IL TRIONFO DELLA LUCE – le opere di Maicol Borghetti e l’archeologia del futuro
IL TRIONFO DELLA LUCE
le opere di Maicol Borghetti e l’archeologia del futuro
Preziosi reperti archeologici dialogano con opere contemporanee attraverso un denominatore comune: la vittoria del sole sull’oscurità e l’unione degli opposti.
E’ questo il messaggio de “Il trionfo della luce. Simboli, rinascite e il dialogo degli opposti”, la mostra-evento promossa dalla Città metropolitana di Bari in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari presentata dal sindaco metropolitano, Antonio Decaro e dalla consigliera delegata alla Cultura – Ico – Biblioteca – Musei, Francesca Pietroforte.
La mostra, a cura di Roberta Giuliani e Maurizio Vanni, visitabile dal 21 giugno al 21 agosto nel Museo Archeologico di Santa Scolastica di Bari, prevede racconti scenici, workshop, performance e concerti per celebrare il misticismo del momento. Il lavoro di Maicol Borghetti ben si presta alla multidisciplinarietà concettuale del progetto e allo spazio museale, in quanto le opere proposte dialogano perfettamente con i reperti antichi. Maicol Borghetti è artista multidisciplinare che lavora con fotografia, design 3d, video, scultura e musica elettronica. Il suo percorso artistico è un lungo viaggio nell’immagine dalla fotografia al design ed è raccontato in questa breve intervista.
D– Sei un’artista multidisciplinare. Cosa puoi dirci riguardo alla tua formazione. Hai o hai avuto dei “Maestri” importanti per il tuo percorso o dai quali hai attinto o attingi tutt’oggi?
R- Mi concedo di fare arte in modo quasi ingenuo, probabilmente puro e certamente egoista, sono un artista multidisciplinare e autodidatta e questo si potrebbe parafrasare fisicamente come rotolare per una collina di erba e fango a 5/6 anni di eta’.. molto molto divertente, con il rischio di farsi male ma soprattutto impossibile fermarsi. Essere un artista multidisciplinare non è un caso ma è un percorso, tutto nasce con la fotografia per eredità creativa familiare e continua poi con il video, la musica e la grafica 3d. Realizzando cortometraggi auto-prodotti si impara veramente a fare di tutto: dai costumi agli oggetti di scena alla musica, si ha a che fare con tantissimi aspetti della creazione e tutto deve essere interconnesso. La mia maestra principale è la fotografia, da qua nasce la mia poetica visiva che tende all’estetismo. Maestra fotografia che in movimento chiamo video, a tutto tondo scultura e che se guardata con gli occhi chiusi musica, tutto è immagine ed è come noi umani leggiamo inizialmente la realtà intorno a noi. Le tematiche di cui tratto e che mi hanno sempre affascinato sono sull’orlo della fantascienza, uso l’arte come una macchina del tempo per immaginare cosa ci aspetta nel futuro o cosa è accaduto nel passato di altri mondi.
D- Nelle tue opere scultoree si avverte una certa bellezza classica. Il periodo ellenico è per te un riferimento o solo un canone estetico?
R- Rispondo con una domanda: la bellezza classica è divenuta tale o lo è sempre stata e lo sarà per sempre? Cambia? si muove? Quello che si vede nelle opere è il risultato di un percorso che è influenzato da mille fattori, alcuni sono forse identificabili ma altri invece corrono nel nostro DNA di animali senzienti e sono il risultato della nostra evoluzione. Il riferimento estetico di cui parli sicuramente esiste ma non è voluto, è necessario ma non è indispensabile. Quello che è indispensabile al risultato nella mia ricerca è che le opere abbiano una stratificazione, ci si può fermare sulla forma, sulla superficie, e già questo ha un senso estetico, ma si può anche affondare nei concetti e nei motivi per cui si propone questa forma, andando ad indagare il concetto di archeologia del futuro, un ossimoro plausibile per chi è avvezzo alla fisica dello spazio tempo. Con le mie tematiche rifletto in modo personale sulla nostra esistenza effimera, sia come umani sia come umanità.
D- L’idea e la tecnica da sempre concorrono allo sviluppo di un’opera. Puoi parlarci del tuo processo creativo? Cosa ti stimola e come lavori? Quali sono le fasi del tuo lavoro scultoreo, video o musicale?
R- Negli anni ho passato varie fasi di innamoramento acuto con un’arte o un’altra, i primi progetti sono stati di fotografia e poi sono passato al video, nella fase video non è pensabile trascurare la parte sonora, da qua si capisce già che, toccando vari mondi creativi, i progetti multidisciplinari che sto portando avanti adesso siano il risultato di studi molto lunghi e di sovrapposizioni di campi di conoscenza profondi. È proprio dove queste conoscenze si toccano che possono scaturire cose “nuove”. Il mio habitat naturale è quando mi sento di non conoscere una cosa, in questi casi sono colto da una vera e propria necessità di “abbuffata conoscitiva” e riesco a restituire il meglio, ho bisogno dell’urgenza di fare, della sua irrazionalità, e, anche se riesco a pianificare tutto con la massima chiarezza, ho la necessità di sentire che il tempo è finito per dare il massimo. Oltre a questo tecnicamente sono abbastanza sazio, nel senso che attualmente la parte tecnica è veramente in secondo piano rispetto all’idea da realizzare. So di non sapere e godo nel nutrire questa mancanza trovando soluzioni per arrivare a ciò che ho immaginato. Nello specifico ad esempio le sculture nascono spesso da bozzetti disegnati senza troppi particolari ma con la forma e l’intenzione che poi si ritrova nell’opera finale, la tecnica è squisitamente complessa usando molti mezzi digitali, la principale tecnica è il calco digitale. Lavoro con modelle, le fotografo in 3d con vari strumenti, dopo di che la parte creativa continua sul computer fino ad arrivare a quando l’opera va fatta uscire dal computer e li ci possiamo divertire in vari modi tra stampanti 3d, robot CNC e tantissimi altri modi: una della mie ultime opere è stata realizzata con una grande macchina industriale che taglia il marmo con un getto di acqua per esempio. Spesso mi ritrovo a lavorare con le tecniche più classiche come il calco in gomma ad esempio. Nonostante ci sia una gran parte di lavoro digitale moltissime volte è più veloce ed efficace sporcarsi le mani, non ho una formazione artistica scolastica e questo mi permette incursioni e sovrapposizioni tra tecniche che magari sono poco ortodosse.
D- Quando le tue diverse competenze hanno iniziato a confluire sul concetto di “opera totale” in cui video e musica concorrono insieme alle sculture dando vita ad opere immersive come quella che attualmente troviamo nel bastione del Museo Archeologico di Bari?
R- Soprattutto negli ultimi anni in modo direi molto naturale ho iniziato a mettere insieme tutto ciò che mi piace fare, l’ho fatto soprattutto per stupirmi e divertirmi del risultato diventando anche io un po’ spettatore di queste opere. Quella che troviamo al museo Archeologico di Santa Scolastica a Bari è un bell’esempio di come scultura, video e musica elettronica possano coesistere nello stesso spazio espositivo formando una simbiosi unica, grazie alla direttrice del museo Roberta Giuliani ed al co-curatore della mostra Maurizio Vanni, nel “Il trionfo della luce” mi è stata data una bella occasione di esporre i miei due principali progetti NEBULA e Mythos e Protos. NEBULA è esposto nel bastione ed è la mia nuvola creativa dove vale tutto, vale usare la scultura come tela di proiezione video e vale prendere il visitatore di sorpresa con i miei esperimenti di musica elettronica che vanno a fare da sound track alle suggestioni visive create delle sculture, è un po’ come trovarsi all’interno di un film, magari una scena immaginaria di un “Indiana Jones nello spazio”, si ritrovano sculture di altri mondi, passati o futuri ma mai contemporanei al nostro. All’inizio del percorso espositivo si trova poi quello che è uno dei pezzi preferiti del progetto Mythos e Protos e cioè il grande vaso in ceramica con smaltatura metallica che è esposto accanto ai reali reperti di 2400 anni fa ritrovati a Canosa. I due vasi, quello antico ed il mio, sono esteticamente opposti eppure c’è una fortissima connessione tra loro a testimoniare che il classico ed il bello sono fatti di tante forme e sono connessi grazie alla nostra interpretazione.
D- Se ti fosse data “carta bianca” per sviluppare un progetto futuro senza limiti di spazio e costi su cosa lavoreresti?
R- Sicuramente porterò avanti il lavoro sull’archeologia del futuro esponendo opere contemporanee con reali reperti archeologici per continuare ad indagare il filo del tempo e il nostro rapporto con esso. Mi piacerebbe sviluppare i progetti iniziati al Museo Archeologico di Santa Scolastica con realtà tipo il MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli o con il Museo Egizio di Torino. Questi musei hanno tantissimo materiale non esposto con cui sogno di entrare in contatto per continuare il percorso che è iniziato a Bari affiancando il mio contemporaneo al contemporaneo antico. In Italia ci sono moltissime realtà affascinanti e molti musei archeologici pieni di capolavori e di arte che è lì a testimoniare il tempo presente in cui è stata creata ed è legandomi a questi capolavori che possiamo indagare il filo del tempo collegandolo al nostro presente e al futuro immaginario da cui provengono i miei lavori. Con i miei lavori di archeologia del futuro vorrei continuare questa indagine sul tempo e sull’uomo portando lo spettatore in un’esperienza fatta di più stimoli visivi e sonori, coinvolgente ma anche personale. NEBULA e Mythos e Protos sono progetti affascinanti e definiti in modo profondo, sono pronti per poter essere presentati a chi di dovere nel momento in cui sarà possibile farlo.
D- Stai lavorando ad altri progetti. Puoi anticipare le tue prossime esposizioni?
R- Questo periodo è molto intenso, adesso ti sto rispondendo da Pergine Valsugana vicino a Trento dove ho realizzato un installazione del progetto Nebula ma recentemente ho lavorato per un festival d’arte dalle mie parti (Cibart Seravezza) collaborando con due aziende Toscane per la realizzazione di due mie sculture, una è in stampa 3d realizzata con r3direct www.r3direct.it azienda tecnologica di Lucca e una in marmo realizzata con i macchinari di taglio della Landi Group www.landimarble.com . La prossima esposizione è prevista a Torino ma non posso ancora entrare nel dettaglio! Inoltre continuo a lavorare anche per aziende e artisti con il mio studio www.studiob19.it .
Maicol Borghetti