Giampaolo Atzeni – Alchimie evocative – Officine Farneto – Roma – 22/10 – 24/10

“ALCHIMIE EVOCATIVE” DI GIAMPAOLO ATZENI

22-24 ottobre 2016

Roma

Officine Farneto

a cura di Rosetta Gozzini

 

Una originale mostra dell’artista legata al mondo del cibo e della tavola, curata da Rosetta Gozzini e in collaborazione con la Galleria BqB Baronato quattro Bellezze  arricchirà la manifestazione “Cooking for Art 2016”, in programma a Roma negli originali spazi di Officine Farneto dal 22 al 24 ottobre.

     

 “Cooking For Art” (22-24 ottobre 2016) quest’anno torna alle origini del suo nome, riallacciando il suo legame con l’arte, con cui ha mosso i primi passi nel 2011, quando la prima edizione si svolse all’Open Colonna, all’interno del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Lo fa ospitando nello spazio di Officine Farneto, in cui si svolgerà la manifestazione, una mostra personale dell’artista Giampaolo Atzeni dal titolo “Alchimie Evocative” a cura di Rosetta Gozzini.

Come dice  la curatrice nel testo critico della mostra “Il cibo nel tempo, sino ai giorni nostri, è sempre stato un inequivocabile segno di potere,

conquista, benessere e sensualità. L’atto di mangiare, oltre ad esprimere vitalità, ha avuto per tutte le culture un valore simbolico, sociale e religioso, come gli artisti ci hanno sin dai primordi testimoniato con le loro opere.

Gianpaolo Atzeni è un alchimista evocativo, lo fa componendo nel suo laboratorio scenografie pittoriche, inserendo nelle sue opere immagini di archetipi divenute ormai stereotipi socializzati, insiti nell’immaginario collettivo.

Atzeni nelle sue opere esprime la necessità di interrompere il flusso del vivere ordinario, per condurci sulle montagne russe in un paesino lontano, ove dall’alto si scorgono scenari poliedrici, in cui la nostra percezione delle cose si modifica. Quello che osserviamo sono mondi fantastici, dove anche gli oggetti più strani dialogano fra loro, raccontando storie che ci appartengono. In ogni storia è presente un’immagine legata al cibo o alla tavola: pesci rossi, banane, mele, ma anche alimenti cucinati come i dolci. Questi “cibi” hanno però una forza simbolica tale, da esprimere più di un significato, coniugando così l’aspetto del nutrimento del corpo con il nutrimento dell’anima.

Artista eclettico, esprime nelle sue opere un percorso di vita eterogeneo: inizia approdando al teatro, per poi divenire reporter in luoghi remoti del Pianeta, giungendo al mondo del designer e successivamente alla dimensione dell’arte, intrapresa anni prima.

Le atmosfere che si respirano nelle opere di Atzeni sono atemporali, le composizioni sceniche sono studiate in modo meticoloso, circoscritte in altri luoghi, surreali e oniriche, al contempo particolarmente ironiche e divertenti.

I colori brillanti e intensi rimandano alla corrente del Fauvismo, fondato da Henri Matisse insieme a Andrè Derain e Maurice de Vlaminck. Il termine fu usato la prima volta dal critico francese nel 1905 Louis Vauxccelles, per sottolineare l’uso selvaggio del colore. La materia vibrante delle opere dona impulsi passionali ai colori delle creazioni; si percepisce così il pensiero di Goethe sulla “Teoria dei colori” relativa alla cromatica forza creatrice e come nell’opera si possa percepire palpitante la vitalità. Teoria ripresa e approfondita successivamente da Rudolf Steiner, in cui il filosofo mette in risalto l’importanza della disposizione del colore nello spazio e l’influenza della natura sull’umano. “