Riccardo Martinelli – Patrizia Debicke van der Noot – Milano – 30/06 02/07
Riccardo Martinelli
Les Magnifiques
Patrizia Debicke van der Noot
Il ritratto scomparso
Milano
30 giugno 2 luglio
In occasione del ciclo di incontri Ut pictura poesis
Presentazione del libro Il ritratto scomparso di Patrizia Debicke van der Noot, In concomitanza con la mostra Les Magnifiques che presenta alcune opere dell’artista Riccardo Martinelli.
a cura di Luca Temolo Dall’Igna
Venerdì 30 giugno, ore 19.00 (presentazione del libro e inaugurazione mostra),
1 e 2 luglio dalle 16.00 alle 18.00 (solo mostra)
presso lo studio dello scultore Francesco Virgata
Via Archimede 43 – Milano
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Les Magnifiques
Il progetto
Le opere che compongono la serie “Les Magnifiques” a un primo sguardo potrebbero apparire come ritratti in abiti d’epoca di ottima fattura, ma sono molto altro.
La minuzia con cui è reso ogni particolare non è mai fine a se stessa, ma si fa tramite per un’esplorazione profonda delle espressioni del volto, delle intenzioni e dei sentimenti dei protagonisti.
Il loro sguardi, facendosi forti dei sontuosi abiti e delle magnifiche gorgiere, dialogano con l’ambiente che li circonda e, attraverso gli oggetti che li accompagnano, raccontano la loro storia.
Il foglio di carta diventa un teatro dove i personaggi sono attori con un monologo da recitare. Allo spettatore che si trova “in ascolto” è offerta la possibilità di immaginare ciò che è accaduto prima di questo momento in cui li troviamo e tutto ciò che deve ancora accadere.
La tecnica
Il progetto è realizzato con la tecnica della penna a sfera (BIC), qui arricchita con lumeggiature eseguite a matita bianca o acquerello.
Una tecnica ancora poco diffusa che offre all’artista l’opportunità di arricchire il suo lavoro sia dal punto di vista tecnico che espressivo mettendolo di fronte a nuove opportunità espressive, ma anche ad alcune difficoltà oggettive con cui confrontarsi: l’errore non concede rettifica, ma deve essere “considerato” e quindi reso parte dell’evoluzione dell’opera.
Attraverso un paziente lavoro si ottengono le sfumature dei mezzi toni e una splendida intensità di neri. Il tratteggio infine diventa un tessuto prezioso dove stendere gli elementi del disegno.
La natura delle opere Les Magnifiques
L’esperienza e la tradizione porterebbero a considerare le opere che compongono la serie dei “Les Magnifiques” come disegni, ma per il tipo di tratto, la struttura compositiva e il procedimento attraverso il quale ognuno di loro prende forma, queste opere si rivelano essere molto di più.
Siamo infatti già nell’ambito del “pittorico” senza però che ci sia pittura. Sono opere “importanti”, sia per la resa visiva che per l’attenzione che richiedono allo spettatore e la minuzia, la dedizione e l’impegno che richiedono all’autore. Per produrre un “magnifico” di formato A4, ad esempio, sono necessarie fino a un centinaio di ore.
Il processo di creazione artistico in queste opere tende a trasformare la materia “povera” in materia preziosa.
L’artista
Riccardo Martinelli, nasce nel 1973 sulla montagna Pistoiese. Dopo l’istituto d’arte si trasferisce a Bologna e si iscrive al DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo) presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia di Bologna.
Alla fine degli anni novanta arriva a Milano dove inizia a lavorare nel mondo della comunicazione e della grafica. In questi anni studia e pratica teatro con particolare interesse per la regia.
Durante il 2011/2012 frequenta il corso di figura della scuola del Castello Sforzesco di Milano con il maestro Alberto Rovida. Nel 2014 diventa allievo del maestro incisore Gigi Pedroli, fondatore del Centro dell’Incisione del Naviglio a Milano.
La sua ricerca artistica si lega fin da principio alla rappresentazione della figura umana, ritratto e nudo. I progetti su cui sta lavorando attualmente esplorano anche la struttura di elementi naturali con fascinazioni nell’ambito dell’informale.
Penna a sfera, acrilico, acquerello, grafite e acquaforte sono le tecniche con le quali sta costruendo il suo linguaggio visivo.
Recensioni:
Riccardo Martinelli è un artista che reputo tra i più interessanti in questi anni italiani. Il suo realismo onirico è tanto figurativo quanto ipnotico… Invito chiunque a visionare dal vivo queste incursioni
post-barocche, che fanno deflagrare l’arte del ritratto, sorprendente e spiazzante ad altezza 2017.
Giuseppe Genna (scrittore)
Nonostante la perfezione, il segno di Riccardo Martinelli non è borioso, si mette al servizio e si ritrae, per cogliere una ad una le emozioni e rivelarne la complessità.
Greta Beneforti (art director)
Martinelli non indulge all’accademia, ma alla più pura tradizione toscana quella del disegno, cui aderisce con piglio sicuro, scevro da incertezze, declinando la classicità in un ossimoro tra antico e moderno, dove la composizione si ricompone spesso in morbida armonia dal gradevole impatto visivo.
Pamela Galloni (scrittice e insegnante)
Potremmo definire Martinelli un instancabile ricercatore, che non si accontenta dei primi positivi risultati, ma va costantemente oltre.
Sauro Romagnani (giornalista)
Per maggiori informazioni visita il sito: www.riccardomartinelli.it Facebook: Riccardo Martinelli Fine Art /
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Il ritratto scomparso – Patrizia Debicke van der Noot.
Una ragazza «Adrienne Lecrouet è una pittrice affermata, nota soprattutto per la sua abilità nel ritrarre i suoi committenti; dando così vita a tele meravigliose che sembrano raccontare la vita dei loro protagonisti tale è l’intensità e la profondità del tratto distintivo dell’artista. Adrienne non solo scava nel profondo dei soggetti che deve raffigurare, in maniera da imprimere al meglio il loro essere nel ritratto, ma sembra appassionarsi talmente al suo lavoro da mettere in gioco anche la propria anima che rimane indissolubilmente legata ai suoi lavori. Sarà proprio questo legame che la spingerà a indagare e andare sempre più oltre la coltre di mistero che avvolge la scomparsa, ormai decennale, di uno dei suoi ritratti più riusciti. Esattamente come la protagonista del libro, la quale riesce a intuire il carattere e la personalità dei soggetti da ritrarre e li fa rivivere attraverso i colori e i pennelli, l’autrice riesce, attraverso la sua penna, a dare vita ai protagonisti in maniera sorprendente, lasciando trasparire ogni sfumatura del loro carattere, della loro personalità, della loro angoscia e del loro dolore. Racconta della loro affannosa ricerca di una serenità meritata seguita a tragici eventi di cui sono stati loro malgrado testimoni, spettatori o vittime. Racconta in maniera minuziosa del loro carnefice, delle sue angosce, delle sue fobie e delle sue follie.
Il ritratto scomparso di Patrizia Debicke van der Noot affronta con la sobrietà e l’eleganza proprie dello stile dell’autrice, un tema difficile, complicato, a tratti inquietante che si vorrebbe riuscire, nella vita reale, per sempre a cancellare.»
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