Nera D’Auto – Dante e la dimensione musicale – Parco Archeologico Paestum
L’artista campana Nera D’auto propone “Dante e la dimensione musicale” al Parco Archeologico di Paestum
La caratteristica che unisce l’opera di Dante e l’arte di Nera, oltre il rappresentato, è la musica delle sfere, il filo conduttore che l’artista adopera per rendere omaggio al sommo poeta.
Della tre cantiche quella rappresentata è l’inferno, esattamente il quinto canto che parla dei lussuriosi e per questo la presenza di Paolo e Francesca. Il progetto ha partecipato a “Cantica21” in collaborazione con la Fondazione Gianbattista Vico.
Nera D’auto
dal 15 luglio 2021
La mostra itinerante che toccherà Vatolla, Roccadaspide, Napoli è parte integrante del Festival dell’essere, curato dalla dott. ssa Daniela Di Bartolomeo.
“L’artista è l’interprete dell’inconscio umano.
La forza creatrice di nuove sensazioni.
E’ un miscuglio tra orgoglio dirompente, esaltazione, infantilità, grandezza e miseria: E’ capacità di reinterpretare la normalità esaltandone le inusitate espressioni.
E’ un urlo all’infinito.
L’artista rappresenta la grandezza dell’essere umano nel ridisegnare i confini, cercando sempre nuovi percorsi nei meandri del nostro io. Arrivare oltre la scienza e la fantasia.
La pittura dell’artista Nera è tutto questo.
Nera ridisegna con i colori forti, intensi, l’assurdo della vita: La sua pittura non è plasticità contemplativa e compiacente. Nera non ama le forme come esaltazione di bellezza ma la sua pittura è un continuo scavare nei cunicoli dell’assurdo.
Ho avuto modo di ammirare diversi lavori di questa eccentrica pittrice salernitana, e sono stato aggredito da questi colori forti, intensi che scavano nella sensibilità, urlano in modo lancinante rimettendo in discussione le certezze della plasticità e della normalità. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo.
Nella pittura di Nera è fortemente presente la questione filosofica fondamentale: L’uomo e il suo vissuto è visto attraverso l’inconscio. La dove la realtà fisica si deforma, assume i colori forti, intensi e coincide con il vissuto non vissuto, con l’Io allo stato primordiale. Il cosmo è l’insieme dei colori mescolati in modo lancinante, come il nostro io profondo, è sensazione senza forma: E’ ricerca assurda e impossibile identificazione di identità.
La pittura di Nera ti affascina, ti seduce, ti turba come l’urlo lancinante che, talvolta, ci assale che ci travolge nella coscienza della nostra precarietà intrisa di fragilità.
Se il ruolo dell’artista è di porre problemi e non certamente di risolverli, Nera è la tipica persona che non pone problemi ma li assale, moltiplicandoli: La sua è la pittura dell’aggressione e della profondità.
Per questo il suo successo è da annoverarsi non tanto non tanto nel filone artistico della contemporaneità, del suo essere surrealista o cubista ovvero nell’astrattezza dei contenuti ma nell’essere la tipica pittrice della profondità.”
Vincenzo Pepe
(Seconda Università degli Studi di Napoli)