Mario Stefano – Incontro con un artista contemporaneo
Incontro con Mario Stefano, artista contemporaneo
Il periodo di lockdown ha evidenziato come l’arte sia collocata in secondo piano rispetto ad altre attività “essenziali”. Ma qual è effettivamente il valore dell’arte oggi? Ne abbiamo parlato con Mario Stefano, artista contemporaneo classe 1983, di origini napoletane e casertano di adozione. Consegue la laurea in Scienze dell’Educazione e si dedica per oltre quindici anni alle sue due attività imprenditoriali nel settore fitness, coltivando sporadicamente la sua vocazione artistica. Appassionato di storia dell’arte e di pittura e disegno, studia da autodidatta e apprende sperimentando le diverse tecniche pittoriche.
Causa pandemia, decide di cessare le attività e di dedicarsi completamente alla pittura.
In quanto artista, come consideri il tuo ruolo all’interno della società?
Mi ritengo un privilegiato. La mia pittura è un invito a riflettere. Una riflessione sul decadimento spirituale, morale e culturale dei nostri giorni presenti, celebrando, rielaborando e decodificando attraverso il ricordo mondi passati, cercando di rendere migliori i giorni a venire.
Qual è l’opera/l’artista che ha influenzato maggiormente il tuo percorso? Per quali ragioni?
Beh, tutti i più grandi esponenti della pittura pop moderna e contemporanea, da Hockney a David Salle, passando per Lichtenstein, Jasper Johns e Rauschenberg. Sono pittori originali nella loro semplicità e mai banali.
Parlaci delle tue opere. Come nascono i tuoi “frammenti di micronarrazioni sospese” così da te definiti?
Sono mosaici figurativi, frammenti di micronarrazioni sospese appunto, elementi estrapolati da un mio vocabolario di immagini, accostati in funzione dell’equilibrio compositivo e non di un filo narrativo comune.
Accosto le immagini in base al loro peso, cercando di creare un’ architettura solida seguendo un andamento compositivo che riesca a rendere naturale il legame tra le diverse parti che occupano la tela e la complessa intersezione di tutti gli elementi presenti nel dipinto.
Perché, secondo te, l’arte viene relegata ad attività di second’ordine, inessenziale rispetto all’acquisto di un capo d’abbigliamento firmato o un telefono di ultima generazione?
Perchè i genitori di oggi allevano carcasse vuote prive di anima. Parafrasando un aforisma di Cicerone: “Una casa senza arte e come un corpo senz’anima”… Ci vorrebbe più educazione spirituale. Bisogna essere educati all’arte.
Oggi si va in palestra per la cura del corpo. Ci vorrebbe una cura per l’anima, oggi siamo malati nello spirito.
Come vedi il futuro dell’arte? Secondo te la fine della pandemia segnerà un momento di rinascita spirituale o favorirà il declino definitivo dei valori morali a favore del possesso di beni materiali?
Pessimismo a parte, non prevedo scenari migliori. Anzi. Ci sono tutti i presupposti per far presagire un assetto sociologico nefasto. L’arte è a mio giudizio l’unico “vaccino”, tanto per rimanere in tema, contro un mondo sempre più pesante. Solo l’arte ci salverà, e senza effetti avversi.