Giusy Randazzo – Enrico Merli – Bellezza se-ducente

Giusy Randazzo
Enrico Merli
Bellezza se-ducente
DIPINTI
Prefazione di Stefano Bigazzi
GIUGNO 2021
SEZIONE ARTE
Giusy (Giuseppina) RANDAZZO, classe 1970 ha vissuto ad Agrigento, Palermo, Margate (GB), Napoli e Genova, dove attualmente risiede. È stata docente di ruolo in Filosofia e storia per vent’anni e adesso è dirigente scolastica. È coordinatore editoriale della rivista scientifica Gente di Fotografia e condirettrice della rivista scientifica di filosofia Vita pensata. È esperta in cultura visuale e in pratiche dialogiche, sulle quali ha pubblicato monografie, saggi e numerosi articoli. Con Erga, l’autrice ha pubblicato, insieme con altri, MNR – Metodologia della Narrazione e della Riflessione. Percorsi per il benessere scolastico (2009), Bullismo a scuola tra immagine e realtà (2009) e Metodologia della Narrazione e della Riflessione. Storia, metodi e strumenti (2020).
Enrico MERLI, classe 1961, genovese, diplomato all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, ha frequentato i corsi di Gianfranco Fasce, Vittorio Alfieri, Giovanni Battista Semino, Tranquillo Marangoni, Mario Chianese e Giannetto Fieschi. È grafico pubblicitario e Art Director presso la Erga edizioni.

Dal 1993 espone con regolarità in mostre d’arte a carattere personale e collettivo. Nel 2016 ha esposto a Budapest, presso il Mkisz. Vive a Cicagna in Valfontanabuona.

Distribuzione CDA Bologna – www.cdanet.it – tel. 051-969312
ERGA edizioni – Tel. 010 8328441 – www.erga.it
Editore: Erga Edizioni – Genova
Formato: 21 x 25 cm
Legatura: Brossura con alette
Pagine: 182 a colori (196 opere)
ISBN: 978-88-3298-265-7

Merli definisce i suoi oli “finestre sul mondo”. Quello reale e persino quello fantastico. Eppure, l’osservatore attento coglie il denominatore che attraversa l’intera produzione: il movimento. Nulla è statico persino quando è fermo. Si sente battere la vita che pulsa di luce, ovunque. È il cambiamento che ci abita e che restituisce il tempo alla nostra sfera di appartenenza come un gravame e insieme come il luminoso divenire del nostro corpomente che ci rende sempre più compiuti o definitivamente dispersi.
Il tempo dice la verità su di noi, insomma. Il tempo è la verità. Da lì proviene questa sensazione di coglimento del vero che ci ferisce quando osserviamo le opere in divenire di Merli. Questa è la sua cifra stilistica. Tutto è attraversato da questo rischio che è il divenire e che racconta di noi. Racconta me e te e gli esseri viventi con i quali abitiamo il mondo e racconta anche gli enti che pur non esistendo sussistono.
Per tal motivo, Merli avverte la necessità di narrarli tutti, per sé stesso e per noi. Per quel con che parla della nostra gettatezza. Per chi sarà sempre spectator e spectrum, spettatore che avverte continuamente lo scacco della verità e spettro che sfugge a una narrazione lineare.
Un’impresa improba quella di Merli, ma è in gioco il viaggio per Itaca e dunque non può che restituirci la saggezza dell’apparente temerarietà.
Giusy Randazzo