Silvia Serenari – Una realtà separata – E3 Arte Contemporanea – Brescia
Una realtà separata
a cura di Simona Bartolena.
E3 Arte Contemporanea
Brescia
Inaugurazione sabato 5 ottobre 2019 dalle ore 18:00
La galleria E3 Arte Contemporanea è lieta di invitarvi alla personale di Silvia Serenari ” Una Realtà Separa ” a cura di Simona Bartolena.
Sabato 5 Ottobre presso la sede di Brescia, in via Trieste 30 alle ore 18:00.
…C’è una profonda differenza tra guardaree vedere. La medesima differenza che c’è tra vedere e vedere oltre, vedere al di là delle convenzioni, esplorare da punti di vista differenti, fino a percepire la realtà diversa da quale essa è o si presuppone che sia, condizionati dai luoghi comuni e dai cosiddetti bias cognitivi. Esiste, invece, una realtà separata, o quanto meno la possibilità di essa; è proprio questa possibilità che Silvia Serenari rende visibile e percepibile smontando elemento per elemento un brano di realtà quotidiana, per tradurlo sul piano dell’immaginazione.
L’operazione di stravolgimento e ricomposizione a cui l’artista sottopone lo scatto raccolto dal “vero”, strappandolo alla sfera del reale, ha come esito figure dall’eleganza rigorosa, simili a mandala o visioni da caleidoscopio: geometrie ideali, reticoli perfetti dall’affascinante portato estetico. Come piccole e incantevoli sirene, queste affascinanti presenze catturano così l’attenzione del fruitore, inducendolo a spingere il proprio sguardo sempre più a fondo, nel tentativo di comprendere qualcosa di più, di riportarle a quel dato reale da cui sono nate ma del quale hanno perso completamente l’aspetto originario. Ma queste enigmatiche figure, isolate e sospese in strutture quadrate e monocrome che le incasellano con precisione cartesiana quasi fossero molecole guardate al microscopio, portano in sé il segreto dell’oggetto che le ha generate e non lo tradiscono.
Esse sembrano rivelare, piuttosto, la struttura delle cose, ciò che sottende al dato esteriore, reso visibile in forme che sono al contempo sintetiche e naturali, immobili e mutevoli, in un continuo gioco di rimandi visivi e déjà vu. Nella loro geometrica eleganza, ricordano la bellezza dell’iconoclastia islamica ma anche la ricerca dei matematici umanisti, la possibilità di suggerire la perfezione del creato attraverso il segno, il numero, l’armonia delle proporzioni. Nella loro delicatezza hanno, invece, qualcosa di rassicurante: l’incanto magico di un caleidoscopio, la famigliare ripetizione delle forme di un merletto o di un centrino all’uncinetto, la serenità riflessiva di un mandala.
Per realizzarli Silvia parte dal mondo che la circonda: un particolare architettonico di Santa Maria del Fiore (Anima Urbis iter perfectionis), i rami di un albero (Anima arboris), una ciocca dei suoi capelli entrata per caso nello scatto fotografico in un giorno di vento (Iter Mysticum), le onde del mare (Fluctuationem meam). Per spiegare il proprio approccio alla realtà l’artista cita Bachelard, che in Psicanalisi delle acquesostiene che “prima di essere un paesaggio cosciente, ogni paesaggio è un’esperienza onirica”…..
dal testo del Catalogo
a cura di Simona Bartolena