STEFANO BRESSANI – HYPER HEROES – Galleria MAIOCCHI 15 – MILANO

HYPER HEROES

From The Deepest Web World Space

Mostra personale del Maestro

STEFANO BRESSANI

Galleria MAIOCCHI 15

Via Achille Maiocchi, 15

20129 MILANO

VERNISSAGE

30 NOVEMBRE 2022 // 19.00 – 21.00

Artista Presente

Catalogo in mostra

DJ Set – PAOLO B

APERTURA MOSTRA

30 NOVEMBRE 2022 // 08 GENNAIO 2023

Orario: dal lunedì al sabato (9.30 – 13 e 14.30 – 19.30)

Contatti Galleria

via Maiocchi 15, 20129 – Milano

tel. 02.23184910

maiocchi15@gmail.com

Vi presentiamo il nuovo Progetto del Maestro Stefano Bressani nel quale l’Artista desidera accompagnarci per mano oltre le finalità di essere una mostra contemporanea figurativa.

Nel suo “Pianeta delle Stoffe”, in questa storia, si narra dell’ingiustizia del tempo, dei risvolti sociali e dei paradossi che, in modalità giocosa come ne è solito fare, nascondono il lato oscuro del nostro vivere, dietro un siparietto in cui ognuno, marionetta del suo destino, gioca la propria partita.

Bressani, figlio dagli anni ’70 nasce e cresce con l’immagine dei Super eroi del suo tempo, Robot spaziali, futuribili ed improbabili per quel periodo, legati al fare dell’uomo e al desiderio di poter salvare il Mondo mettendo sempre davanti, lo insegna la storia, il nobile proposito del cuore che, romanticamente, si pone prima di ogni azione.

In verità come molti ricorderanno, dentro ad ogni Robot appartenuto alla sua infanzia, il pilota era sovente l’uomo. C’erano dischi volanti, magli perforanti e funamboliche figure atletiche che attraversavano cascate per posizionarsi alla guida dopo tripli salti mortali. Il Bene trionfava sempre sul male e l’idea di pace, dopo ogni battaglia, era oggetto di una quasi sistematica restituzione all’ordine.

Crescendo, Bressani ha vissuto però un Mondo diverso, maturando ha saputo meglio analizzare come la realtà distorta che veniva raccontata in quelle situazioni, quelle dei suoi Super eroi, anche se apparentemente inventate, non avesse purtroppo un ritorno oggettivo con la realtà tangibile.

Ognuno oggi percepisce l’arte come una licenza poetica e sa che, grazie ad essa, è possibile giocare attraverso le immagini, tra incoerenze e paradossi, da quelli più evidenti a quelli più sottili. Si apprezza oggi il sistema, spesso utilizzato dagli artisti, per raccontare il loro presente che poi è lo stesso di chi guarda.

Nel lavoro del Maestro, il filo che unisce il passato al presente e lo proietta al futuro è sempre vivo ma spesso merita una spiegazione approfondita permettendo così, a chi osserva, di potersi addentrare nel concetto andando oltre la tecnica che gli è stata riconosciuta e oltre il colore che meglio lo rappresenta.

HYPER HEROES – From The Deepest Web World Space” è un titolo ironico che cela, tra le sue lettere, una modalità di ricerca quasi scientifica, scegliendo ein modo evidente le immagini dal nuovo Mondo vistuale e re-interpretandole secondo i suoi più intimi paradigmi.

Oggi, che di anni ne sono passati tanti da quei ’70, tutto accade IPER velocemente e spesso resta intrappolato nella rete della IPER informazione. Non si legge più, le edicole in cui si acquistavano i fumetti sono divenute un lontano ricordo. Gli adulti si oggi si sentono a volte proiettati in un tempo che non gli appartiene ma al quale si sono adattati, forti di una resilienza che ha permesso loro il passaggio dall’analogico al digitale. A breve probabilmente, non avremo nemmeno più il tempo di guardare le immagini a monitor.

Tutto accade quì, in questa storia, dove l’Artista omaggia il mondo dei manga giapponesi, quelli che negli anni hanno subito profondi cambiamenti rivalutando le modalità di esecuzione, dal disegno a matita di certi fumettisti degli anni ’40 alle penne grafiche dei più blasonati programmi informatici.

Questo è il nuovo posto per i nuovi super eroi, divenuti film, vittime di nuove avvincenti interpretazioni, dove gli attori (bravissimi) si sono arrogati la possibilità di diventare loro stessi robot, vittime a loro insaputa di una storia che si ripete in un ciclo armonico senza fine.

Meritano quindi una promozione, i super eroi, con tutta l’ironia che Bressani sa proporre nel suo racconto. Divenuti da SUPER a IPER, ma costretti per la natura delle ferree regole di questo Mondo, ad una trasformazione, forzati a ritornare bambini dalle sembianze dei personaggi Chibi della cultura manga Giapponese e rappresentati da un titolo anglofono per schernirne le sembianze. Secondo la lingua inglese infatti, lo stesso aggettivo è paragonabile al significato di “Super deformed”, un gioco di situazioni che per l’Artista riportano ad denuncia propositiva che deve far pensare con una più consapevole valutazione del sistema in cui viviamo.

La Mostra consiste in uno spot mono formato colorato e avvincente in cui ci si può perdere tra i volumi delle Sculture Vestite confezionate sapientemente dall’Artista, un luogo in cui puoi entrare e uscire, passando dal parametro figurativo a quello informale senza alcun punto di riferimento, una sorta di disorientamento programmato che invoglia il tatto e tutti i sensi contemporaneamente.

Ma… tra i tanti “simpatici deformi”, dalle teste grandi e il corpo piccolo, dalle grandi mani e gli occhi stucchevoli spicca l’Opera più importante di tutte, quella che volutamente il Maestro ha lasciato fuori dalla comunicazione mediatica e quella che è rimasta segreta fino al momento della inaugurazione.

Non per tecnica, ma per modalità di linguaggio, Flash ci riporta con i piedi per terra, tra la coerenza dell’uomo Stefano Bressani e le incoerenze dell’Artista. A capo delle 12 Opere 100x70x8 cm appese alle pareti, la Scultura più grande vigila adirata al senso della vita quasi come volersi riprendere il tempo perduto.

Il vero gioco si posa su un cambio di direzione inaspettato, dove l’anima di un fumetto romantico come quello uscito dal cappello di Gardner Fox e delle mani del disegnatore Harry Lampert nel 1940, vuole riprendersi tutto. Proprio lui che, abituato a vivere ad una velocità IPER sonica si vede essere l’unico rimasto vecchio, paradossalmente a sorvegliare una scolaresca di bambini, che a differenza sua, sono tornati a giocare con sé stessi.

Se vi abbandonate alle immagini, lasciatevi disorientare dai concetti, cedete gli occhi a ciò che non va spiegato perché è bello che l’Arte possa esprimersi, prima di tutto, secondo una “non logica” che ha una logica: si chiamano idee, e le idee devono essere necessariamente frutto di un pensiero rispettabile e rispettato, un pensiero che sa generare una storia da raccontare. Ognuno uscirà con una opinione e forse un proposito, perché nella vita di ognuno di noi, tutti possiamo ambire ad essere promossi da “super” ad “iper”.

Si lascia a voi la conclusione della storia con un suggerimento: forse non importa a quale velocità decidiate di correre, forse l’importante è capire che ogni viaggio lascia un senso profondo, ed anche in questo, forse, ognuno ha avuto la possibilità di iniziare ad essere un super eroe per la propria vita e un iper eroe per la vita degli altri. (S.C.)

Dall’Artista:

<<IO VIVO e contemporaneamente IO FACCIO, questo è il mio modo di essere contemporaneo.

In quanto “Artista” ho imparato sulla mia pelle ad unire i sogni alla praticità, cercando ogni giorno di rendere possibile il mio improbabile. Qualche volta ci sono anche riuscito.

Ho voluto, con questa mostra, esprimere una mia idea che è anche una denuncia sociale da intendere nel modo più costruttivo possibile. Questa mia nuova mostra è un PROGETTO che spiega, tra le trame dei miei tessuti, l’importanza del senso del tempo legato al paradosso del vivere dell’uomo moderno in un sistema che, fuori controllo, ci ha inghiottiti. Forse è una provocazione, ma ancor più ne è la mia visione analitica, che prende forma da un pensiero e si palesa attraverso le mie mani per arrivare agli occhi delle persone. Se con il mio progetto di Kaotika affrontavo qualche anno fa il tema del caos urbano in una coraggiosa e tenebrosa visione de-saturata dal colore e drammatica, questa volta voglio giocare come i bambini, in un periodo storico che sicuramente ha più bisogno di svago e ilarità, senza però perdere la consapevolezza di essere adulto>>. (S.B.)

STEFANO BRESSANI – Maestro e Artista – BIOGRAFIA

Nasce a Pavia nel 1973, Città dove cresce e vive, dove affina la propria sensibilità per la bellezza e sviluppa, a seguito di studi tecnici, il senso organizzativo per il lavoro, che resterà un punto fondamentale nello sviluppo della sua attività di Artista e nella crescita della sua attività e dei rapporti con le più diverse realtà. La sperimentazione di autodidatta, così come lo stesso Leonardo ha insegnato, diventa per lui un punto di forza, uno stile di vita da seguire fedelmente imprescindibile dal suo operato.

L’unicità e le caratteristiche del suo lavoro prendono forma intorno ad una idea che diventa da subito forte ed inattaccabile, pregna di significati e caratterizzata da una riconoscibilità di forma assoluta che gli viene successivamente riconosciuta come unica nel Mondo dell’Arte contemporanea.

Il ruolo importante dell’elemento “chiodo” ne diventa cardine e simbolo di unione delle incoerenze che lo stesso Artista denuncia nella vita che abita, il suo “contempora” appunto. In questo modo, gli aspetti opposti che si scontrano, attraverso il mezzo meccanico di unione restano uniti trasformandosi in Opera d’Arte, quasi come se fosse, il chiodo, la cucitura di quella immagine che Bressani, nella sua traduzione prima scompone e poi rimette insieme in unico blocco.

Il tema del riciclo e la circolarità dei materiali da lui trattati sono di una attualità rinnovata che trova la propria identità attraverso i tessuti di indumenti, ricercati con l’attenzione dello Chef stellato, preparati come in una sartoria di alta moda, trattati come in una sala operatoria e posizionati con la cura della chirurgia estetica.

In campo artistico, Bressani ha voluto rimanere in una posizione appartata rispetto alle correnti artistiche contemporanee. I suoi primi lavori rivelano da subito un linguaggio orientato verso la riduzione di pochi segni interpretativi del soggetto; una radicale sintesi della figura, composta di rapidi tratti, che gli ha permesso di sviluppare il suo linguaggio artistico, unico e personale. I suoi lavori da una parte subiscono il fascino dell’imperante corrente informale, dall’altra non ne rimangono mai “intrappolati”. Portando in sé un profondo desiderio figurativo in una rappresentazione spinta ai limiti, che negli anni marca la sua cifra stilistica. Composizioni dove il sentiero di vita e l’impulso a creare dell’artista risultano indistinguibili.

Ideatore e colonna fondante di quella che lui chiama “Sartoria dell’Arte” egli è scopritore di un nuovo modo d’espressione, dove l’Alto Artigianato e l’Arte si fondono, in una sintesi profondamente legata alla sua laboriosa terra di origine e al sentiero di vita intrapreso e portato avanti con la sobrietà e competenza che contraddistinguono chi nell’arte non è arrivato attraverso le accademie o i concorsi, ma ha condotto i propri studi osservando, interpretando e rendendo, con sincerità e creatività, il racconto dell’arte come il racconto di vita. Tutto l’operato di Bressani contiene in sé emotività e ragione, pulsione e rigore.

Tra i tanti temi approfonditi dall’Artista, ad oggi in più di 650 opere, tra commissioni e progetti espositivi, alcuni di essi sono stati capaci di segnare delle vere e proprie “epoche stilistiche personali”. Tutte le Opere sono inserite in un Archivio Generale completo di ogni informazione.

Il suo Vivere d’Artista oggi fa capo anche al suo Recente MANIFESTO d’arte che non solo attesta ma che certifica la sua unicità di stile, consacrato nel 2022 in Piemonte alla presenza delle istituzioni civili.

Le sue opere sono esposte in prestigiose collezioni in Italia e all’estero e hanno partecipato alle principali rassegne artistiche

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