Lorenzo Passi “Evoluzioni sonore” – Palazzo Porcia – Oderzo

Lorenzo Passi

“Evoluzioni sonore”

a cura di Aloisia Marzotto Caotorta
Sound design di Stefano Delle Monache
7 aprile – 6 maggio 2018
inaugurazione: sabato 7 aprile, ore 18.30

Oderzo (TV)

Palazzo Porcia

CreArte Studio è lieta di presentare la mostra site specific “Evoluzioni sonore” di Lorenzo Passi.

Per lo spazio opitergino Passi ha dato vita sonora a quattordici opere della serie Flore e Faune (2016) attraverso l’interazione del pubblico con le opere; due corpi vitrei sospesi – rosso e ambra – sono al centro di un “ambiente” disseminato dalle creature naturali dell’artista, in un allestimento dialogante che si trasforma in terreno d’esperienza polisensoriale per lo spettatore.

Realizzate “a soffio libero” le Faune si rivelano diversamente ogni volta in cui la loro superficie entra a contatto con delle testine, che emettono vibrazioni. Il corpo vitreo si fa cassa di risonanza restituendo suoni intrinseci alla materia. Il movimento della mano-demiurgo infonde vita nelle sculture di vetro, imponendo una contemplazione dell’opera non frontale ma dinamica, che include lo sguardo – attraverso la luce – e l’ascolto.

Dal suolo, impronte sonore per altre Faune e trasparenze luminose per le Flore immergono lo spettatore in una “situazione”, brodo primordiale di impulsi che all’orecchio insorgono per causa imprecisata se non la vita.

Lorenzo Passi nasce a Milano nel 1985. Per tre anni ha lavorato a Murano come junior apprentice presso la vetreria di Archimede Seguso e di Zanetti poi. Nel 2009 si specializza nella lavorazione del vetro nella città di Nuutajärvi, in Finlandia dove sperimenta l’accostamento del vetro a materiali diversi come il legno e il metallo; torna a Murano per realizzare le sue creazioni, ricche di un rinnovato immaginario ed esordisce nel 2014 come artista. In Italia ha esposto principalmente a Milano e Venezia e all’estero nelle monografiche di Beijing e Seul. Ha ottenuto la menzione speciale dalla 8th Cheongju Biennale International Craft Competition (2013) e dalla Fondazione Aldo Morelato (2013).

Lorenzo Passi
Evoluzioni Sonore

“In questo questo mio lavoro ho restituito alle creazioni la necessità di decostruire quello che avevo fatto fin ora: il vetro imprigionato nelle gabbie metalliche aveva bisogno di uscire; è così che le Flore e le Faune sono nate, già con lo status di creature libere, con una loro vita” racconta Lorenzo Passi riferendosi alla serie eseguita nel 2017, e presentata nelle monografiche di Venezia e Pechino.

L’artista sorride, quasi a voler sottolineare il complesso delle proprietà che racchiuse, quasi imposte, dal sostantivo “vita”, se applicato a una visione della natura rappresentata dalle sue sculture.

Nelle Flore e Faune, il rapporto con essa costituisce un territorio d’esplorazione di cui egli indaga, attraverso le percezioni umane, l’evoluzione nel tentativo di superare, integrando nuovi mezzi, il confine tra arte visiva e arte acustica.

Lentamente, gradualmente, si srotola il filo dello spazio e del tempo attorno a questi esseri asimmetrici con l’affermazione di nuovi caratteri; dapprima attraverso l’esaltazione del volume plastico, investigato nei suoi vuoti e pieni dalla presenza-assenza della luce (“Kosmos”, 2017).

Oggi, in “Evoluzioni sonore” – il titolo dell’installazione site-specific per CreArte Studio – la sensazione che queste creazioni continuino a mutare si fa certezza: “È la poetica del mettersi in gioco” commenta Passi “una storia che si sviluppa intorno a ciascuna opera”; e la narrazione prosegue dipanandosi nella trascendenza della materia inorganica, il vetro, in corpo percettivo che si manifesta nel suono, una sorta di linguaggio che si sprigiona per insorgenza interna dal profondo delle Flore e delle Faune.

È la mano-demiurgo del pubblico a infondere vita nel momento in cui la superficie delle Faune entra a contatto con un eccitatore acustico, dispositivo compatto che sfrutta l’accostamento alla “carne” delle sculture per la diffusione del suono. Al visitatore viene chiesto di interagire con esse, di prendere in mano l’eccitatore acustico ed esplorare la generazione del suono appoggiandolo sulle opere.

Il tocco svela la voce della Fauna, palesandone il carattere; contemporaneamente, nel visitatore, si compie un’epifania acustica elastica e dilatabile, che esige una frontalità contemplativa per vivere la trasfigurazione delle opere. Il loro evolversi attraverso il suono produce uno sfondamento del dominio assoluto dell’elemento visivo: oltre allo sguardo assurge, primus inter pares, l’udito. La plurisensorialità a cui è sollecitata la persona consente il rilevamento di un’estensione estetica, un ampliamento della conoscenza sensibile del corpus scultoreo. Ne nasce un’effimera emissione di registri timbrici sequenziali che, mediati dalla manipolazione sonora del visitatore, percorrono la “pelle” e le “pieghe” del vetro soffiato. L’interazione emergente tra il gesto dell’uomo e la presenza sonante della Fauna si fa racconto, in una conversazione fatta di aspettative, richiami, sospensioni, sollecitazioni, interrogazioni e risposte anche disattese.

Appese alla volta a botte, due Faune sono opere da guardare, toccare e ascoltare, che dialogano con la popolazione circostante, nei punti dove sono collocati i pezzi della serie.

Sparse al suolo, altre Faune si articolano in composizioni libere, che rompono il confine della struttura e lasciano a terra gusci inanimati, superstiti della ribellione del volume vitreo già proiettato nello spazio. La loro condizione di trasformazione incessante si manifesta ancora una volta e, incuranti, indulgono come dischi rotti; scandiscono il tempo, e in un fare meditabondo eppure sprovveduto, cantano la loro presenza. Il suono, emesso da un piccolo altoparlante posto all’imboccatura cava delle due sculture, viene
amplificato nei vuoti delle pance, casse di risonanza e trombe acustiche.

Quello delle Faune è una polifonia di linguaggi che friniscono, ribollono, gracidano, scoppiettano, ronzano, grattano, stridono, rombano, un paesaggio che prende forma punteggiato dagli scoppi delle Flore. Queste ultime racchiudono in sé quel qualcosa di scomposto, che hanno le forme della materia viva e imprevedibile. Esaltato da luminescenze mirate, il cristallo delle Flore brilla nella sua fredda trasparenza e si solidifica in tracce che fanno eco alle Esplosioni del ’57 e alla serie contigua Informel (1958-1959)
dell’artista-designer Vinicio Vianello.

Le sperimentazioni metamorfiche di Passi diventano terreno di esperienza per il visitatore, un “ambiente” in cui si fluttua immersi in un magma primordiale di stimoli visivi e sonori, che insorgono per causa imprecisata che non si può identificare se non con la vita stessa.

Aloisia Marzotto Caotorta
con Stefano Delle Monache

CreArte Studio , Piazza Castello 1 , I-31046 Oderzo (TV)
www.crearte-studio.it
visite: da venerdì a domenica, dalle ore 16.00 alle 19.30 o su appuntamento