Jay Heikes – Before Common Era – Federica Schiavo Gallery – Milano
Jay Heikes
Before Common Era
26 SETTEMBRE – 30 NOVEMBRE 2019
OPENING: MERCOLEDì 25 SETTEMBRE, ORE 18.00
FEDERICA SCHIAVO GALLERY MILANO
VIA MICHELE BAROZZI 6
Federica Schiavo Gallery è lieta di presentare Before Common Era, la quinta mostra personale di Jay Heikes con la galleria.
Attraverso l’accostamento di materiali insoliti e inaspettati, la pratica artistica di Jay Heikes rivela le relazioni precarie che formano la materia infinita dell’universo; figlio unico di un chimico e insegnante, è particolarmente affascinato dall’alchimia, la trasformazione senza fine di una sostanza in un’altra, che rivela storie e processi a volte nascosti sotto la superficie dei nostri mondi naturali ed innaturali.
Gli attuali cambiamenti politici, sociali e ambientali che hanno sconvolto le nostre abitudini sono talvolta entrati con prepotenza nel suo lavoro più recente. È così che Heikes rivolge la sua attenzione al cielo, nel disperato tentativo di fuggire da una società che lui definisce post-contemporanea in cui non esiste un terreno solido. Le sue parole hanno il ruolo di un avvertimento fatalistico: “Se accettiamo la lezione del sublime, dove la bellezza è la sola cosa che ci permette di non sparire del tutto nel vuoto, mi chiedo se il concetto di bellezza sia un riferimento legato al passato in cui condizioni diverse ci permettevano di abbracciarla”. Questo pensiero si riflette nella nuova serie di lavori in cui l’artista esplicita la sua lotta interiore in un’epoca che considera distratta, ossessivamente autoreferenziale ed ipocrita.
Nei suoi dipinti, chiamati Mother Sky, Heikes affronta il lavoro con la sensibilità di uno scultore, impiegando i processi chimici che hanno a lungo caratterizzato la sua produzione tridimensionale. Prima di serigrafare forme che ricordano il fumo e le nuvole, l’artista colora la superficie usando una combinazione di aceto, sale e pigmento in polvere. Mentre reagiscono, queste sostanze generano tonalità vibranti e imprevedibili che trasformano i suoi cieli in elementi turbolenti che presagiscono situazioni climatiche e sociali allarmanti ed imperscrutabili.
Infine, per amplificare lo spettro di una impossibile presenza elementare, Heikes include una serie di sculture conosciute come Minor Planets, piccoli globi realizzati con materiali diversi come il bismuto, il rame, il niobio e il guaiaco, materie antiche come la nostra era. I metalli e i materiali impiegati che nel tempo si ossidano e mutano, sono un’altra testimonianza dell’imprevedibilità della materia e della forma secondo processi che non sono mai controllati fino in fondo dall’artista.
Through his use of unexpected pairings of materials, Jay Heikes’s artistic practice reveals the precarious relationships found amongst the infinite matter of the universe. The only son of a chemist and educator, he is particularly fascinated by the alchemy inherent in the never-ending transformation of one substance into another, revealing the histories and processes sometimes hidden below the surface of our natural and unnatural worlds.
Recent political, social and environmental changes that have upset our way of life and, at times, overtaken the content of his recent work, have diverted Heikes’ attention toward the sky in a desperate attempt to escape a sort of post-contemporary society in which there is no solid ground, revealing a futility in dealing with hypocrisy of our times. His words act as a fatalistic warning: “If we heed the lessons in pursuing the sublime, where the beauty stands as the sole reason against fully disappearing into the void, I often wonder if the concept of beauty is becoming thing of the past where the different set of conditions made such an embrace possible”. With this thought the artist confronts an era that he considers distracted, obsessively self-referential and hypocritical.
In a new series of canvases titled Mother Sky, Heikes approaches his work with the sensibility of a sculptor, employing the chemical processes that have long informed his three-dimensional work. Before screen printing forms resembling smoke and clouds, Heikes stains his surface using a combination of vinegar, salt and powdered pigment. During the chemical reaction, these substances generate vibrant and unpredictable tones that transform his skies into turbulent grounds that predict acidic and inscrutable climatic and social situations.
And as if to raise the spectre of an impossible, elemental presence, Heikes includes a series of sculptures known as Minor Planets, small orbs made of materials as diverse as Bismuth, Copper, Niobium and Lignum Vitae that seem as if they are as ancient as our common era. The metals and complementary materials, which over time oxidize and mutate are yet another testimony to the unpredictability of material and form in a way that for the artist “is not practiced, concise or refined”.