Mimmo Paladino – “L’arte è una porta stretta” – Assisi
Mimmo Paladino
“L’arte è una porta stretta”
dal 19 al 30 settembre
Assisi
I testimoni, 20 figure, tufo . . . Caduto a ragione . . . bronzo . .
Piazza superiore san Francesco
a cura di Enrico Sciamanna
Domenico Mimmo Paladino si esprime negli ambiti tipici dell’arte tradizionale: pittura, scultura, grafica. Esponente di spicco della Transavanguardia, fa incursioni in moduli espressivi svincolati da schemi preordinati. Immaginiamo che anche per lui l’arte sia una porta stretta attraverso la quale l’artista guarda il mondo e lo spettatore guarda l’arte. Il riferimento è neppure troppo velato alla Porta di Lampedusa, La porta d’Europa, congruente con il tema del Cortile di Francesco “In-Contro. Comunità, popoli, nazioni”. Ed è a quella porta che si è guardato proponendo a Domenico Paladino di mettere a disposizione opere che avessero un senso affine a quello che il Cortile indaga.
Così i Testimoni, massicce figure di pietra che ingombrano le nostre coscienze, oltre a riempire i nostri occhi, mentre marciano immobili verso una destinazione incerta, rappresentano un’umanità nomade, sofferente, alla ricerca di una meta che dia un esito alle loro compresse pene. L’allineamento verso la basilica, l’esposizione in faccia all’orizzonte dà un segnale di lettura chiaro ed inequivocabile.
Ma il senso non si arresta ad un messaggio didascalico. Paladino vale perché il suo linguaggio s’immerge nella memoria “arcaica”, quella dove, con spirito quasi ontologico, le forme restano fisse, atemporali, perenni. La forma si carica dell’essenza e la scelta del materiale in questo caso si oppone alla scalfittura, alla corrosione del tempo. Non a caso la pietra, il tufo, un minerale di origine vulcanica ardente e antico, massiccio e ruvido, come ciò che è durevole e indecifrabile. I Testimoni costruiscono con il loro essere “segni” più che forme una porta temporale che consente un passaggio tra l’origine e l’oggi. Si propongono come modelli esistenziali: i nomadi del “sempre e ovunque”, i protagonisti dell’Eneide e i reietti del quarto mondo che approdano sulla battigia delle nostre coscienze.
A costoro si aggiunge un bronzeo Caduto a ragione, “San Francesco” secondo una lettura popolare, a singolare colloquio con gli uccelli, che si pone, solenne e ingenuo, come logo dell’evento.
E. S.
Ingresso libero