Gaetano Tommasi – Spiegel im Spiegel – Laranarossagallery – Modena

“Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima” 

(George Bernard Shaw)

LaranarossaGALLERY

‘Spiegel im Spiegel’: specchio nello specchio; già il titolo di questa personale di Gaetano Tommasi rappresenta una chiara indicazione di intenti. L’artista propone la sua produzione più recente, che ha preso vita in un periodo di importanti e personali elaborazioni emotive, nate all’esigenza di analizzare e sublimare il dolore dovuto alla perdita di presenze importanti. Ecco che la realtà, allora, si presenta nella sua crudezza e si riflette, in un gioco di specchi, come déjà-vu che non hanno soltanto il sapore del ricordo, ma che assumono anche il ruolo di prospettive immobili, eppure votate al futuro. La poliedrica realtà del nostro vissuto si riflette, specchio nello specchio, nelle concatenazioni visive create dall’artista, creando legami assoluti e silenziosi con il nostro e il suo circostante; e la moltiplicata offerta di immagini pone lo spettatore nel privilegio della contemplazione. Come sempre, il riflesso sta nella nostra mente.

                                                                                                                                                                                                                                                              Cristina Boschini

 

 

Come in uno Specchio Riflesso          

 

Realtà, sogno, ricordi o fantasia?

Nei dipinti di Gaetano Tommasi troviamo tutto ciò, immagini affiorano da un vissuto intenso e complesso, figure familiari e affetti, convivono con personaggi di fantasia, personaggi germogliati dalle letture che hanno ispirato l’artista.

Opere strutturate, oli densi di materia, i colori della terra sommati ai grigi ci portano indietro nel tempo, richiamano foto in bianco e nero o color seppia, immagini preziose che noi tutti custodiamo.

Quadro nel quadro, immagini convivono in uno spazio narrante, quasi surreale, lo spettatore spesso è già nell’opera, ci precede, ci dà le spalle e noi dobbiamo attendere il nostro turno, fermarci, entrare nell’opera e attendere ancora. L’attesa non è vana, le figure che abitano lo spazio dipinto sono lì a suggerirci qualcosa, un ricordo, un’immagine già vista, un sogno..  ci siamo anche noi, come davanti ad uno specchio, perché le vite, tutte le vite hanno certamente delle assonanze, e noi viviamo negli altri come davanti ad uno specchio riflesso.

                                                                                                                                                                                                                                                              Ersilia Sarrecchia