Giulia Cenci – Fango – Spazio A – Pistoia

Giulia Cenci

Fango

da: saBATO 12 settembre, 2020 – ore 18

FINO AL: 07.11.2020

MAR – SAB 11 – 14 / 15 -19 o su appuntamento

SpazioA

 

“Vi sono pezzi di questo e pezzi di quello, ma nessuno si incastra con l’altro. Eppure, molto stranamente, al limite di tutto questo caos, ogni cosa comincia a fondersi di nuovo. Una mela e un’arancia polverizzate sono alla fine la stessa cosa, non è forse così? Non puoi trovare differenza fra un abito ben fatto e uno malfatto se sono entrambi ridotti a brandelli, giusto? A un certo punto le cose si disintegrano in sozzura, polvere o rottami, e quanto rimane è qualcosa di nuovo, qualche particella o agglomerato di materia che non si riesce più a identificare.” (Paul Auster, Nel paese delle ultime cose) SpazioA ha il piacere di presentare, sabato 12 settembre, 2020, ore 18, la mostra personale di Giulia Cenci (1988, Cortona) fango. L’imponente installazione realizzata a settembre 2019 all’Institute of Contemporary Art, Villeurbanne/Rhône-Alpes, durante la 15° Biennale de Lyon sarà presentata per la prima volta in Italia negli spazi della galleria. fango è una serie di installazioni radicali fatte di sculture e frammenti di una realtà artificiale, nel tentativo di creare un habitat condizionato dalle proprie regole e dinamiche. Ripetizione e riproduzione, frammentazione, aggregazione di avanzi e ibridi di materiali con le loro fonti originarie, offrono riferimenti per sculture invadenti e sproporzionate che generano un ambiente affollato e caotico. All’ingresso, l’installazione rivela subito la complessità dei suoi materiali: le proporzioni delle sculture e la loro relazione con il corpo dello spettatore, i cui movimenti e punti di vista sono condizionati e forzati dalla frequenza degli elementi nello spazio. Parti di macchine, motori, marchingegni tecnologici, elementi tratti dal paesaggio urbano sono meticolosamente mescolati e modificati da e con i resti di materiali naturali come l’argilla e la polvere per ottenere qualità incerte e complesse in cui le fonti che costituiscono i lavori vengono trattate senza considerazione per la loro natura o il loro valore. Tecniche senza tempo di modellazione, scultura e figurazione sono mescolate insieme e contaminate con i processi produttivi e i materiali più sofisticati di oggi in modo da creare un paesaggio inedito che mette in discussione la condizione di appartenenza di ogni momento, stato o composto chimico. Figure antropomorfe (animali che indossano abbigliamento umano in pose umane) popolano questo paesaggio insieme a figure immobili, spesso in dialogo reciproco o in pose rigide e contorte, con una dimensione e altezza nello spazio che rispettano sempre la scala umana. In questo habitat saturato, i corpi degli spettatori diventano parte dell’insieme, una componente vitale del lavoro: le loro presenze sono destinate a mutarsi in visioni frammentarie incarnate dal paesaggio stesso, una materia supplementare che reagisce al “resto”.

Spazio A

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