San Salvatore, una delle chiese più antiche di Pistoia, di cui si ha notizia sin dal X secolo, ha aperto nuovamente le sue porte dopo due secoli di abbandono e diventa sede espositiva, la quarta dopo Palazzo Buontalenti, Palazzo de’ Rossi e Antico Palazzo dei Vescovi – con cui Pistoia Musei porta a compimento il suo importante e impegnativo progetto di sistema museale nel cuore di Pistoia.
«Dopo un lungo lavoro di restauro finanziato da Fondazione Caript – dichiara Monica Preti, direttrice di Pistoia Musei – l’edificio si presenta interamente recuperato e pronto per iniziare una diversa fase della sua storia. Una storia che lo ha portato a cambiare la sua destinazione d’uso per essere di nuovo un luogo ‘vivo’ nel tessuto sociale della città, alla quale viene finalmente restituito come spazio culturale e museale. L’allestimento, concentrato in un unico grande spazio, riesce a coinvolgere il visitatore in un racconto che si dipana, attorno alle stratificazioni, alle opere, alle leggende e ai riti religiosi, per soste di esplorazione personale o vere e proprie narrazioni.»
D’intesa con la Chiesa Cattedrale di Pistoia, proprietaria dell’immobile, grazie all’intervento di Fondazione Caript, la chiesa rinasce oggi come museo che propone un viaggio nella storia del nucleo più antico della città attraverso l’esposizione di opere finora conservate nei depositi dei Musei Civici – come l’anfora di proprietà del Comune di Pistoia datata fra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., gentilmente concessa in comodato d’uso, e altre di proprietà statale – oltre a nuove e inattese scoperte che accompagnano il pubblico attraverso incredibili narrazioni.
Il minuzioso lavoro di restauro e gli scavi hanno portato alla luce i resti delle fasi più antiche della chiesa, hanno evidenziato preesistenze romane e altomedievali. È stata inoltre rintracciata parte della fossa di fondazione della prima cerchia muraria di epoca longobarda (VIII secolo d.C.).
Nuova luce viene fatta sulla fine di Catilina: secondo la leggenda il congiurato romano sconfitto sull’Appennino Pistoiese sarebbe stato sepolto ai piedi del tabernacolo della chiesa e, oggi, sono gli scavi archeologici a raccontarci cosa è stato trovato proprio nel punto che la credenza vuole.
Ma tra le scoperte più straordinarie va menzionata quella di un affresco incompleto, di cui lo storico dell’arte Giacomo Guazzini ha recentemente approfondito lo studio: il Compianto sul Cristo morto, databile alla fine del Duecento e attribuito alla cerchia di Lippo di Benivieni, importante pittore documentato a Firenze tra il 1296 e 1320. Figure commoventi, personaggi dai lineamenti incisivi e graffianti, espedienti illusionistici: intorno ai resti di questo affresco portato alla luce dal restauro, si sviluppa un racconto capace di sollecitare il visitatore all’esplorazione per immagini di uno dei temi più suggestivi nella pittura toscana dell’epoca.
Il foglio di sala – in italiano, inglese, francese, spagnolo e cinese – oltre a descrivere con dettagliate didascalie le opere musealizzate, accompagna il visitatore scandendo le varie tappe del percorso espositivo e invitandolo all’interazione; inoltre, è in via di realizzazione presso la Stamperia Braille della Regione Toscana un percorso in Braille per persone cieche e con disabilità visiva, che sarà presto disponibile all’interno del museo.
Particolare attenzione è rivolta ai più piccoli, con lo scopo di sollecitare il loro sguardo curioso e avvicinarli al patrimonio culturale attraverso il gioco. Due delle attività presenti nel percorso prendono ispirazione da antichi giochi di età romana, che sfruttavano materiali molto semplici, come pezzi di legno e noci. Con alcune tessere di un mosaico, si potrà poi realizzare il proprio pavimento ispirato a quello della domus esposto nel museo.
Come le altre sedi di Pistoia Musei, anche il Museo di San Salvatore potrà aprire le sue porte alle scuole, su richiesta delle classi interessate, diventando un’aula per speciali incontri intorno alla storia di Pistoia e alle sue radici antiche.