Oltre 250 persone all’inaugurazione della mostra “Utopiche seduzioni” – Fondazione Dino Zoli, Forlì

Fondazione Dino Zoli, Forlì

28 ottobre 2023 – 24 marzo 2024

Utopiche seduzioni

Dai nuovi materiali alla Recycled Art.

Da Piero Manzoni alle ultime generazioni.

A cura di Nadia Stefanel e Matteo Galbiati

Oltre 250 persone all’inaugurazione della mostra Utopiche seduzioni. Dai nuovi materiali alla Recycled Art. Da Piero Manzoni alle ultime generazioni, visitabile fino al 24 marzo 2024 presso la Fondazione Dino Zoli di Forlì.

Dopo il saluto istituzionale di Valerio Melandri, assessore alla Cultura del Comune di Forlì, e il benvenuto di Monica Zoli, socia Dino Zoli Group, l’esposizione è stata presentata da Nadia Stefanel, direttrice della Fondazione Dino Zoli e curatrice, e da Matteo Galbiati, curatore, alla presenza di numerosi artisti e partner del progetto, tra i quali Rosalia Pasqualino di Marineo, direttrice della Fondazione Piero Manzoni di Milano, e Andrea Cavicchi, presidente del Consorzio Detox di Prato.

Prestiti importanti, opere provenienti dalla collezione permanente della Fondazione Dino Zoli e un attento monitoraggio della ricerca artistica contemporanea conducono il visitatore attraverso cinquant’anni di riflessioni, animate da diverse sensibilità e principi estetici, legati ai differenti momenti storici in cui le opere hanno visto la luce.

Uno scouting nazionale e non solo curato da Nadia Stefanel e Matteo Galbiati per comprendere come, attraverso le ricerche degli artisti, i temi del riuso, del riciclo, dell’eco-sostenibilità, del rispetto dell’ambiente e della fragilità dei suoi equilibri si riescano ad inserire nelle pratiche artistiche anche dei più giovani, imponendo il ricorso a materiali ecosostenibili, naturali o, appunto, riutilizzati e riutilizzabili.

In mostra, dopo un’attenta scelta, sono esposte opere realizzate con diversi media, dalla scultura (Afran, Valerio Anceschi, Alessio Barchitta, Andrea Cereda, Cesare Galluzzo, Margherita Levo Rosenberg, Lulù Nuti, Anuska Sarkar) a opere bidimensionali incentrate sul valore sensibile delle superfici (Lucia Bonomo, Michele Di Pirro, Marina Gasparini, Miriam Montani, Artan Shalsi), dalla fotografia (Roberto Ghezzi, Thierry Konarzewski) a interventi site-specific e installazioni (Francesca Pasquali, Giulia Nelli, Valentina Palazzari, Sasha Vinci). Il percorso espositivo comprende, inoltre, una selezione di opere di Piero Manzoni, provenienti dalla Fondazione Piero Manzoni di Milano, di Piero Gilardi e di Enrico Cattaneo.

Si passa dai celeberrimi Achrome di Manzoni ai lavori site-specific di Francesca Pasquali, Giulia Nelli e Valentina Palazzari, realizzati per l’occasione e destinati a un riciclo totale, passando per altre opere in cui i materiali sono volutamente riutilizzati. Sono esposti inoltre alcuni dipinti di Enrico Baj e Renata Boero, parte della collezione permanente della Fondazione Dino Zoli.

L’esposizione è parte del progetto CHANGES. Il cambiamento come urgenza della sostenibilità, che intende approfondire il tema ambientale anche attraverso una serie di talk ad ingresso gratuito, secondo un approccio non solo

estetico, ma anche etico, con riferimenti al mondo della ricerca, della scienza, della tecnologia, della storia, della filosofia e della sociologia.

«La convinzione personale della necessità di cambiare il nostro modo di vivere verso comportamenti eco sostenibili – dichiara Monica Zoli, socia Dino Zoli Group – influenza inevitabilmente anche le nostre attività imprenditoriali, stimolando riflessioni e desiderio di approfondimenti. L’idea di realizzare il progetto CHANGES nasce oltre un anno fa con l’obiettivo di condividere, con collaborazioni interdisciplinari, conoscenze ed esperienze nate in vari ambiti, con più soggetti e linguaggi diversi, per stimolare una presa di coscienza collettiva la più ampia possibile. Il progetto, organizzato da Fondazione Dino Zoli, non poteva prescindere da una mostra di arte contemporanea, prende vita così Utopiche seduzioni con le opere di straordinari artisti, messaggeri di vivifiche intuizioni che siamo felici di mettere a disposizione di tutti».

«In un’epoca in cui, forse con un colpevole ritardo, abbiamo capito il valore e la fragilità dell’ambiente in cui viviamo e il modo diverso in cui dovremmo approcciarci alle sue risorse, anche l’Arte, o forse soprattutto l’Arte, può aiutarci a comprendere e riflettere, in altra misura e maniera, sui temi forti del nostro presente», scrive Nadia Stefanel, direttrice della Fondazione Dino Zoli. «Il progetto promosso dalla Fondazione Dino Zoli nasce dall’urgenza di considerare la sostenibilità ambientale come l’unica strada per il nostro prossimo futuro, per migliorare sia la salute e il benessere delle persone, sia la qualità della vita a livello globale».

«Attraverso le opere in mostra – aggiunge Matteo Galbiati – è possibile valutare quei passaggi epocali, sottolineati e messi in evidenza proprio dai contenuti, dalle ricerche e dalle sperimentazioni, che hanno sottinteso i vari cambiamenti di pensiero e di rotta che, dal Secondo Dopoguerra in poi, si sono riscontrati nell’uso dei materiali con cui fare arte. Nell’esposizione sono messe al centro quelle nuove materie che parevano essere un’innovazione della contemporaneità e risolutive per l’umanità (resta certa e comprovata la loro vantaggiosa utilità) ma, nel tempo, se non opportunamente trattate e gestite, si sono rivelate essere un notevole problema per l’ambiente e un gravoso lascito per le generazioni future. Così passando dalla fascinazione per la plastica e le sostanze sintetiche via via si è giunti ad una consapevolezza che, anche attraverso le ricerche degli artisti, temi come quelli del riuso, del riciclo, dell’eco-sostenibilità, del rispetto dell’ambiente e la fragilità dei suoi equilibri si inseriscono nelle pratiche anche dei più giovani imponendo il ricorso a materiali ecosostenibili, naturali o, appunto, riutilizzati. In questo senso si intuisce come l’Arte abbia, nel corso dei decenni, sempre saputo essere osservatorio privilegiato sul/del proprio tempo e, in taluni casi, ne abbia anticipato orientamenti e pratiche».

Nel periodo di apertura della mostra verrà organizzato un ciclo di talk tematici aperti al pubblico dal titolo CHANGES. Il cambiamento come urgenza della sostenibilità per suscitare un confronto e una riflessione più ampia, a partire dalle considerazioni mosse dagli artisti. I temi affrontati saranno: rifiuti, consumi, mobilità, energia. Primo appuntamento sabato 11 novembre alle ore 17.00 con Riciclare, riusare, trasformare: impariamo dalla natura. Interverranno: Stefano Mancuso, neurobiologo delle piante, direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, Elisabetta Serra, ingegnere ambientale, responsabile Regolatorio e pianificazione tariffaria Alea Ambiente, e Monica Ferro, chimica, co-founder della startup BI-REX. La partecipazione è gratuita; richiesta la prenotazione (info@fondazionedinozoli.com, T. +39 0543 755711).L’esposizione è realizzata con il patrocinio di Comune di Forlì, Regione Emilia-Romagna e Confindustria Romagna, il sostegno di Dino Zoli Textile, la sponsorizzazione tecnica di DZ Engineering e la partnership di Consorzio Detox di Prato e TerraMedia. L’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia ha attivato un tirocinio per gli studenti del corso di Comunicazione espositiva, che hanno schedato le opere e realizzato i pannelli introduttivi.

La Fondazione Dino Zoli è aperta al pubblico da martedì a giovedì con orario 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 0543 755770, info@fondazionedinozoli.com, www.fondazionedinozoli.com.Artisti in mostra: Afran, Valerio Anceschi, Enrico Baj, Alessio Barchitta, Renata Boero, Lucia Bonomo, Enrico Cattaneo, Andrea Cereda, Michele Di Pirro, Cesare Galluzzo, Marina Gasparini, Roberto Ghezzi, Piero Gilardi, Thierry Konarzewski, Margherita Levo Rosenberg, Piero Manzoni, Miriam Montani, Giulia Nelli, Lulù Nuti, Valentina Palazzari, Francesca Pasquali, Anuska Sarkar, Artan Shalsi, Sasha Vinci.