Nicola Capasso – CENA A LUME DI FINE DEL MONDO – Galleria Principe di Napoli
Le poesie e gli aforismi del libro sono i “lampi” e il racconto è il “tuono” che si prepara all”amplesso’ con l’ispirazione narrativa. Nel racconto vi è una grande curiosità che lo scrittore involontariamente innesca nel lettore. Ciò sta a significare che la scrittura non è solo ragionamento filologico, ma soprattutto arte, intuito, improvvisazione dell’attimo dopo. Pennellate di episodi che, diramati con maestria, riescono a creare quelle atmosfere interiori che illuminano le corde dell’anima per nuove consapevolezze. “Cena a Lume di fine del Mondo” si svolge nei due giorni prima della fine del mondo annunciata dalla profezia Maia del 21 dicembre 2012, ovvero nel passaggio dalla costellazione dei Pesci alla costellazione dell’Acquario. La protagonista è una donna innamorata, che vaga nei pressi di via Marina, in una Napoli appena uscita dalla catastrofica crisi ecologica dei rifiuti urbani. Il motore narrativo del racconto è l’amore di Eleonora per Flavio, un medico umanitario che muore di cancro un anno dopo il loro ultimo incontro in un bar di via marina, nei pressi dell’ospedale Loreto Mare; nello stesso bar inizia il viaggio di Eleonora. Lei ha ancora nel suo divenire gli echi della contestazione degli anni Sessanta-settanta e, dalla disillusione politica, approda “sull’isola dell’amore” come terapia divina, cosmica. L’infausta perdita però, non la destruttura, ma la proietta come un ologramma di romanticismo che non vuole arrendersi al “transumanesimo” della morte bionica. È una lettura scorrevole, quasi terapeutica, che alla fine lascia il sorriso interiore di essere napoletani, figli di Partenope, la città nata per Amore. Con la prefazione di Alessandro Quasimodo.