PIERPAOLO LISTA – IL RITMO DELLE ATTESE – CETARA
IL RITMO DELLE ATTESE
MOSTRA PERSONALE DI PIERPAOLO LISTA
A CURA DI STEFANIA ZULIANI
DOVE FIORISCONO I LIMONI – UN INVITO AL VIAGGIO
TRA ARTE E NATURA
VERNISSAGE 18 SETTEMBRE ORE 18.00 CETARA
Sarà l’artista Pierpaolo Lista ad inaugurare il primo appuntamento di “Dove fioriscono i limoni – Un invito al viaggio tra arte e natura”, progetto di Nicola Palma e Simona Tafuri a cura di Stefania Zuliani. Sabato 18 settembre alle 18.00 si terrà il vernissage presso gli spazi dell’agriturismo Sopra il limoneto (via Salvo D’Acquisto 51, località Fuenti, Cetara).
Il progetto
“Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?/ Brillano tra le foglie cupe le arance d’oro, /Una brezza lieve dal cielo azzurro spira/, Il mirto è immobile, alto l’alloro!/ Lo conosci tu?”. Con questi versi J. W. Goethe nelle pagine del Wilhelm Meister apriva un canto pieno di luce, incantato di nostalgie senza nome, dedicato al paesaggio italiano. Un paesaggio fatto di natura felice e di arte sapiente che Goethe aveva conosciuto nel suo viaggio in Italia e che ancora oggi continua a sollecitare i pensieri e le pratiche dell’arte. Un paesaggio di fragile equilibrio che richiede attenzione e, soprattutto, gesti di cura che ne conservino innanzitutto la vitalità, la capacità di rinnovarsi senza rinunciare al proprio passato. Ed è in questa prospettiva che Simona Tafuri e Nicola Palma hanno scelto di aprire ai linguaggi e alle sensibilità dell’arte contemporanea il loro agriturismo che domina punta Fuenti, nel primo tratto della Costiera Amalfitana – scrive Stefania Zuliani – Sopra il limoneto, che da qualche anno offre accoglienza a chi vuole godere non soltanto del mare ma anche degli antichi giardini di Cetara, è infatti protagonista di un progetto artistico che a partire da quest’anno coinvolgerà artisti e curatori in un dialogo con il paesaggio della costiera, con i colori, i suoni, gli odori e le temperature di un luogo molto celebrato ma forse poco conosciuto nelle sue pieghe più intime e private . Per questo motivo, ogni anno un artista sarà invitato all’agriturismo per un periodo di residenza da cui muovere per la creazione di opere, temporanee o permanenti, che abitino gli spazi Sopra il limoneto.
Ad inaugurare il progetto sarà Pierpaolo Lista con una mostra che attraverso media differenti cattura e interpreta lo spirito del luogo, a lui da tempo familiare per consolidata amicizia. Le opere, alle quali l’artista ha lavorato negli ultimi mesi in un processo di progressivo scambio con il contesto e nel confronto con la curatrice Stefania Zuliani, interpretano con libertà il profilo paesaggistico ed antropologico dell’agriturismo, proponendosi come elementi di riflessione e di sospensione che, interrompendo la continuità dello spazio, ne potenziano l’esperienza aprendo a nuove, impreviste prospettive di visione. Negli spazi all’aperto dell’agriturismo affacciato sul mare della costiera amalfitana, si potranno ammirare tre interventi: Controvento, Verso l’alto e Sogni sospesi.
A fare da cornice al vernissage un aperitivo con i prodotti tipici dell’agriturismo e un dj set. E’ necessario il green pass. L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 10 novembre, dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20.
La mostra
Testo critico di Stefania Zuliani.
Qual è lo spazio dell’arte? È una domanda che ha attraversato i secoli incontrando risposte diverse, prescrizioni provvisorie non sempre egualmente attente a situare l’opera, a mantenere, persino nelle stanze in apparenza senza tempo dei musei, i rapporti che legano ogni opera al contesto nel quale essa ha trovato forma e che determinano la situazione, ogni volta specifica, in cui l’opera d’arte, anche nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, agisce hic et nunc. Un legame eccedente, mai veramente prevedibile, in cui intervengono pensieri e desideri plurali, attese che sono, certo, quelle dell’artista, del committente, del critico, ma che sono anche quelle del pubblico e dell’opera stessa (è stato William J. T. Mitchell, a chiedersi “What do pictures want?”). Neppure in questi nostri tempi instabili, che si vorrebbero sempre più immateriali, disincarnati, e che sono invece abitati da troppi corpi feriti, in continua fuga da terre fragili e disperate, l’arte ha perso il suo radicamento, mantenendo la singolarità della sua azione, resa anzi più urgente proprio dalla precarietà nella quale tutti ci muoviamo. E questo al di là delle materie e dei gesti, dei codici e dei linguaggi impiegati: quando non è ridotta a insopportabile merce di lusso, l’opera d’arte resta, qualsiasi sia la sua configurazione, un’idea che trasforma, uno sguardo che suggerisce visioni inaugurali, che propone prospettive inattese, talvolta meravigliose. Ed è proprio nella meraviglia, una meraviglia che non spegne il pensiero e rende i sensi più acuti, che si esprime la forza gentile e ferma delle opere create, scelte, ripensate da Pierpaolo Lista per questa sua mostra. Un intervento sul paesaggio, umano e naturale, della costiera amalfitana più intima e raccolta, disseminato fra le terrazze, i colori e le luci sopra il limoneto, che non si è lasciato intimidire dallo splendore del panorama e neppure dalla pienezza dei suoni e degli odori, delle storie di un luogo fin troppo facile da celebrare. La chiave che Pierpaolo Lista ha voluto adottare in un’esposizione che ha davvero il respiro, il ritmo aperto delle attese, è stata quella dello spostamento sottile, di un détournement della visione e del significato che sta in equilibrio fra ironia e poesia e rifugge il fragore breve dello scandalo. Le opere che segnano la partitura della mostra, non un itinerario ma un’esplorazione di cui ciascuno può scegliere i tempi e i modi, hanno, tutte, una (apparente) leggerezza che cattura, che costringe all’attenzione perché non si concede ad una facile definizione e non risponde alle ragioni dell’uso.
La giostra solitaria che si riflette in un cielo capovolto, la rete sospesa che interrompe e, quindi, svela l’ovvietà dell’orizzonte, l’altalena che è esile bilancia di un tempo senza storia, la barchetta impigliata nella rete, il vessillo senza emblemi che registrando il vento individua un confine per fortuna assente traducono, nelle loro superfici e materie così diverse (il ferro, la stoffa, lo smalto, il vetro), un punto di vista opportunamente fuori centro. Ci invitano con grazia inesorabile a guardare di nuovo, a domandarci se la direzione consueta è quella giusta, se le cose non sono forse diverse da come le riconosciamo. Senza inutili clamori perché, Pierpaolo Lista ne è convinto, è nella tensione silenziosa di un’immagine che le certezze s’inquietano e il dubbio finalmente risuona.
L’artista.
Pierpaolo Lista (Salerno, 1977), vive a Paestum e lavora tra Napoli e Milano. Il vetro è l’unico supporto della pittura di Pierpaolo Lista. L’artista capovolge il dettato operativo del dipingere – lavora cioè, sul retro della lastra vitrea. Tanto il disegno che il colore affiorano, con questa tecnica particolare, come apparizioni imprevedibili, sicché ogni immagine – anche la più elementare – acquista uno spessore, non di “matericità”, ma di memoria. Se da una parte la pittura di Lista si presenta tecnicamente unica nel suo genere, le sue fotografie, che si collocano in continuità con il suo approccio pittorico, rappresentano, d’altro canto, un mondo difficilmente imitabile. Questo perché Lista progetta, di volta in volta, piccoli teatri, microcoreografie che fanno da leitmotiv allo scatto fotografico.