“RUMORE BIANCO” – Danilo Mauro Malatesta, Francesco Tonarini, Cinzia Cotellessa – Padova

RUMORE BIANCO”

Le ambrotipie di Danilo Mauro Malatesta

da G.L. Bernini

Con i disegni di Francesco Tonarini

Sguardi su Michelangelo scultore”

a dialogo con le statue del Liceo Artistico Pietro Selvatico

e le sanguigne di Cinzia Cotellessa

una mostra a cura di Marina Sonzini

Padova, Palazzo Santo Stefano, 22 giugno – 4 agosto 2024

Inaugurata lo scorso 22 giugno a Palazzo Santo Stefano, sede della Provincia di Padova in piazza Antenore 3, questa mostra è partita dall’idea di valorizzare le statue del Liceo artistico Pietro Selvatico (gessi e calchi in scala 1:1 riproduzioni di sculture di Donatello, Verrocchio e soprattutto Michelangelo), affiancandole a lavori di artisti contemporanei che propongono il loro sguardo sull’opera dei due più grandi scultori del Rinascimento e del Barocco italiani.

«L’arte come ricchezza a cui tutti hanno diritto di attingere, patrimonio universale che rappresenta la formazione dell’identità personale basata sulla fondamentale conoscenza del passato – la premessa di Vincenzo Gottardo, Consigliere provinciale con delega alla Cultura -. L’Amministrazione Provinciale è particolarmente orgogliosa di aprire le porte di Palazzo Santo Stefano per consentire ai cittadini di visitare una sede storica, che è anche Museo cittadino, attraverso l’arte ispirata da Michelangelo.
«Un grande plauso, dunque, a iniziative importanti e di spessore come queste – sottolinea Gottardo -, perché una volta in più dimostrano la necessità di creare una rete tra Istituzioni attente e sensibili al valore delle tradizioni culturali di una comunità, e all’imprescindibile necessità di tramandarle a chi verrà dopo di noi. Rivolgo un sentito ringraziamento a Marina Sonzini, curatrice della mostra, per la dedizione nella ricerca e nell’esposizione delle opere. L’Istituto Selvatico continua in questo modo ad essere indirettamente un cantiere di creatività, attraverso le opere che comunicano forza ed energia, ma anche complessità e raffinatezza dei contenuti».

La mostra, come detto, prende il via dalla presenza delle statue provenienti dal Liceo Artistico Pietro Selvatico, ospitate nel Museo di Palazzo Santo Stefano, sede della Provincia, per tutto il periodo necessario alla ristrutturazione della antica e prestigiosa sede della scuola d’arte, disegnata dall’Arch. Japelli, e porta al Museo preziosi lavori di artisti contemporanei che con tecniche molto diverse si sono confrontati con i grandi del passato.

Il ciclo di opere dal titolo “RUMORE BIANCO” è una serie di ambrotipie del fotografo romano Danilo Mauro Malatesta che all’altissimo valore artistico abbinano un tema fortemente sociale. Queste fotografie al collodio umido su lastre di vetro, spaccate e poi stampate, catturano i dettagli del “Ratto di Proserpina” di Bernini (custodito nel Museo di Villa Borghese a Roma) e si articolano in due momenti: uno interamente in bianco e nero che indaga alcuni dettagli della celeberrima statua (le lacrime della fanciulla, il suo grido inascoltato, il ghigno di Plutone e le sue mani sul corpo della fanciulla); il secondo, colorato sul bianco e nero, racconta con tre immagini (Inferno, Purgatorio e Paradiso) la discesa nell’Ade e la successiva rinascita.

«La mostra Rumore Bianco di Malatesta è partita a Roma, dall’Oratorio di Santa Silvia al Celio – ricorda Marina Sonzini –; è poi stata insignita a Terni, durante lo scorso Festival “Popoli e Religioni”, del premio “Panchina Rossa” contro la violenza sulle donne e subito dopo è stata esposta allo “Spazio Europa” in via Nazionale a Roma, su invito dell’ufficio in Italia del Parlamento Europeo e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, in occasione della settimana delle Nazione Unite “#Orange The World” contro la violenza sulle donne, alla presenza di tutti gli ambasciatori accreditati in Italia e presso la Santa Sede».

Oltre al ciclo di ambrotipie sul Ratto di Proserpina, a Palazzo Santo Stefano è esposta anche “De secunda Pietate” di Malatesta, la sua “Pietà rovesciata”, portata dal fotografo a Odessa dinnanzi alle barricate durante la Pasqua ortodossa del 2022 e da allora custodita nella Chiesa rettoria di Sant’Andrea al Celio a Roma.

È invece del giovane artista livornese Francesco Tonarini una serie di 30 disegni su carta, alcuni dei quali già esposti nel 2023 al Palazzo della Cancelleria Vaticana a Roma (sede della Sacra Rota, edificato come residenza del Cardinale Riario, per il quale Michelangelo scolpì il Bacco e in cui Vasari ritrasse Michelangelo tra i personaggi della magnifica Sala dei Cento Giorni), ma con molti inediti realizzati appositamente per questa mostra padovana, che offrono uno sguardo sulla scultura di Michelangelo, dagli esordi ancora fanciullo alla corte medicea e all’accademia neoplatonica di Lorenzo il Magnifico, sino alla Pietà Rondanini, ultima opera, incompiuta.

L’artista romana Cinzia Cotellessa espone i suoi ritratti in sanguigna di Michelangelo e Bernini e i dettagli della sua monumentale opera “Sedia Antropomorfa”, che, come il “Ratto di Proserpina”, parla di violenza su una donna.

La curatrice proporrà una lettura delle opere di Michelangelo evidenziando il contenuto di simbolismo, geometria sacra e vari approfondimenti come ad esempio un confronto tra il David di Michelangelo e quelli di Donatello, Verrocchio e Bernini.

«La mostra vuole anche restituire al mito la sua importanza, spiegando il senso simbolico della narrazione del Ratto di Proserpina nelle Metamorfosi di Ovidio – aggiunge la curatrice – ed evidenziando, per confronto, come anche Michelangelo non fu da meno nel rappresentare il ruolo fondamentale del femminino (come già aveva fatto Giotto) con le storie bibliche anziché col mito.

«Riallacciandoci ad un tema già sviluppato nella precedente mostra tenutasi a Palazzo Santo Stefano e parzialmente ambientata nel sottostante rifugio antigas della seconda guerra mondiale, a 80 anni dai bombardamenti alleati che l’11 marzo 1944 distrussero quasi completamente gli affreschi di Mantegna della Cappella Ovetari a pochi passi da Palazzo Santo Stefano – ricorda Sonzini – continuiamo ad approfondire il tema della violenza raccontata nell’arte e della violenza subita dall’arte. Arte che da un lato ci aiuta ad affrontare il serissimo tema della violenza sulle donne, dall’altro è essa stessa oggetto di violenza in ogni guerra e in ogni epoca, pagando sempre un prezzo altissimo.

In questa mostra padovana la sfida è parlare attraverso l’arte contemporanea di due giganti del calibro di Michelangelo e Bernini, con l’umiltà che è assolutamente imprescindibile quando ci si avvicina a questi grandi, ma convinti che l’arte viva nell’eredità che trasmette alle generazioni successive.

Quando l’arte parla il linguaggio della bellezza – conclude Sonzini -, attraversa i secoli e porta con sé un messaggio profondo e immortale che supera il tempo, le vicende storiche, i cambiamenti sociali, e continua a comunicare attraverso gli artisti contemporanei; parla agli uomini di oggi e di domani che, come quelli del 1500 e del 1600, si confrontano coi miti e con i personaggi storici che rappresentano le radici della nostra cultura. Questa mostra ne propone una lettura, uno sguardo, che è insieme visione ed ascolto. Ma anche gesto chiaro e deciso quando di parla di violenza di genere e di conservazione e tutela del patrimonio artistico. Arte e valore sociale, dal Rinascimento al Barocco, sino a oggi».

La mostra sarà aperta sino al 4 agosto 2024 ogni ven-sab-dom con orario 10,30-12,30 e 14,30-19,00 con ingresso libero e visita guidata inclusa.