell’arte.
Era il 1911 quando La Gioconda, esposta al Louvre di Parigi tra tanti capolavori, sparì improvvisamente nel nulla. Per due anni le forze dell’ordine, nello sgomento generale, si misero sulle tracce del dipinto, senza troppa fortuna. Sulla vicenda sono stati scritti “fiumi di parole”, formulate svariate ipotesi sui protagonisti e sul movente che ha portato un uomo semplice come Vincenzo Peruggia a realizzare il furto più celebre del mondo.
Molte sono le figure che si sono intrecciate nella storia e la critica si è divisa: sostenere le voci ufficiali delle investigazioni dell’epoca o i racconti popolari tramandati di generazione in generazione nella Val Veddasca, patria del Peruggia?
Graziano Ballinari è l’ultimo erede di queste testimonianze, vissute nell’ultimo secolo con grande orgoglio dagli abitanti della zona. Le sue parole a proposito dell’opera di Leonardo:
“L’opera è in val Veddasca, la Gioconda non si è mai mossa da li. Oggi, a cento anni esatti di distanza, posso rivelarvi quello che mio padre e Teresa Mei moglie di Vincenzo Lancellotti mi hanno raccontato e confermato tanti, tanti anni fa. La Gioconda l’è scunduda in una gesina in val, non prima ne’ dopo de Gragl. L’è scunduda insci ben che la par in galera tra i sas e i sant che salutavan chi andave e veniva de luntan”. (La Gioconda è nascosta in una chiesina nella valle, non prima ne’ dopo Graglio. E’ nascosta così bene che pare in galera tra i sassi e santi che salutavano chi andava e veniva da lontano). Non vi dico per ora il luogo preciso per non scatenare il panico nella valle, ma vi accompagnerò io stesso a visitare il luogo dove è stata nascosta la Gioconda e che “forse” la nasconde ancora”.
Ma Graziano Ballinari non è il solo a sostenere questa tesi negli anni. Sebbene siano pochi i giornalisti ad avergli dato credito uno storico dell’arte, Stefano Vinceti, ascoltata la sua verità ha condotto un accurato studio durato 3 anni fino a pubblicare il libro “Il furto della Gioconda. Un falso al Louvre?”
Il libro rivela nuovi elementi della storia, confermando molte delle leggendarie voci tramandate dai valligiani e riscoprendo ulteriori particolari trascurati negli studi precedenti. Particolari mai pubblicati da nessuno.
A tenere unito il filo della vicenda la figura del Marchese Eduardo de Valfierno, mandante del furto che, con l’aiuto dei fratelli Lancellotti impiegati come operai al Louvre, ha coinvolto Peruggia. La fine misteriosa dello stesso Peruggia, i numerosi complici, i racconti dei parenti stretti e le voci dei testimoni dell’epoca portano – pare – ad un’unica conclusione:
La Gioconda al Louvre sarebbe un falso!
A partire da oggi, sui social il Museo della Gioconda diffonderà l’intervista a Graziano Ballinari e tantissime altre curiosità sul quadro più famoso del mondo.
Grazie a un gruppo di artisti e appassionati della storia della valle, il 18 settembre p.v. nell’ambito dell’evento internazionale Milano Off (Fringe & F.I.L. Festival) presso la Fabbrica del Vapore di Milano, sarà presentato il progetto per la costruzione di una mostra-museo permanente in Maccagno con Pino e Veddasca. Il museo racconterà la storia della Gioconda fino ai giorni nostri, raccogliendo tutte le testimonianze storiche del celebre furto, e darà spazio alla raffigurazione della Gioconda come icona in chiave storica e moderna, interpretata da oltre 40 artisti contemporanei. Presto i dettagli delle singole iniziative.
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