Paolo Paschetto. Ex libris, illustrazioni e capilettera dalla Donazione Tetro” – Pinacoteca Servolini – Collesalvetti
Paolo Paschetto
Ex libris, illustrazioni e capilettera dalla Donazione Tetro
mostra dossier promossa dal Comune di Collesalvetti
ideata e curata da Francesca Cagianelli e Francesco Tetro
in collaborazione con Biblioteca Comunale “Chiara Cataldi”
Al via, lunedì 18 luglio 2022, ore 18.00 (fino alle 20.00), alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini l’inaugurazione della mostra-dossier “Paolo Paschetto: Ex libris, illustrazioni e capilettera dalla Donazione Tetro”, promossa dal Comune di Collesalvetti in occasione di Notte Clara 2022, ideata e curata da Francesca Cagianelli e Francesco Tetro in collaborazione con Biblioteca Comunale “Chiara Cataldi”, messa in campo in vista della valorizzazione del patrimonio artistico colligiano in direzione del reparto grafico e quindi in stretta osservanza con l’ormai pluriennale mission museale.
Con l’occasione sarà possibile visitare l’esposizione in anteprima assoluta di un piccolo corpus grafico di Paolo Paschetto (Torre Pellice, 12 febbraio 1885 – 9 marzo 1963), composto da ex libris, illustrazioni e capilettera selezionati dal corpus della donazione Tetro: Ex libris Marco De Rubris, “Ostinato desio di saper oltre Marcus De Rubris Genuensis” (1925), xilografia; “Gloria a Dio nei luoghi altissimi” (1928), xilografia; Capolettera (1928), clichè; Post mortem vivere ultra (1930), litografia; 1930; Cristo e l’agnello (1930), clichè, accompagnati da pannelli documentari e da una video-installazione dedicata alla complessa e internazionale carriera artistica di Paschetto, tra grafica, pubblicità, filatelia e arti decorative.
Con questa mostra la Pinacoteca Comunale Carlo Servolini intende intensificare l’impegno promozionale destinato all’indagine della grafica novecentesca, con particolare riferimento all’universo exlibristico e al fenomeno dell’editoria illustrata, in linea con le scelte di divulgazione culturale operate da Luigi Servolini nell’arco della sua poderosa carriera di critico d’arte, storico dell’arte, bibliotecario, traduttore e accademico, che nel suo “Dizionario illustrato degli incisori italiani moderni e contemporanei” menzionerà con particolare rilievo la specializzazione di Paschetto nella pratica xilografica, fino alla svolta del 1910, coincidente con la dedizione ai “temi religiosi, destinati principalmente ad ornare le pagine della rivista “Bilychnis” e più tardi il settimanale “Conscientia”. Serie di xilografie di Paschetto: “Il Credo apostolico” (otto grandi legni). “Il Salmo del buon Pastore” (otto legni). Il Padre Nostro (idem), “Costumi valdesi”.
Sedotto nel 1903 dall’Officina Viennese di Joseph Hoffmann e Kolo Moser, Paschetto si affermerà come collaboratore della rivista “Per l’Arte”, fondata a Torino nel 1909, con numerose tavole decorative realizzate fino al 1914, contraddistinte dalla raffinatezza grafica e dall’originale interpretazione degli stilemi del modernismo europeo, con particolare riferimento alle soluzioni estenuate di Aubrey Beardsley.
Divenuto collaboratore nel 1912 della rivista di studi religiosi “Bilychnis”, fondata dal fratello Lodovico, archeologo, Paschetto firmò numerose copertine delle Guide Regionali Italiane del Touring Club Italiano, lanciando una cifra stilistica basata sull’isolamento di topoi monumentali, in coincidenza con gli albori di un futuribile “turismo culturale”, basato sull’enfatizzazione del dettaglio archeologico, nell’ambito del quale Paschetto consoliderà il suo rapporto con l’ENIT (Ente Nazionale per le Industrie Turistiche) e la C.I.T. (Compagnia Italiana del Turismo).
L’apice della notorietà giungerà a Paschetto come autore dell’emblema della Repubblica Italiana, concepito nel 1947 come “sintesi civile tra simboli istituzionali e richiami ai valori popolari della libertà” (M.A. Fusco 2014, p. 33).
Paolo Antonio Paschetto grafico
Testo di Francesco Tetro
Per Paolo Antonio Paschetto la scelta dell’arte come professione nasce da una sicura vocazione, mentre la sua formazione intellettuale, integrata dall’educazione al disegno e alla musica, si manifesta con l’approccio al tema della comunicazione, contribuendo a definire particolari settori dell’estetica attraverso una grafica coerente e colta, data la comparsa nell’ambito del visivo di molteplici tipologie espressive: ecco il mondo degli erinnòfili, dei francobolli, della cartamoneta, ex libris, cartoline e pubblicità, mondo che rappresenta il punto forte di un’area espressiva che testimonierà, grazie agli aggiornamenti tecnici della stampa e della distribuzione dei messaggi, l’avvio di un esteso processo estetico di comunicazione.
L’artista entra in contatto con quel gruppo di sodali di Duilio Cambellotti che dal 1904 si raccoglie nel sodalizio dei “XXV della Campagna Romana”, dal 1908 intorno alla rivista «La Casa» e dal 1909 nella forma associata dello Studio Tecnico, in linea con il messaggio che «tutte le definizioni quali ‘arte inferiore’, ‘arte industriale’, ‘arte applicata’, possono essere valide solo in senso convenzionale».
Anche per Paschetto l’arte è una sola e l’imperativo di comunicare ed educare con l’arte caratterizzerà tutta la sua attività. Il precoce esordio ex librista, ad esempio, testimonia il guardare alle nuove istanze, a come la società utilizzi il mezzo grafico nei contesti di massima diffusione dei messaggi e nei canali con ancora accenti elitari, come nel caso della grafica dell’ex libris: dall’araldica alla cultura del motto, dall’illustrazione simbolica al linguaggio della pubblicità.
Paschetto, dedicandosi alle sintetiche allegorie, offre un contributo all’autonoma espressione di quell’arte che guarda al mondo preraffaellita, arrivata a lui da Giuseppe Cellini, grazie alla mediazione dello scrittore, storico dell’arte e filosofo Angelo Conti, cui si deve la posizione teorica del ritorno ai primitivi secondo l’accezione ruskiniana e la nascita di un atteggiamento etico-sociale che trova in Paschetto un fertile terreno per una rivalutazione del Medioevo e del primo Quattrocento italiano.
A Roma, a rafforzare il legame con la grafica inglese e la rivoluzione del mondo del libro, è anche la presenza dei mosaici di Edward Coley Burne-Jones, collocati dal 1896 nella Chiesa di St. Paul nella ‘nuova’ arteria urbana romana (via Nazionale), ma al Nostro arrivano anche i messaggi offerti da Aubrey Vincent Beardsley e da Walter Crane, influenzati anch’essi dai preraffaelliti, osservati nella produzione legata all’arte del libro, all’illustrazione e alla comunicazione attraverso il dominio delle cosiddette arti minori. Tale produzione è recepita per alcune sue formule linguistiche, come l’uso del bianco e nero, le zone omogenee con effetto da manifesto, il gusto per disegni minuziosi, l’attenzione al particolare, la concezione architettonica e la tendenza a risolvere bidimensionalmente l’immagine.