Salvatore Iannella – Il Melograno Art Gallery- 14/10 – 20/10
Salvatore Iannella
Il Melograno Art Gallery
Livorno, via Marradi 62/68
14 – 20 ottobre 2017
Da sabato 14 ottobre in mostra alla galleria Il Melograno di Livorno le sculture di Salvatore Iannella.
L’introspezione che Salvatore Iannella realizza in alcuni dei suoi quadri, come Il riposo di Eva, prende forma in misura ancora più complessa nelle sue sculture. Un evidente distacco con la realtà è assunto molto spesso da espressioni distanti, evidenziate da uno stato meditativo o disilluso. Tale, ad esempio, la disillusione che traspare negli angeli tristi e pensosi, probabilmente delusi dal mondo cui sono stati assegnati. Sono angeli che non volano più.
L’accuratezza nel conciliare il mondo fantastico con l’interiorità di ogni scultura è portata avanti anche quando i personaggi evocano il passato, come quelli legati alla storia (gladiatori, cavalieri…), alla mitologia (muse, divinità…) e alla leggenda (ad es. le Streghe del Noce).
Questo mondo immaginario diviene a volte sfumato in un misterioso stato di metamorfosi, a volte invece come cristallizzato in una più precisa espressività che sembrerebbe domandare alla terra stessa che la costituisce, ma che al contempo la tiene bloccata, di cedere, di ritornare allo stato iniziale di amalgama, per potersi muovere.
Sembrerebbe, infatti, che talune di queste sculture chiedano di agire. La loro espressività appare come in sospensione, interrotta da una mancata azione. È questo, a mio avviso, il caso della Fanciulla, figura stupefatta, bloccata nella sua esclamazione. La sua necessità di parlare è evidente.
Meno lampante attraverso l’espressione facciale, invece, il desiderio latente della donna che sfoggia con leggiadria il suo Vestito da sposa. Qui a prendere il sopravvento espressivo rispetto al corpo (non a caso privo di braccia) è proprio il vestito, accompagnato dall’acconciatura dei capelli. Entrambi appariscenti preparativi di un matrimonio che però non avviene.
In Culla materna è l’insieme del corpo in tensione e della materia, appiattita e assorbente come sabbia mobile, a suggerire la volontà del soggetto di alzarsi, nel suo impercettibile sforzo di sfidare l’orizzontalità conferitagli e sollevarsi.
Tante altre di queste sculture sembrerebbero rivelare dei percepibili bisogni di movimenti, come le giocolerie interrotte e preannunciate della Donna del circo, o la necessità del riposo dell’Eroe, che tra l’altro trascina ancora troppo penosamente il peso della sua battaglia per farsi già acclamare valoroso.
Ci sono, insomma, regine e gladiatori da venerare, muse a cui rivolgersi, o figure misteriose soltanto da osservare, ma ci sono anche altre figure che piuttosto di rimanere mero oggetto di sguardi, chiedono di diventare loro stesse soggetto di azione.
Attraverso chi riuscirà a essere trascinato nel mondo irreale di queste sculture avrà buon esito l’ambizione suprema di uno scultore: aver animato le proprie creature.
Stefania Iannella