Paolo Netto in mostra allo Studio Elisi – Livorno

Lo Studio Elisi ospita la mostra di Paolo Netto 
 
Sabato 26 novembre 2022
 
Livorno, via Verdi 34
 
 
“Nel suo scritto di presentazione critica dell’opera di Paolo Netto – era il 2013 – Bruno Sullo avvertiva il lettore del bel catalogo da Lui curato che l’artista, pur concentrato nella sua ricerca nell’alveo dell’Informale-materico, “non rinuncia mai alla riflessione, alla gestione e alla valutazione critica delle situazioni che si debbono affrontare tutte le volte che si vogliono percorrere i motivi e le contraddizioni del vivere: è questa una peculiarità stabile della sua visione dell’arte”.
 
Se nelle opere di taglio visivo-materico quali I Muri e I Cartoni tale vocazione di Netto appare forse velata dalle seduzioni che provengono dai materiali utilizzati e dal lavoro che con essi e su di essi ha compiuto l’artista, più evidente è invece la sussistenza di una sua preoccupata visione circa il presente e il futuro dell’uomo nelle installazioni che talvolta ha realizzato.
 
In esse è costantemente presente, per simboli, il richiamo che l’artista ha inteso e intende indirizzare ai suoi simili affinchè questi, proprio come Lui, non dimentichino di interessarsi, di preoccuparsi per quanto potrà accadere all’umanità in conseguenza di un “progresso” dagli esiti presumibilmente disumanizzanti.
 
Fu così rappresentata la caduta progressiva dei valori e degli ideali che informarono il nostro Risorgimento con una installazione ad hoc realizzata in rapporto al monumento a Giuseppe Mazzini presente nell’omonima piazza;
 
 
fu, in altra occasione, installato un grande Gong rosso nel vano della Porta di San Marco, ad indicare un forte richiamo ad un raccoglimento individuale e collettivo necessario alla ricerca di un’identità ritenuta indispensabile per la costruzione di valori comuni.
 
Altra installazione dell’artista presentava una cassaforte contenente al suo interno una varietà di semi quali prodotti della terra da proteggere e da eventualmente destinare ad una futura semina o, meglio, alla semina di un futuro.
 
La stessa cassaforte, di un colore rosso vivo forse alludente alla passione che il tema trattato richiede, è ora utilizzata per contenere – estrema sintesi di una riflessione sulla condizione umana dell’oggi – un unico, semplice bicchiere di vetro contenente acqua, posato sulla terra.
 
L’opera, ovviamente, non necessita di commenti, bastando a se stessa per informare l’osservatore sul pensiero dell’autore e sull’esortazione che Egli rivolge a tutti noi.”